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È il giorno del trasferimento. Nonostante ci siano ancora i mobili principali, la casa è vuota senza tutti i piccoli oggetti che hanno fatto parte della mia vita per 17anni. È un po' una perfetta metafora di ciò che è sucesso solo pochi giorni fa, penso, mentre mi preparo per il grande giorno. Sono solo le 5.45, ed ho un sonno assurdo. Ma siccome l'aereo parte alle 7.15, non posso perdere tempo. Tornando dal bagno, incrocio mia madre, che mi dà un piccolo bacio sulla guancia, sembra serena. Mio padre negli ultimi giorni non si è presentato, e questo, in fondo è un bene, non abbiamo bisogno di ulteriori drammi, ne stiamo già passando a sufficienza. Torno in camera e indosso un paio di jeans azzuro chiaro attilati, una semplice t-shirt blu e una felpa in tinta . Poi mi infilo le vans blu, solo uno delle tante paia che ho tra vans e allstar. Ho sempre avuto la fissa per le scarpe, sono il mio grande amore e ne ho di tutti i generi e colori, anche se le mie preferite sono, appunto, le vans e le allstar. Controllo il mio polso destro ed eccolo al suo posto, il braccialetto. Mi avvio al piano di sotto con una delle tre valigie e comincio a portarla giu, dopo lunghe fatiche riesco a portarle tutte davanti alla porta, compreso il borsone contenente le scarpe. "Mammaa, è arrivato il taxi!" Urlo a mia madre sulla soglia di casa, lei arriva subito dalla cucina e si appresta ad andare fuori. "Ti aspetto fuori, comincio a caricare le nostre valigie sul taxi" dice, capendo benissimo che io voglia dare l'ultimo saluto a quella che è stata la mia casa per tanto tempo. Comincio dal salotto; così grande e luminoso. Il grosso divano, posizionato davanti alla tv, è stato per molto tempo l'accampamento mio e di Zac, amavamo guardare ogni genere di film stravaccati sul divano, era una nostra tradizione, aiutava a rulassarci e dimenticare almeno per quel paio d'ore i problemi di tutti i giorni. Poi passo alla cucina; il grande bancone con gli sgabelli su cui facevamo sempre colazione. Zac era solito lanciarmi i cereali e così cominciavano le piccole lotte di lancio con il cibo, che terminavano sempre nelle risate. Salgo le scale e mi avvio in camera sua, abbiamo deciso di prendere anche le sue cose, almeno le più importanti. Entro e la vedo. Proprio lì, appoggiata sulla scrivania c'è il suo grande, piccolo tesoro. La prendo e me la appendo al collo, sarebbe fiero se provassi anche solo a scattare delle fotografie lontanamente belle quanto le sue. Mi guardo attorno e questo posto sa di Zac, il suo letto costantemente sfatto è ancora lì, appoggiato alla parete in attesa che il proprio padrone torni a farsi una bella dormita, non sa che lui non tornerà. "Tesoro è ora di andare se non vogliamo perdere l'aereo" sento urlare a mia mamma dal piano di sotto. La saluto per l'ultima volta e uscendo, chiudo la porta, in modo che nessun altro possa entrarci, era il nostro rifugio e tale deve rimanere. Salgo sul taxi con in spalla il mio zainetto portatutto e la macchina fotografica al collo, spero di non rovinarla, Zac aveva usato mesi di risparmi per comprarla. Arriviamo in una mezz'ora all'aereoporto e lasciamo i bagagli al check-in. Poi facciamo controllare la validità dei biglietti e ci imbarchiamo. È la prima volta che volo senza Zac. Un'hostess comincia con la solita routine di raccomandazioni e blablabla. Il viaggio sarà lungo, circa nove ore, dice. Decido di farmi una dormita, magari il tempo passerà più velocemente. Dò un bacio a mia madre che è seduta sul posto affianco al mio, infilo le cuffie e chiudo gli occhi.
"L'acqua è gelata!! Come fai a farci il bagno? ti prenderai un raffreddore!"  Dico in riva al mare tutta infreddolita "dai sorellina muoviti! Non è così fredda una volta che ci entri" dice avvicinandosi in modo molto sospetto. "Non oserai schizz..." non riesco a finire la frase che sono già completamente bagnata. Spalanco la bocca, sorpresa e mi fiondo in acqua per cercare di afforgarlo. Gli salto al collo, ridendo, ma non riesco a portare a termine il mio obbiettivo.

"Ehi tesoro, svegliati, stiamo per atterrare" dice mia madre in tono pacato. Ho dormito per tutto il viaggio? Wow. Mi strofino gli occhi ed annuisco. Poi guardo alla mia sinistra, dal finestrino. Wow! In lontananza il panorama è stupendo, pieno di palme e al tempo stesso di palazzi altissimi e poi, l'oceano. Sono felice che mia madre abbia scelto di vivere così vicino al mare, l'abbiamo sempre amato, Zac quando d'estate ci andavamo passava intere giornate in acqua, era nel suo elemento e nonostante le ore che passava sotto il sole non si è mai bruciato, questa cosa fortunatamente l'ho presa da lui, sarebbe spiacevole girare per Los Angeles rossa come un peperone. Ci avviamo all'uscita dell'aereo. Ho fatto bene a non mettere il parka, questa mattina. Fa un caldo assurdo e prima di scendere chiedo alla hostess "mi scusi, quanti gradi ci sono?" La hostess mi sorride e risponde "siete fortunate, oggi fa caldo, circa 26gradi". Resto stupita, com'è possibile che faccia così caldo in novembre? Mi appresto a scendere dall'aereo e ad andare a ritirare i bagagli con mia madre. Mentre lo facciamo, chiedo "mamma, ma ora che siamo qui come faremo a spostarci? Non abbiamo un auto" mia madre mi guarda e dice "uff, volevo che fosse una sorpresa! Va be, me ne sono già procurata una, vedrai, ti piacerà" non posso far a meno di sorriderle e stamparle un bacio sulla guancia, sono emozionata per la prima volta. Questo cambiamento si sta materializzando davanti ai miei occhi ora, che siamo qui e non posso far a meno di esserne eccitata. "Forza, andiamo, la nostra auto ci attende fuori" dice mia madre sorridendo e io mi appresto a seguirla, trascinandomi a stento tutti i bagagli dietro. Usciamo e ci avviamo verso il parcheggio, mia madre dice "aspettami qui, vado a prenderla" io annuisco e attendo, sono impaziente. Mi tolgo la felpa e la ripongo nello zainetto, è già pieno di roba e non so come faccia a contenerla. Ed eccola lì, l'auto dei miei sogni che si materializza davanti ai miei occhi; una jeep compass, semplicemente stupenda, comoda e spaziosa. Non riesco a trattenere un gridolino, giusto per far  capire a mia madre che l'adoro. Insieme carichiamo i bagagli e poi saliamo davanti, mia madre alla guida e io di fianco a lei. "Allora, quanto è lontana la nostra nuova casa?" Chiedo a mia madre "Circa un'oretta, mettiti comoda" risponde. Io annuisco, mentre tiro fuori il CD dei linkin park, l'unico che non ho messo negli scatoloni che già abbiamo spedito nella nuova casa. Lo metto nel lettore e parte Numb. Il tragitto prosegue tranquillo, osservo fuori dal finestrino per tutto il tempo e devo ammettere che questa città non è niente male, vi sono ragazzi della mia età che passeggiano per le strade, a piedi, in bici o sullo skateboard e questa cosa mi rincuora, perchè significa che se mi metterò d'imegno riuscirò ad integrarmi. Sono le 18.27,ormai dovremmo essere quasi arrivate. "Ecco, questa è la via" dice mi madre svoltando, il quartiere in cui ci troviamo è molto carino, le case, anzi le ville, sono tutte grandi e hanno un bel giardino. Inoltre si arriva al mare in massimo 10minuti di cammino a piedi, secondo i miei calcoli. "Eccola qui, la nostra nuova casa" dice mia madre entusiasta. Rimango a bocca aperta. È semplicemente pazzesca, penso. Scendo di corsa dall'auto e mi fermo davanti al cancelletto di ingresso. Prima della casa c'è un grande giardino, ben curato; l'erba è di un bel verde acceso e semra morbida, perfetta per camminarci sopra a piedi nudi e qua e là vi sono delle aiuole con bellissimi fiori dai colori vivaci, "ottimo, così mamma potr dedicarsi al giardinggio" penso, in effetti è un'attività che ha sempre amato fare, quando eravam piccoli io e Zac volevamo sempre aiutarla, ma la maggior parte delle volte andava a finire che ci sporcavamo di terra dalla test ai piedi e mamma non aveva concliso niente, ma non le importava molto, le bastava che noi fossimo felici. Un vialetto percorre interamente il giardino e ci conduce davanti alla porta di ingresso, che è laccata di rosso mattone. La casa non può essere definita in questo modo, è gigantesca. È bianca, mentre le finestre sono laccate di rosso mattone, come il tetto. È a due piani, e non so come faremo a tenerla pulita e ad utilizzare tutte le stanze, visto che siamo solo in due. "Allora, cosa ne pensi?" Chiede mia madre avvolgendomi il braccio intorno alle spalle, "sono senza parole, è stupenda" dico, e lo penso davvero. "Forza, entriamo, a te l'onore di aprire la porta per la prima volta" dice mia madre porgendomi la chiave. La afferro, la inserisco nella serratura e giro un paio di volte. Questa si apre e finalmente entriamo. Lo stupore non è ancora finito, l'interno è anche meglio dell'esterno. Ci troviamo nel salone, è talmente grande che bisogna chiamarlo così. È luminoso e le pareti di una tinta rosa chiara trasmettono tranquillità. Al fondo si trova un grande divano di una tinta chiara, fronteggiato, da una tv al plasma, Zac lo avrebbe adorato, si lamentava sempre del televisore nella vecchia casa, diceva che ci avrebbe fatto perdere la vista talmente le immagini erano piccole, in realtà anche quel televisore era bello grosso. Vi sono poi un lungo tavolo da pranzo in vetro, molto moderno e bellissimo intorno al quale ci sono 8sedie dello stesso materiale e dello stesso stile. La parete a sinistra ha una grossa finestra che si affaccia sul cortile. È semplicemente stupenda. Cambiando stanza trovo la cucina, anch'essa spaziosa e moderna, poi una piccola stanza che farà la lavanderia e un bagno perfettamente arredato. Decido di esplorare il piano superiore "spero che tu riesca a trovare la stanza perfetta per te" dice mia madre. La guardo e sorrido, mentre faccio le scale. La prima stanza che trovo è quella che probabilmente sarà di mia madre, arredata in modo fine ed elegante, come tutto il resto della casa e spaziosa e luminosa ed ha un bagno poprio, per fortuna così non dovremo condividere quello al piano di otto, anche se sarà un po' scomodo dover fare le scale tutte le volte. Poi arrivo ad una seconda porta, la apro e... wow.. è enorme. Le pareti sono verniciate di verdeacqua, il mio colore preferito. Entrando a sinistra, vi è una cabina armadio, le ante sono laccate di bianco, mi ci avvicino subito, le apro ed è semplicemnte stupenda, c'è un mucchio di spazio in cui sistemare tutte le mie cose; i vestiti, le scarpe etc. Appoggiato alla parete di destra vi è invece un letto matrimoniale, molto semplice e anch'esso laccato di bianco. Ai suoi piedi, in mezzo alla stanza vi è un grosso tappeto morbidissimo. Ma il pezzo forte è la terza parete, fatta  completamente di vetro. Mi avvicino stupita e noto che si può aprire, da qui si accede ad un grosso balcone e, sotto di esso... "mamma!! Oddio ma abbiamo la piscina?! Urlo sbalordita" non ci posso credere, nel giardino sul retro, grosso almeno quanto quello sul davanti, vi è una grossa piscina, questo posto è stupendo. mia madre bussa alla porta ed entra nella mia camera, io le sorrido entusiasta e dico "wow mamma, è tutto stupendo!" lei annuisce e dice "in fondo al corridoio, dopo la stanza in cui ho fatto mettere tutti gli oggetti di tuo fratello e dopo quella degli ospiti, c'è un'altra stanza, solo per te." sono un po' confusa da questa dichiarazione e vado a vedere di che stanza si tratta, seguita da mia madre. apro la porta e... il pavimento è in parquet, al contrario delle altre stanze in cui è di marmo e tre pareti sono ricoperte di specchi, mentre su quella libera vi è una grossa finestra che illumina perfettamente. Lungo tutte le pareti scorre una sbarra di  legno e nell'angolo a destra vi è uno stereo cun un piccolo amplificatore. La stanza della danza. quando ero piccola tormentavo mia madre per averne una ma nella vecchia casa mancava lo spazio. Ed ora, eccola qui, in tutto il suo splendore. Sto a stento trattenendo le lacrime. Mia madre si avvicina e, anche lei commossa dice "non devi smettere di portare avanti la tua più grande passione, Zac non vorrebbe che lo facessi e questo è il mio e il suo modo per dirti di continuare a ballare, perchè quando lo fai, entri nel tuo mondo". Mia madre ha ragine, Zac non mi avrebbe mai permesso di farla finita con il ballo, a costo di mettermi le scarpette con la forza. Annuisco e l'abbraccio, dicendole "grazie".  Dopo aver contemplato ancora un po' il resto della casa, ho anche il mio bagno personale da cui si accede direttamente dalla mia camera, cosa molto bella visto che non dovrò fare continuamente le scale, porto su i bagagli. Sono troppo stanca per mettere a posto i vestiti, lo farò domani, per fortuna le cose negli scatoloni sono già state tutte sistemate. I miei libri e i CD sono posizionati su un'enorme libreria laccata di bianco, e mi addormento così, osservandola.

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