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"Cosa ci fai qui?" mi chiede Cameron guardandomi sorpreso e un po' irritato "potrei farti la stessa domanda" gli rispondo un po' acida, sono nervosa e il suo tono irritato non fa altro che peggiorare la situazione. Si avvicina pericolosamente a me, io indietreggio andando a sbattere contro la parete "non sono affari tuoi, Montgomery" sussurra. Poi si sente uno strano rumore e una specie di sobbalzo, e l'ascensore si blocca, proprio tra un piano e l'altro. Davanti a me, oltre le porte di vetro si possono vedere solo cavi e mattoni. Perfetto, bloccata in ascensore con Cameron Dallas. "Dannazione, fate ripartire questo maledetto ascensore!" urla Cameron tirando un pugno alle porte di vetro che ovviamente non accennano a spostarsi. Mi siedo a terra e tiro le gambe al petto, agitarsi non servirà a molto. Dopo un altro paio di imprecazioni anche Cameron si arrende, sedendosi contro la parete opposta alla mia. Ci guardiamo per un po', gli occhi di Cameron sono strani, troppo strani e io voglio sapere cosa c'è che non va, lo voglio davvero. Prendo un bel respiro e poi a bassa voce chiedo "cosa ci facevi qui, Cameron?" lui si passa una mano tra i capelli e sghignazza "c'è un'infermiera niente male e le ho portato un caffè, sai, prima di portarmela a letto" spalanco la bocca e sto per dirgli che è un coglione, quando mi ricordo la scena a cui ho assistito pochi minuti fa "non è vero, ti ho visto con... quella bambina" dico tutto d'un fiato, diventando rossa. Il suo sguardo si accende di rabbia "ma che cazzo fai mi spii? E poi non fare finta che ti interessi, so benissimo che non è così" dice in tono abbastanza alto. Queste parole mi fanno scattare qualcosa dentro e con un tono alto quasi più del suo ribatto "se la smettessi di fare il coglione capiresti che non è così, mi interessa sapere perchè sei qui e mi interessa sapere cosa c'è che non va, credi che non mi sia accorta del tuo comportamento in questi giorni?" sputo fuori tutto senza pensare, sono sicura che se l'avessi fatto non avrei mai detto cose del genere, ma ormai è andata. Lui spalanca gli occhi, sorpreso, poi qualcosa di strano succede, sembra... sembra che stia piangendo, si è proprio così. Ora sono preoccupata. "Sono qui per mia sorella Lily, le hanno..." la voce si spezza e le lacrime cominciano a rigargli il volto, sono pietrificata contro la parete e l'aria sembra venire a mancare "le hanno diagnosticato la leucemia" conclude, lo guardo, gli occhi rossi e le guancie rigate dalle lacrime, le labbra contratte. Trovo la forza di muovermi e mi fiondo addosso a Cameron, avvolgendogli le braccia intorno al collo. Lo odio con tutta me stessa e non so come sia riuscita ad abbracciarlo in questo modo ma dentro di me, so che è la cosa più giusta da fare. Cameron Dallas, il ragazzo duro e puttaniere è crollato davanti a me, quindi si, abbracciarlo è l'unica cosa che io possa fare. Lui mi avvolge le braccia intorno alla vita, attirandomi a lui e affondando il viso nel mio collo, continuando a piangere. Mi stringe forte e nonostante il suo braccio sia appoggiato sul mio livido, non fa poi così male, il calore che sento dentro copre il dolore. Allungo una mano e gli accarezzo la testa "ssh, andrà tutto bene, ssh" dico mentre siamo ancora abbracciati, io seduta sulle sue gambre distese e lui che mi stringe. I minuti passano e l'ascensore non sembra voler ripartire. Cameron ha smesso di piangere e ora la sua testa si è alzata dal mio collo. I suoi occhi sono puntati nei miei, due pozzi profondi e scuri che mi osservano e che per la prima volta sembrano guardarmi per davvero "grazie" sussurra Cameron. La testa mi gira, sta cambiando tutto così velocemente, siamo passati dallo stuzzicarci e insultarci a confidarci, abbracciarci e ringraziarci a vicenda. Cerco di sorridere "tranquillo, verremo tutti i giorni qui, ti accompagnerò per le visite e le sedute di chemio, non ti lascerò da solo" mi stupisco da sola delle mie parole, ma so cosa vuol dire affrontare la morte del proprio fratello e io sono stata da sola, completamente da sola. Cameron annuisce, accarezzandomi una guancia. Al suo leggero tocco rabbrividisco, poi l'ascensore riparte. "Finalmente" dice Cameron mentre mi alzo dalle sue gambe, lui fa lo stesso. "Allora, ora tu vai a casa?" mi chiede, sembra nervoso e speranzoso al tempo stesso. Scuoto la testa "no, vengo con te", lui sorride. Andiamo alle macchinette al piano terra e prendiamo qualcosa da mangiare per Lily, mentre Cameron sceglie io prendo il cellulare e digito un messaggio a mia mamma *sta sera non vengo a casa per cena, torno il prima possibile. Ho i fogli che ti servono, ti spiego tutto a casa, non preoccuparti. -Aria*
