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È la nostra seconda sera nella casa delle vacanze di Matt, ed abbiamo deciso di rimanere a casa. Ieri la serata è andata bene; dopo aver cenato ed esserci preparati con calma, siamo andati in un locale nella cittadina. Non era molto grande ma il posto era carino e la musica buona. Cameron, stranamente non mi ha preso in giro e non ha fatto battute inopportune, potrei dire che la sua compagnia mi ha fatto piacere; abbiamo ballato e scherzato, quasi normalmente. Alla fine, quando siamo tornati a casa, ero brilla e non ho fatto caso al fatto che abbiamo dormito nello stesso letto, fino a stamattina quando per poco non mi è preso un infarto, che è servito solo a far scoppiare a ridere Cameron che, alzando le mani in segno di resa, ha detto "che c'è? abbiamo solo dormito". A quel punto mi sono alzata dal letto, lanciandogli il mio cuscino addosso.

Ora siamo tutti sistemati sui numerosi divani in salotto e stiamo cercando di decidere che film guardare "Titanic, vi prego Titanic!" supplica Emily da almeno mezz'ora "ma che schifo, dai Emily!" la rimproverano Calum e Matt che vogliono guardarsi un film horror. Luke ed Hanna non ci considerano minimamente, sono troppo occupati a sbaciucchiarsi a vicenda. Io ascolto i battibecchi dei ragazzi in silenzio, ridacchiando divertita. Cameron, che è accoccolato di fianco a me, fa lo stesso. Alla fine Calum e Matt hanno la meglio, così ci prepariamo a guardare l'esorcista, grande classico. Il film comincia, Cameron avvolge il suo braccio intorno alla mia vita, appoggiando il suo viso sulla mia spalla. Mi sistemo meglio, appoggiandomi completamente contro di lui. "Cameron, devo parlarti" dice a bassa voce Nash, dopo essersi avvicinato a lui. Cameron sbuffa, slegando le mani dalla mia vita e aspettando che io mi sposti, prima di alzarsi. Nash, da quello che ho notato in questi giorni, è strano; sempre silenzioso. Se ne vanno dalla stanza, in silenzio. Passano una decina di minuti e i due ancora non sono tornati, forse dovrei preoccuparmi, in ogni caso chiederò a Cameron, magari stasera. "Vado un secondo in bagno" dico alzandomi dal divano e avviandomi verso il bagno. Passo davanti alla porta della cucina che è socchiusa; l'interno della stanza è illuminato e provengono le voci di Cameron e Nash, abbastanza alte. Faccio per tirare avanti e andare in bagno, quando una frase cattura la mia attenzione "era tuo padre, Cam" dice Nash, sicuro "non può essere! Cosa aspettavi a dirmelo?!" urla Cameron, infuriato, prima di avvicinarsi alla porta, per uscire. Sentendolo arrivare, mi fiondo in bagno, che sta proprio di fianco. Lo sento sbattere la porta e correre su, in camera. Prendo un respiro profondo ed esco dal bagno. Salgo le scale e raggiungo la porta della camera che condividiamo, è chiusa. Prendo un profondo respiro, prima di aprire lentamente la porta. Cameron è seduto sul letto, la schiena appoggiata contro la testiera, le gambe tirate al petto e le mani chiuse a pugno. "Ehi.." dico a bassa voce, avvicinandomi a lui. Solleva la testa di scatto, il volto una maschera di rabbia "cosa vuoi?" sbotta. Mi fermo, sorpresa dalle sue parole. "Solo, sapere come stai.." dico, abbassando lo sguardo a terra. "È possibile che tu non riesca mai a farti i cazzi tuoi?! Vattene" dice in tono duro, senza battere ciglio. Spalanco gli occhi, mentre una lacrima riga il mio viso. "Mi hai sentito? Vattene! Non ho bisogno di te!" dice, quasi urlando. Mi volto e corro via. Scendo le scale, sempre di corsa e spalanco la porta, uscendo mentre Emily dal soggiorno in tono allegro mi chiede "ma dov'eri fini..". Continuo a correrre, senza voltarmi. Calde lacrime mi percorrono il viso, offuscandomi la vista. Attraverso il vialetto e la strada sterrata in discesa, tiro dritto fino ad arrivare ad un dirupo. Finalmente mi fermo, sedendomi con le gambe penzoloni nel vuoto. Cerco di calmarmi ma le lacrime non sembrano voler smettere di scendere."Mi dispiace". Dice sedendosi accanto a me, lentamente. "Devi dargli tempo, è fatto così". Annuisco appoggiando la testa sulla spalla di Nash che mi circonda la vita con un braccio. "È così difficile" dico senza riuscire a trattenere i singhiozzi "lo so, lo so" sussurra, accarezzandomi la schiena. "Non gliene importa niente di me" dico, coprendomi il viso con le mani "ehi, ehi, ehi. Questo non lo devi nemmeno pensare, mi hai capito?" dice Nash prendendomi il mento e costringendomi a guardarlo negli occhi "ha..ha detto che non ha bisogno di me" dico deglutendo, "non lo pensa davvero, è solo sconvolto e arrabbiato" "ma per cosa?" chiedo tirando su con il naso "quando sarà pronto, te ne parlerà, vedrai" dice. Non ribatto, non sarebbe giusto nei confronti di Cameron cercare di scoprirlo dal suo migliore amico. Rimaniamo in silenzio, a fissare il dirupo sotto i nostri piedi per quella che potrebbe essere un'eternità. "Sarà meglio andare, ora" dice ad un certo punto Nash aiutandomi ad alzarmi, una volta che mi sono calmata. Torniamo a casa, lui continua a tenermi un braccio avvolto intorno alle spalle. "Vai pure, rimango un po' qui" gli dico una volta arrivati davanti alla porta d'ingresso. Mi guarda dritto negli occhi "sicura che ti possa lasciare sola?" mi chiede, serio. Annuisco. Lo abbraccio, prima che rientri in casa "grazie, Nash".
Mi siedo su uno dei dondoli sotto la veranda e estraggo il cellulare dalla tasca dei miei pantaloncini. Compongo il numero a memoria, squilla una decina di volte e sto per riattaccare quando la voce preoccupata di mia madre dice "ehi tesoro, tutto bene?" guardo l'ora sullo schermo, le 02.13 del mattino, mi mordo il labbro dandomi della stupida "si, scusa non volevo spaventarti è solo che.." cerco di continuare ma la mia voce si spezza "oh tesoro, no che non va tutto bene. Cos'è successo?" riconosco il suo tono dolce anche dal telefono. Respiro profondamente e guardo in alto, cercando di trattenere le lacrime "è solo che.. per lui non conto nulla, non ha bisogno di me, mi odia" sputo fuori tutto d'un fiato mentre una lacrima, sfuggita dal mio controllo, mi riga il volto. "Sono sicura che non sia così, ho visto come ti guarda, tesoro. I litigi capitano ma poi tutto si sistema, okay?" mi dice in tono rassicurante "mh mh.." rispondo "ora vai a letto e cerca di dormire" prosegue con il suo tono dolce "okay" dico "buonanotte, tesoro" mi dice "mamma?" chiedo per avere la conferma che stia ancora ascoltando "si?" "ti voglio bene, buonanotte" dico, prima di riattaccare. Entro in casa, in salotto c'è silenzio, presumo che siano tutti andati a dormire. Eseguo le indicazioni di mia madre, salgo le scale ed entro in camera, infilandomi a letto, senza cambiarmi ne togliermi le scarpe. Cameron non è in stanza, ma decido di non preoccuparmene per ora. Alla fine mi addormento abbracciando il cuscino, con il volto pieno di lacrime.

vivo per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora