63 CAPITOLO

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Coscienza: la pancia... Martinus ci ha visto tutto il giorno stare tranquillamente con la pancia di fuori, quel enorme ammasso di grasso che ci ritroviamo

La mia coscienza mi dà il via e io parto, scoppio a piangere cercando di non singhiozzare o di non emettere rumori che facciano capire che sto piangendo, mi guardo allo specchio ricordandomi che mi ero truccata, ma grazie a dio era tutto perfettamente al suo posto, tranne la matita che ho messo all'interno dell'occhio, quella é completamente svanita nel nulla, mi cerco di asciugare le lacrime senza rovinare nulla e provo a pensare a qualcosa di positivo così da non rischiare una ricaduta.

Penso al fatto che dopo tutto Martinus non é cambiato, pur avendomi vista con la ciccia di fuori, ma questo pensiero mi porta solo a pensare che sia un ragazzo gentile e che non vuole farmi star male e quindi mente, fa finta che gli interesso ancora.

Decido di dedicare il tempo che manca a leggere un po' così da non pensare a nulla che abbia a che fare con la mia vita, dopo un po' sento bussare

Anne: sei pronta?
Io: si

Metto due libri nel piccolo zainettino in cui ho messo anche le cuffiette, una matita, una gomma, un'agenda, una pochette coi trucci, una spazzola, uno specchietto e il caricatore portatile

Una persona normale si chiederebbe cosa me ne faccio dei libro o di un'agenda con tanto di matita e gomma, ma a me è successo personalmente di uscire con persone che così parlando sembravano interessanti, ma poi nelle uscite diventavano una palla e lì io iniziavo ad avere ogni tipo di problema che mi portasse a usare il bagno, con la scusa di dover andare a fare pipì o la cacca, vomitare, o anche solo andarmi a ritoccare il trucco

Andavo in bagno prendevo il mio libro o la mia agenda e mi mettevo a leggere o scrivere o disegnare, anche stando in bagno per molto tempo.

Esco dalla mia stanza, vado in veranda, mi siedo e mi metto le scarpe sotto gli occhi di tutti

Nonno: esci vestita così?
Io: si, perché?
Nonno: no, niente, magari potevi mettere qualcosa di più carino
Io: e lo so, ma ormai é troppo tardi

Andiamo in macchina, mi siedo e mi tiro la zip della felpa su fino alla fine

Anne: bene, come mai lo zainetto? Non avrai portato tutta casa come tuo solito
Io: no, ho solo i trucchi, una spazzola, uno specchietto, il caricatore portatile, le cuffiette, poi un libro, un'agendina, una matita e una gomma, basta... Ah, non é vero, ho anche il portafoglio
Anne: va bene, non ha portato tutta casa ma tre quarti si
Io: sono cose che servono se si va in giro
Anne: io capisco i trucchi, la spazzola, lo specchietto, il portafoglio, il caricatore portatile, ma non capisco il perché del resto
Io: metti che nel ritorno in macchina mi annoio, mi metto a leggere o scrivere mentre ascolto la musica, é tutto già calcolato
Anne: in certe cose non ti capirò mai

Il mio sorriso in parte si é spento, Martinus mi prende per mano

me l'avesse detto primaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora