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Siamo tutti comodamente accoccolati sul divano o sulle poltrone in salotto, mentre ognuno a testa racconta episodi divertenti che gli sono successi. Tuttavia, non riesco a concentrarmi sugli anedotti divertenti che Calum sta raccontando su come sbarazzarsi di una tipa a cui non sei interessato. Quindi mi alzo e rivolgendomi un po' a tutti, dico "scusate, ho bisogno di prendere una boccata d'aria" mi guardano tutti interrogativi ma non contestano, così attraverso il corridoio e esco dalla porta d'ingresso, svolto a destra e costeggio il giardino per poi trovarmi di fronte alla piscina, sotto un portico. Mi siedo sulla panchina in ferro battuto ricoperta di morbidi cuscini e fisso nel vuoto, per un po'. Poi allungo una mano alla mia destra e afferro il cellulare, digitando il numero a memoria. Dopo un paio di squilli risponde una voce assonnata "pronto Aria, è tutto okay?" mi ero dimenticata del fuso orario "scusa Corbin, non volevo disturbare" dico mortificata e sto per attaccare quando lui schiarendosi la voce dice "stai tranquilla, non disturbi affatto, anzi mi fa piacere sentirti"

"Già, anche a me"

"Allora, come vanno lì le cose?"

"Tutto bene, Los Angeles è una città fantastica ed ho conosciuto persone stupende, lì invece?"

"Come al solito, la solita monotona vita"

Cala il silenzio per qualche secondo poi si sente Corbin sospirare "come stai, Aria?"

"Mi manca Corbin, mi manca tanto" dico mentre mi sfugge un singhiozzo involontario e lacrime che non credevo di star trattenendo cominciano a rigarmi il volto.

"Lo so, lo so. Ma non devi piangere, okay?"

"Si, hai ragione" dico tirando su con il naso e passandomi la mano libera sotto agli occhi, sperando di non aver rovinato tutto il trucco.

"Tu come stai?"

"Cerco di tirare avanti, non sarà mai più come prima ma bisogna sopravvivere" già, sopravvivere è il termine più giusto per definire quello che sto facendo, sopravvivo.

"Vieni qui a Los Angeles una volta, mi manchi, okay?" dico cercando di alleggerire la chiamata

"Vedrò cosa posso fare, passa un buon Natale e salutami tanto Ella"

"Lo farò, notte"

"Buonanotte" dice Corbin prima di attaccare.

Sospiro profondamente cercando di ricompormi mentre riappoggio il cellulare sulla panchina, di fianco a me. Riprendo a fissare il vuoto davanti a me, credo che sfogarmi con Corbin in fondo mi abbia fatto bene, con Emily, Cameron o gli altri non lo posso fare. Non che non mi fidi di loro, il contrario, ma non mi sento pronta a parlare di questa cosa con nessuno, non voglio essere la povera ragazza il cui fratello si è suicidato, non voglio che provino pena per me. Vengo distolta dai miei pensieri da passi che si avvicinano. Prende il mio cellulare e se lo mette in tasca, per poi sedersi accanto a me e avvolgermi un braccio intorno alle spalle "hai la pelle gelata, vieni qui" mi sussurra Cameron attirandomi più vicino a lui e solo ora mi rendo conto di avere davvero freddo. Appoggio la testa sulla sua spalla e volto leggermente il busto, in modo da aver le braccia appoggiate sul suo petto e il mio lungo il suo fianco. Sento il suo cuore battere, calmo e regolare, mentre il mio emana uno strano calore. "È tutto okay?" mi chiede dopo un po' di minuti, mi limito ad annuire, so che la voce mi tradirebbe. Lui mi accarezza una guancia prima di alzarsi dalla panchina e prendermi una mano "vieni, è l'ora di aprire i regali" entriamo dalla porta d'ingresso e lui si volta verso di me, prima di proseguire in direzione del salotto "oh Aria..." dice guardandomi il volto e passandomi il pollice poco sotto l'occhio, probabilmente togliendomi un po' di trucco colato. Lo guardo, prima di abbracciarlo. Non voglio che mi chieda niente, gli mentirei soltanto e in più ora ho solo bisogno di un suo abbraccio. Mi stringe forte a se. "Ehi piccioncini, venite ad aprire i regali?" dice Nash alle nostre spalle, sghignazzando. Tolgo le braccia dal collo di Cameron, lentamente e tutti e tre ci avviamo in salotto. "Finalmente è arrivato il momento che aspetto da tutta la sera!" dice Emily lanciando un gridolino eccitato. Ci scambiamo tutti i nostri pensieri e tutti sembrano apprezzare. Emily apre il suo braccialetto, lo ammira a bocca aperta per poi rivolgermi uno sguardo e lanciarmisi addosso, in un abbraccio che mi stritola. "Grazie Aria, grazie davvero" dice commossa e io non posso fare a meno di farmi sfuggire una lacrima, sono così contenta che le piaccia. Decido così di aprire il suo, è una scatola bella grossa, sollevo il coperchio. Resto a bocca aperta. È un bellissimo album fotografico; la copertina è spessa e finemente decorata. Lo apro e sulla prima pagina, mi trovo davanti una scitta che dice "per raccontare la tua storia". Sotto la scritta c'è una foto mia e di Emily. Mi scappa un'altra lacrima e questa volta sono io a saltarle al collo. "Mi raccomando, dovrai tenerlo costantemente aggiornato, qui le cose da fare non mancano" mi dice Emily ancora stretta nell'abbraccio.
I regali che ho ricevuto sono molto belli; Hanna e Luke mi hanno regalato un paio di scladamuscoli a tema natalizio, Calum una bellissima canotta con sopra un teschio messicano, ricordandosi della mia passione per quei disegni. Matt delle rotelle fosforescenti per lo skateboard, visto che le mie sono tutte rovinate e Nash un Cd con una raccolta di tutti i miei cantanti e gruppi preferiti. Faccio per consegnare il mio regalo a Cameron, sono un po' tesa, ma lui mi fa cenno "dopo" con la mano e io annuisco. "Allora ragazzi, so che è ancora presto per dirvelo e tutto il resto ma ci tenevo che non aveste impegni e che veniste tutti, perciò vi informo che a capodanno i miei mi hanno dato il via libera per fare una festa, che dite, ci state?" chiede Nash ad un certo punto, annuiamo tutti, entusiasti. Penso sia fantastico che ognuno ogni tanto organizzi qualcosa di carino per cui riunirsi, dovrò inventarmi anche io qualcosa una volta o l'altra. "Allora perfetto,poi ci metteremo d'accordo meglio, ora beviaaamo" prosegue Nash alzandosi dal divano con Matt e uscendo dalla stanza. Dopo un paio di minuti tornano con due bottiglie a testa di vodka, e un paio di bevande gassate con cui allungare il tutto. Non ho proprio voglia di ubriacarmi, non voglio stare male, la vigilia di Natale ci saranno tante cose da fare. Perciò decido di prendere un bicchiere molto diluito con la bevanda analcolica e guardare Calum e Matt che si sfidano in una partita di beer-pong, solo con la vodka. Dopo un paio di giri sono belli che andati, anche Hanna è allegra, non regge per niente l'alcol. Noi altri siamo abbastanza sobri, io ho bevuto giusto un paio di bicchieri. "Vi va di vedere un bel film di Natale? So che sono le tre del mattino ma io adoro i film di Natale!" supplica Emily con un'espressione angelica. Alla fine accettiamo, così, dopo esserci messi i nostri "pigiami" per essere un po' più comodi, dovendo aiutare i due ubriaconi che non si reggevano in piedi, facciamo partire A Christmas Carol. Cameron si mette di fianco a me, sul divano e mi avvolge un braccio intorno alla vita, attirandomi a se. Mi sento un po' in imbarazzo per quello che potrebbero pensare gli altri, non voglio che fraintendano visto che siamo solo amici, ma visto che sono tutti concentrati sul film alla fine mi appoggio a Cameron. Sto quasi per addormentarmi quando Cameron si alza, prendendomi per mano e trascinandomi fuori, sulla panchina. Fa veramente freddo e i miei miseri pantaloncini e la t-shirt leggere non mi coprono per nulla, poi però noto che Cameron si è portato dietro una grossa coperta, e mentre ci sediamo l'avvolge attorno ad entrambi "pulce, vieni più vicina altrimenti la coperta non ripara" dice ridacchiando e io mi avvicino, sbuffando divertita. "Ecco, questo è il mio regalo, spero che ti piaccia" dice porgendomi una scatoletta in velluto blu sottile e lunga. La prendo, le mani che tremano leggermente "apri prima il mio" gli dico indicando il pacchetto che ha sulle gambe, cioè il mio regalo. "Va bene" dice e comincia a scartarlo, apre la scatola di cartone e ne estrae la cornice. Nella penombra vedo i suoi occhi illuminarsi "è... è bellissima, grazie" dice, la voce trema, direi quasi che si è emozionato. Mi prende tra le sue braccia e affonda la testa tra i miei capelli "ti piace davvero?" sussuro a pochi millimetri dal suo collo "è perfetto" dice, dandomi un bacio sulla fronte. "Su, ora apri il tuo" dice indicando la scatolina che ancora tengo tra le mani. Prendo un bel respiro e la apro. Resto a bocca aperta vedendone il contenuto; è un girocollo in sottili fili d'argento da cui pende una piccola A in brillantini, che risplende e luccica. Mi scappa una lacrima. Nella sua semplicità è davvero, davvero stupenda. Ora sono io ad abbracciarlo. Gli avvolgo le braccia intorno al collo e lui mi stringe per la vita e rimaniamo così, avvolti in una coperta per quelle che potrebbero essere ore. Alla fine il sonno ha la meglio su di me e mi addormento così, stretta tra le braccia di Cameron. Vengo svegliata da una leggera carezza sulla guancia, apro gli occhi anche se vorrei tanto continuare a dormire. Non sono più fuori sulla panchina, tuttavia qualcosa da questa notte non è cambiato; le braccia di Cameron che mi stringono, è lui infatti che mi ha svegliata. Mi tiro su immediatamente, deve essere stato terribilmente scomodo. Dalle sue braccia esce un verso di disapprovazione "perchè ti sei alzata? Mi tenevi al calduccio" dice ridacchiando e io gli tiro una leggera pacca sulla spalla "non ci credo, perchè non mi hai fatta spostare? Devi essere stato terribilmente scomodo" mi sento un po' in colpa e anche in imbarazzo per quello che potrebbero pernsare gli altri. Cameron alza le spalle "dormivi così bene che mi dispiaceva svegliarti e poi non sono stato scomodo" sento qualcuno schiarirsi la gola e solo ora mi accorgo che intorno a noi ci sono tutti gli altri che ci stanno guardando divertiti e avvampo, vorrei correre a nascondermi. "Allora piccioncini, se avete finito andremmo a far colazione al bar" dice ridacchiando Matt. Cameron si alza e gli tira un leggero bugnetto sul braccio. Mi alzo a mia volta e vado in bagno, ho bisogno di sciacquarmi il viso e cambiarmi. Dopo essermi lavata indosso una gonna a vita alta rossa, per restare in tema natalizio e una camicetta senza colletto bianca, che infilo dentro la gonna. Completo il tutto con le mie adorate allstar bianche ed esco dal bagno, non voglio far aspettare troppo gli altri. Mi dirigo in salotto per trovarlo vuoto. Devono essere già usciti, penso. Quando esco dalla porta d'ingresso ne ho la conferma; sono tutti fuori, in giardino e stanno improvvisando una partita a pallavolo. Mi scappa un sorriso; sono così buffi. Prendo la macchina fotografica il più velocemente possibile e scatto qualche foto. Poi, sfortunatamente si accorgono della mia presenza. "Aria ci sta facendo delle foto a sgamo, prendiamolaaa!" urla Calum puntando il dito nella mia direzione. Pochi secondi dopo mi ritrovo stesa a terra con Matt e Calum che mi riempiono di solletico "basta, vi prego!" imploro senza riuscire a smettere di ridere, quasi non riesco a respirare. Dopo molte altre suppliche finalmente vengo liberata e ci avviamo tutti al bar. Finito di fare colazione, saluto gli altri e me ne torno a casa; devo aiutare mia mamma con i preparativi. Nel breve tragitto verso casa mi sento bene; sono rilassata e serena. Apro la porta d'ingresso e come metto piede dentro, un profumo buonissimo si infiltra nelle narici. Sorrido ed entro in cucina; mia mamma è ai fornelli, intorno al collo e alla vita dei fiocchetti, segno che indossa uno dei suoi grembiuli. "Buongiorno, che buon profumo" esordisco avvicinandomi a lei. Sobbalza dallo spavento, non mi aveva sentita entrare. "Sto cercando di fare del mio meglio, ci terrei che il pranzo di domani fosse decente" dice senza staccare gli occhi dal suo lavoro. "Hai bisogno che faccia qualcosa?" chiedo mentre appoggio lo zaino sullo sgabello. "In effetti avrei bisogno che preparassi già la tavola, non credo ne avremmo voglia domani mattina. Non importa se siamo solo noi due, deve essere bellissima" dice e mi si stringe il cuore, dev'essere molto dura per lei. "Non preoccuparti, ci penso io" dico. Prima ripongo tutti i regali che ho ricevuto in camera tranne il girocollo, che indosso da ieri. Torno di sotto e vado in salotto. Il risultato alla fine è rimasto bene; ho coperto il tavolo con una leggera tovaglia bianca decorata in oro. I piatti piani e sopra quelli fondi, presi dal servizio più bello che abbiamo, come le posate e i bicchieri. Ho completato il tutto con dei tovaglioli rossi e un bel centrotavola; una corona di rose rosse, le preferite di mamma, al centro della quale vi sono due candele abbastanza alte, di colore bianco. "Mamma, ho finito vieni a vedere" dico ad alta voce per farmi sentire dalla cucina. "Wow Aria, sei stata bravissima" dice arrivando e contemplando il tavolo. "Ehi ma, l'albero?" le chiedo notando solo ora l'assenza di una delle cose più importanti nella tradizione natalizia. "È lì, nello scatolone. Sapevo che ami farlo così ho aspettato che arrivassi" dice avviandosi verso il grosso scatolone posizionato vicino al divano. Dopo molte fatiche riusciamo a sistemarlo e decorarlo, con l'aiuto di Zac era molto più facile visto che era più alto e forte. Amava anche lui il momento di fare l'albero, una tradizione che avevamo sin da piccoli. Un anno cercando di appendere una pallina in alto, non arrivandoci si arrampicò sui rami, facendo ovviamente cadere tutto. Mamma si arrabbiò tantissimo ma alla fine ci aiutò a rifare tutto dall'inizio.

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