*va bene, non tornare troppo tardi, ti voglio bene. -mamma* sono sollevata quando si limita a darmi il permesso senza fare infinite domande, non ho tempo per spiegarle e non avrei sopportato se mi avesse obbligata a tornare a casa. Torniamo al sesto piano, Cameron mi scorta fino davanti alla porta di una cameretta, entriamo. Non è molto grande ma c'è spazio a sufficienza per un paio di persone. Le pareti sono bianche e danno una tristezza infinita, vicino alla finestra non molto grande ci sono un mucchio di macchinari, flebo e siringhe. Una tv di fronte ad un letto e, seduta a gambe incrociate su di esso Lily. I lunghi capelli castano chiari le ricadono sulle spalle in morbide ciocche leggermente mosse. Quando sente la porta richiudersi alza la testa; ha un viso così dolce, le guance leggermente paffute e una bocca sottile e i suoi occhi, scuri e profondi, in grado di trapassarti con un solo sguardo, come quelli del fratello. Senza rendermene conto ho spostato il mio sguardo su Cameron, si somigliano così tanto. "Ciao, tu sembri più simpatica delle altre infermiere, come ti chiami?" mi chiede Lily, mi scappa un sorriso a sentire quelle parole e il cuore mi si gonfia. Porto l'attenzione su di lei "non sono un'infermiera, ma un'amica di tuo fratello, mi chiamo Aria e spero di essere comunque la benvenuta" dico sorridendo, non è facile ma devo comportarmi il più naturalmente possibile, anche se solo la definizione di "amica di tuo fratello" tanto normale non è. Cameron nel frattempo si è seduto sul letto di fianco a quello di Lily, che ora rivolge tutta l'attenzione a me, con un grosso sorriso sul volto "che bello, così potremmo giocare!" dice facendomi cenno di sedermi sul suo letto, di fronte a lei. Guardo Cameron come per chiedere la sua approvazione e lui annuisce, così mi siedo di fronte a Lily. "Sai, i dottori hanno detto che dovrò stare qui un po' di tempo e che non sempre potrò andare a casa mia a dormire, ma questa stanza non mi piace, è così spoglia.. tu che ne pensi Aria?" mi chiede dolcemente e mi si stringe lo stomaco, al solo pensiero di quello che dovrà affrontare questa bambina così adorabile e ciò che potrebbe succederle.. scaccio via questi pensieri, andrá tutto bene. Le rivolgo un sorriso e le dico "trovo anche io che sia spoglia, ma ho in mente un'idea, ti va se torno domani con una cosa che farebbe proprio al caso nostro?" le si illuminano gli occhi mentre annuisce. "Ehi Lily, abbiamo preso qualcosa da mangiare, ti va di sgranoncchiare qualcosa?" chiede Cameron interrompendo il silenzio che si è creato da qualche secondo, Lily annuisce "si, ma mangiate qualcosa con me, non mi piace mangiare da sola". Cameron sorride a sentire quelle parole, e lo stomaco quasi esplode, credo di non averlo mai visto sorridere in questo modo, un sorriso così vero. Mi passa un pacchetto di patatine riportandomi alla realtà e tutti insieme mangiamo, come una piccola famiglia. Alla fine dopo aver guardato un po' di cartoni animati Lily si addormenta tra le braccia di Cameron. "Ora è meglio che vada, si è fatto tardi" dico alzandomi dal letto accanto a quello di Lily, Cameron annuisce cominciando a sfilare un braccio da dietro la schiena di Lily "cosa fai? Così la sveglierai" dico a bassa voce a Cameron che ribatte "quando si addormenta nemmeno un terremoto la può svegliare, tranquilla. Ti accompagno a casa" sono tentata di dirgli di no, che è meglio che resti qui con Lily "è buio fuori, non mi va che tu vada da sola. Poi tornerò qui, nemmeno si accorgerà che ce ne siamo andati" dice Cameron come leggendomi nel pensiero. Alla fine cedo, annuendo. Usciamo silenziosamente dalla stanza e ci avviamo verso l'ascensore "speriamo non si blocchi di nuovo, non potrei sopportare la tua puzza ancora per molto" sghignazza Cameron mentre entriamo. Il suo tono anche se derisorio è diverso, quasi dolce. Rido tirandogli un pugnetto sul braccio "sono io che dovrei dirlo di te" dico tappandomi il naso con la mano. Ride e per la cinquantesima volta in questa giornata il mio cuore perde un battito. Ma che succede? È la stanchezza, ho bisogno