Buona sera a tutte!♥
Mi scuso davvero molto se in questi ultimi giorni non ho pubblicati ma ero sommersa dai compiti! Comunque, ecco qui un nuovo capitolo, spero vi piaccia e, come sempre se è così lasciate una stellina e un commento!♥Sono le 15,57. Cameron dovrebbe essere qui a minuti. È almeno mezz'ora che corro per tutta la casa, alla ricerca di qualcosa che sia fuori posto. Quando ho saputo quello che era successo a mia madre ero tentata di chiamarlo per annullare tutto ma mamma ha insistito perchè non lo facessi, dicendo che lei in ogni caso doveva uscire per sistemare delle cose. Alla fine ho ceduto, così eccomi qui a controllarmi per la centesima volta i capelli allo specchio. Mi sono cambiata almeno altrettante volte, alla fine ho optato per un paio di pantaloncini di jeans e una t-shirt azzurro acqua, molto semplice. Sono scalza, odio dover tenere le scarpe in casa, mi piace stare a piedi nudi. Suonano al campanello, il cuore mi batte e mille mentre scendo le scale, avviandomi verso la porta d'ingresso. La apro, e me lo ritrovo davanti; bermuda di jeans neri e una t-shirt bianca leggermente attillata, che mette in risalto il suo fisico perfetto. "Hai intenzione di farmi entrare?" chiede sghignazzando. Batto un paio di volte le palpebre per riprendermi, mi ero incantata. "S-si.. prego, entra" dico spostandomi leggermente per farlo passare. Entra, guardandosi intorno "che bella casa!" dice avviandosi in salotto e buttandosi sul divano. "Già" dico restando in piedi. "Allora, che si fa di bello?" chiede Cameron, lo guardo interrogativa "cominciamo il progetto di arte, no?" dico incrociando le braccia al petto. Sbuffa "rilassati, Aria. Abbiamo un sacco di tempo" spalanco la bocca "che cosa?! Non dire cazzate. Su, alzati" dico cominciando a tirarlo per un braccio. Scoppia a ridere, afferrandomi a sua volta per un braccio e tirandomi giù con lui, sul divano. Lancio un urletto per la sorpresa, cercando di tirarmi su ma Cameron me lo impedisce, tenendomi ben stretta per le caviglie. "Lasciami!" urlo, il mio tono misto tra arrabbiato e divertito. "Altrimenti?" chiede Cameron, tra le risate "ti caccio fuori di casa" dico. "Ah si? Allora mi vedrò costretto a fare questo.." dice. Comincia a farmi il solletico. Inizio a dimenarmi, patisco terribilmente il solletico. "Basta, basta!" urlo, contorcendomi sul divano, quasi non riesco a respirare ed ho le lacrime agli occhi dal ridere. "Se vuoi che la smetta, dovrai pregarmi" dice Cameron, parecchio divertito. "Questo mai!" dico continuando a dimenarmi, lui aumenta il solletico, così alla fine cedo "ti prego, ti prego basta!" urlo. La smette immediatamente, scoppiando a ridere. Riprendo fiato per qualche secondo prima di gettarmi addosso a Cameron. "Sei un cretino!" gli dico tirandogli dei pugni che sicuramente non gli faranno per niente male. Continua a ridere, passandomi un braccio intorno alla vita, nemmeno mi ero accorta di essermici seduta lettelarmente in braccio. "Lo so.." dice a bassa voce, a pochi centimetri dal mio viso. Mi blocco immediatamente, fissandolo. Scuoto la testa, alzandomi. "Su, andiamo" dico porgendogli la mano. Questa volta mi segue senza fare storie, così mi avvio in camera. Lui mi segue in silenzio. "Possiamo studiare sul balcone? Ti prego!" chiede facendomi gli occhi dolci, appena varchiamo la porta della mia stanza. Alzo gli occhi al cielo, annuendo. Sorride, aprendo la porta finestra e sistemandosi sulla sdraio, comodamente. Porto fuori la sedia con le rotelle che sta davanti alla scrivania, sedendomi di fronte a lui. È coricato ed ha le braccia incrociate dietro la testa, la maglietta leggermente alzata e non posso far a meno di guardare il lembo di pelle in vista; si intravede l'elastico dei boxer e l'ombelico, giusto un accenno del ventre piatto e muscoloso. Sento le guancie diventare rosse mentre mi costringo a spostare lo sguardo sul suo viso. Mi sta fissando, in modo malizioso, ma per sua fortuna non dice nulla di inappropriato. "Allora, che stato dell'Europa avevi intenzione di fare?" chiedo incrociando le gambe e poggiandoci sopra il quaderno per scrivere sopra le idee. Alla fine il professore ha preferito che fossimo noi a scegliere lo stato, per essere più motivati. "Mha.. non saprei, a te quale piacerebbe fare?" "L'Italia" dico sicura, anche se non ci sono mai stata mi ha sempre ispirato come posto. Un'estate Zac ci andò per uno dei suoi corsi di fotografia, mi raccontò ogni minimo dettagli e ne rimasi affascinata in un modo impressionante. "Mh, direi che va bene" acconsente Cameron, annuendo. "Bene, ora che abbiamo il Paese non ci resta altro che trovare una buona idea.." dico appoggiando il fondo della penna sulle labbra, riflettendo. "Senti un po', tu sei un'appassionata di fotografia, no?" mi chiede Cameron, annuisco. "Allora, potremmo fare una cartina dell'Italia e, per ogni regione incollare su di essa una foto che rappresenti il monumento o i monumenti più importanti della stessa." dice Cameron. Trovo sia una grande idea, così annuisco, energicamente. "Poi dovremmo anche scegliere una cittá in particolare, ricordi?" dico a Cameron che sbuffa "si, ma per oggi abbiamo già fatto abbastanza" dice. Lo guardo malissimo, ma sembra davvero intenzionato a non fare più niente, così alla fine sbuffo e rientro, poggiando il quaderno sulla scrivania. Cameron mi segue e quando mi giro lo ritrovo in ginocchio sul letto, intento a guardare le foto appese al muro. "Hai davvero un mucchio di foto" dice guardandole attentamente, mi avvicino, annuendo. "E questo chi è? Non sarà mica il tuo ragazzo?" chiede leggermente infastidito. Alzo un sopracciglio, avvicinandomi e guardando la foto che sta indicando. Mi si forma un nodo in gola, "n-no.. non è il mio ragazzo" dico, fissando l'immagine lucida di me e Zac, abbracciati. Scrolla le spalle, non si è accorto della mia espressione, per fortuna. Mi obbligo ad ingoiare il gusto amaro che mi si è formato in gola, non voglio e non posso essere triste, in questo momento. Arriva alla nostra foto e un sorriso gli si forma in volto, mi guarda di sottecchi. "E così.. ho l'onore di esserci anche io, su questa parete" dice, senza togliersi quel sorriso dal volto. "Bhe si, sai.. mi facevi pena così ho messo anche te" dico in tono altezzoso, scherzando. "Ooh, questa era davvero cattiva!" esclama Cameron. Scoppio a ridere per la sua faccia abbattuta, e gli tiro una leggera spinta sulla spalla "dai, scherzo" dico, continuando a ridere. "Sarà meglio" risponde, facendomi la linguaccia. "Che ti va di fare?" chiedo, dopo qualche minuto di silenzio. "A dire il vero, ho notato una piscina qui sotto che mi attira molto" dice, soppeso un po' la sua proposta "mh..okay" dico, annuendo. Scendiamo le scale ed usciamo, passando per la cucina. Arriviamo in giardino. Mi stendo comodamente su una delle sdraio, poi sento degli schizzi arrivarmi sui piedi, alzo la testa. La maglietta di Cameron è a terra, di fianco a me e lui è in acqua. "Che aspetti a fare un bel tuffo?!" mu urla divertito, facendo qualche bracciata. "Non ci penso proprio!" gli urlo in risposta. Non ribatte, così appoggio nuovamente la testa, e chiudo gli occhi; devo abbronzarmi un po'. Dopo pochi minuti vengo afferrata saldamente da due braccia bagnate, spalanco gli occhi. "Cameron, cosa stai facendo?!" quasi urlo, nonostante sia attaccato a me "mi sentivo solo in acqua, così..." non ho il tempo di ribattere, lui mi ha già buttata in acqua. Riemergo e tossisco un paio di volte, non pensavo lo avrebbe fatto davvero "sei un cretino!" sghignazza, buttandosi nuovamente in acqua "lo so, ma ormai sei qui, quindi rilassati" dice, prima di cominciare a nuotare verso di me. Non appena riemerge, lo schizzo, lui spalanca la bocca stupito e ride. Comincia una lotta di schizzi. Rido. Ride. Si avvicina lentamente, interrompendo la gara. Mi prende in braccio e, a pochi centimetri dalle mie labbra, dice "sarà meglio uscire, stai congelando". In effetti è vero. Mi rimette giù e, mentre cerco di riprendere a respirare normalmente, esco. Cameron mi squadra da capo a piedi prima di scuotere la testa e sorridere. Entro in casa e prendo un paio di grandi asciugamani. "Ti prendo un cambio" dico a Cameron che annuisce. Salgo le scale, attraverso il corridoio e supero la mia stanza. Mi fermo davanti alla porta e, dopo aver preso un respiro profondo, entro. Questo posto sa di lui, posso ancora sentire il suo profumo. Mi avvicino all'armadio in cui mia madre ha messo i suoi vestiti, prendo un paio di pantaloncini, di quelli che usava per giocare a basket ed esco, il più velocemente possibile. Mi richiudo la porta alle spalle, appoggiandomici contro per qualche secondo, devo riprendere fiato. Torno sotto e porgo i pantaloncini a Cameron, che purtroppo si è già rimesso la t-shirt. "Stai bene?" mi chiede, lo sguardo preoccupato. "Si, ho solo bisogno di cambiarmi" dico, forzando un sorriso "va bene.." si limita a dire Cameron, mentre torno in camera mia. Mi cambio velocemente; una camicetta senza maniche a quadretti lunga fino a metà coscia e torno sotto. Vado in salotto, credendo di trovarci Cameron che invece non c'è, "Cameron sei qu.." non finisco la frase, mentre entro in cucina. Seduti sugli sgabelli, uno di fronte all'altro, ci sono mia madre e Cameron. Lei sorride compiaciuta e Cameron sembra a suo agio, mentre io in questo momento vorrei solo sotterrarmi. "E-ehi, mamma. Non ti avevo sentito tornare" dico avvicinandomi e dandole un bacio sulla guancia "sono appena arrivata, il tuo amico, Cameron, mi stava giusto raccontando delle belle idee che avete avuto per il progetto" dice rivolgendo un sorriso al ragazzo che le sta seduto davanti. Riprendono a chiacchierare mentre io me ne sto zitta, in piedi appoggiata al lavello. Non sembra nemmeno lui, mentre parla con mia madre; sembra davvero un ragazzo per bene, non che non lo sia ma è anche un coglione. Credo ci sappia semplicemente fare con i genitori, considerato tutte le ramanzine che deve essersi subito dai genitori delle puttanelle che si scopa, deve aver imparato una qualche tecnica. Torno sul pianeta terra solo quando mia madre mi passa una mano davanti al viso "mi hai sentito? Forza, aiuta Cameron ad apparecchiare il tavolo" spalanco gli occhi, non posso credere che lo abbia invitato a cena. Annuisco, avviandomi in sala, seguita da Cameron. "Dove hai imparato a conquistare i genitori?" gli chiedo non appena siamo abbastanza lontani dalla cucina. Scoppia a ridere "non è colpa mia se sono un ragazzo tremendamente affascinante" "certo, come no" dico deridendolo. Fa finta di essersi offeso, mentre posiziona le posate "non credi sia un ragazzo affascinante" questa volta sono io a scoppiare a ridere. Finiamo di preparare la tavola e mia madre ci raggiunge, portando una ciotola con della pasta, che distrubuisce nei tre piatti. Mangiamo, discutendo del più e del meno e in breve abbiamo finito. "Sarà meglio che vada, si sta facendo tardi ed è meglio che vada a dare la buona notte a Lily in ospedale, altrimenti non vuole andare a letto" dice Cameron, alzandosi da tavola. È da un po' che non vado più a trovarla, mi manca quel pulcino. "Ti accompagno, così la saluto" dico, ma mia madre subito mi interrompe "Aria, si sta facendo buio, non voglio che tu debba tornare a casa da sola" non faccio in tempo a rispondere che Cameron, con un sorriso in volto e un tono allegro dice "non c'è problema, se per lei va bene la riaccompagno io a casa, non arriveremo tardi" mia madre si illumina, mentre io divento rossa peperone "mh.. in questo caso, va bene. Fate attenzione" dice mia madre congedandoci con la mano. Usciamo di casa ed attraversiamo il vialetto, in silenzio. "Tua madre è molto simpatica" dice Cameron ad un certo punto, lanciandomi un'occhiata, annuisco, senza guardarlo. "Tutto bene?" continua, guardandomi interrogativo, annuisco nuovamente. "Ma che cazzo? Mi stai prendendo in giro?" prosegue, scuoto la testa. "Ma vuoi parlare?!" il suo tono ora è irritato. "Non ho voglia di parlare" dico continuando a camminare, nonostante lui si sia fermato. Mi afferra per un polso, facendomi voltare verso di lui. Mi fermo, guardandolo senza dire nulla. "Dimmi cosa ti prende" mi ordina, avvicinandosi. "Non mi prende niente" dico in tono piatto. "Non sarà mica perchè tua madre ha acconsentito a farti venire solo se ti riaccompagnavo, vero?" dice, guardandomi dritto negli occhi. Abbasso lo sguardo, detto ad alta voce sembra una cosa stupida ma mi dà fastidio il fatto che mia madre si fidi più di uno sconosciuto che di sua figlia, e che lo inviti a cena, e che mi chieda di mio fratello e che poi mi butti ins acqua, e che mi incasini dentro così tanto, mi irrita la sua presenza perchè non so che cosa mi succeda quando c'è lui. E mi irritano i suoi costanti cambi d'umore; le sue prese in giro, gli insulti, i suoi sorrisi, i suoi abbracci. "Aria, parla" interrompe i miei pensieri, mettendomi due dita sotto il mento e alzandomi il viso. "Scusa, è tutto a posto" dico facendo un finto sorriso, non voglio ammettere quello che mi sta succedendo, perchè in fondo non è niente; noi siamo amici e a volte mi irritano i suoi comportamenti, ecco tutto. Mi trapassa l'anima con i suoi profondi occhi e, alla fine, si decide a lasciarmi il polso. Arriviamo in pochi minuti in ospedale in silenzio. Saliamo al sesto piano e entriamo nella camera di Lily. È seduta a gambe incrociate sul letto, lo sguardo fuori dalla finestra. Le terapie e le medicine stanno cominciando ad agire sul suo organismo; è pallida e magra e i capelli stanno cominciando a cadere. Le braccia hanno alcuni lividi, a causa delle troppe punture e flebo. Però, nonostante siano segnate da occhiaie scure i suoi occhi sono ancora accesi, vivaci, quelli di una bambina di otto anni. Quando chiudiamo la porta i sente, si volta e sul suo viso compare un ampio sorriso. "Ciao Aria! Finalmente sei venuta, pensavo non lo avresti più fatto" quasi scoppio a piangere, mi sento terribilmente in colpa. Mi avvicino e l'abbraccio "scusa pulcino, mi farò viva più spesso, promesso" le dico mentre lei mi stringe forte per la maglietta. "Cameron, vieni a darmi la buonanotte!" ordina sbadigliando, dopo avermi lasciata andare. Annuisce avvicinandosi al letto e piegandosi. Le dà un leggero bacio sulla fronte, prima di rimboccarle le coperte "ti voglio bene" gli dice Lily prima di girarsi su un fianco e chiudere gli occhi. Assisto alla scena dalla soglia della porta, con gli occhi colmi di lacrime.
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vivo per due
Teen FictionLa vita di Aria, un freddo giorno di Novembre, cambierà per sempre. Tutto quello che è sempre stato il suo mondo subirà un profondo mutamento. Aria affronterà per la prima volta la morte. Ma anche dai peggiori eventi può nascere qualcosa di buono. D...