di dormire, penso. Usciamo dall'ospedale e ci avviamo verso casa mia, dopo qualche minuto di silenzio Cameron dice "allora, domani tornerai davvero?" nella sua voce c'è incertezza "certo, andrebbe bene all'uscita da scuola?" dico rivolgendogli uno sguardo mentre proseguiamo il nostro cammino, sembra sorpreso, come se non si aspettasse che dicessi sul serio prima, con Lily. Annuisce. Siamo arrivati davanti a casa "eccoci" mi limito a dire, fermandomi davanti al cancello "wow, bella casa" dice Cameron passandosi una mano tra i capelli e mettendo l'altra in tasca "già" dico ondeggiando sui talloni. "Allora, io vado" dico indicando il cancello alle mie spalle. Cameron annuisce facendo un passo in avanti, verso di me. Sono pietrificata, se provasse a baciarmi di nuovo rovinerebbe tutto, ma non so perchè non riesco a spostare i piedi, sono incollati al suolo. Poi mi sento avvolgere le braccia intorno alla vita e sento il suo respiro sulla tempia, "allora, buonanotte" sussurra Cameron prima di stamparmi un bacio in fronte, girarsi e andarsene. Resto lì, pietrificata e fissare il vuoto. "Buonanotte" sussurro al vento. Entro in casa e mi dirigo in bagno, la giornata è stata decisamente intensa e ho solo bisogno di un bel bagno caldo. Sento dei passi dietro di me "Aria, dove credi di andare?" sento dire a mia madre, il tono leggermente irritato. I miei piani sono sfumati, mi giro e la seguo in cucina. Mentre lei si siede al bancone mi verso un bicchiere d'acqua "allora, dove sei stata per tutto il giorno?" mi chiede "in ospedale, ecco i fogli di cui avevi bisogno" dico tirandoli fuori dallo zainetto e porgendoglieli. "E poi?" continua l'interrogatorio sfogliando i documenti "e poi.." non me la sento di raccontarle la verità, almeno non tutta, credo le riporterebbe alla mente cose troppo brutte e non voglio che soffra "ecco.. la sorella di un mio compagno di classe ha tolto le tonsille così gli ho tenuto compagnia" dico cercando di non incontrare il suo sguardo. Spero se la beva o che almeno capisca che per questa sera è meglio non indagare oltre. Dopo quella che sembra un'eternità annuisce. Così esco dalla cucina dopo averle dato la buonanotte. Vado in bagno e riempio la vasca di acqua calda, buttandoci dentro del sapone che dopo un paio di minuti crea una bella schiuma bianca e spumosa. Mi immergo e chiudo gli occhi, cercando di liberare la mente e rilassarmi. Ovviamente i miei pensieri non vogliono collaborare e continuano a fare avanti e indietro tra le cose successe nelle ultime ore. Le braccia di Cameron intorno alla mia vita, il suo sorriso, il suo respiro sul mio collo e le sue labbra sulla mia fronte. E i suoi occhi. Poi torno sulle sue labbra, Zac è sempre stato l'unico a darmi baci sulla fronte, l'unico che lo faceva e l'unico a cui avrei mai permesso di farlo. Esco dalla vasca e mi avvolgo in un asciugamano, poi indosso un paio di pantaloncini della tuta e una t-shirt, mi asciugo velocemente i capelli e mi avvio in camera. Mi infilo a letto tirandomi il lenzuolo fino al naso. Cerco di prendere sonno ma proprio non ci riesco, le tempie mi pulsano e le palpebre non vogliono saperne di stare abbassate. Così mi tiro su e mi metto seduta a gambe incrociate, con il viso rivolto verso la parete. Alzo lo sguardo e osservo le foto sul muro, ultimamente ne ho aggiunte alcune; una con Emily, ce l'ha fatta Nash quando sono riuscita a insegnargli a scattare una foto, siamo in spiaggia e stiamo saltando, tenendoci per mano; i capelli sono scopigliati e le magliette leggermente alzate a causa del vento, poi un paio con tutti i ragazzi, seduti sulla panchina ciambella; siamo tuffati uno sull'altro mentre ridiamo. Improvvisamente mi ricordo che Emily sta mattina me ne ha infilata una nello zaino, così mi alzo e vado a prenderlo. Apro la tasca a la tiro fuori. Mi scappa un sorriso; è una foto scattata al cellulare, lo si capisce dal filtro. Siamo presi di spalle; siamo in piedi e stiamo camminando, io ho la testa girata verso sinistra e sto facendo la linguaccia a Cameron che mi sta tirando un pizzicotto, sghignazzando. Deve avercela scattata uno dei primi giorni di scuola, di sicuro mi aveva appena detto qualcosa di stupido. Prendo un fermacarte dalla scrivania e appendo la foto in mezzo alle altre, continuando a sorridere, poi mi rimetto sotto le coperte e mi addormento.

vivo per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora