Capitolo 4

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Dean accosta e scende dall'auto, lasciando il posto a Sam, quindi scendo anche io. Finalmente siamo in città. Sono eccitata, non vedo l'ora di scoprire tutta la verità! E, beh, d'accordo, forse voglio anche capire come lavorano i Winchester.
Castiel ci saluta con un cenno della mano e l'impala riparte con una sgommata, allora vedo Dean mordersi il labbro inferiore e borbottare qualcosa. Poi inizia a camminare in una direzione qualsiasi, come se non esistessi. Io lo seguo, poi allungo il passo e lo affianco. Non so che dire, e direi che c'è decisamente tensione nell'aria. -É bella la tua macchina. Mi piace.- sicuramente non sono un genio nell'iniziare conversazioni piacevoli e totalmente disinteressate con gli sconosciuti musoni. -Lo so. E grazie.- risponde seccato. -Socievole...- sussurro io. -Ti ho sentito.- arrossisco e lo guardo di sottecchi. 
Lui fa un gesto con la mano come se fosse infastidito da quella mia occhiata, quanto lo sarebbe da una mosca e io alzo gli occhi al cielo. 
-Entriamo qui.- mi indica un bar. Entriamo e andiamo a sederci, in silenzio. Meno male, avevo paura che stessimo parlando troppo. 
Arriva subito un cameriere pelato con profonde occhiaie e una grandissima voglia di vivere. -Cosa vi porto?- Dean mi fa cenno di ordinare -Oh, un caffè espresso!- sorrido al cameriere e lui non ricambia in modo amichevole il sorriso quindi fisso il tavolino con sguardo imbarazzato. -Un caffè lungo, per me.- Il cameriere sembra fare una specie di inchino e se ne va.
-Come pensi di scoprire qualcosa con...questo qui?- guardo Dean ansiosa di avere una risposta. -Con quello? Non riuscirei mai nemmeno a farci due parole. Ma sarai TU ad ottenere qualche risposta. Vedi quel ragazzo giovane?- e mi indica un ragazzo che sembra avere all'incirca la mia età, sta servendo ad un tavolo e ora va a prendere le nostre ordinazioni. Io annuisco. -TU andrai là e con il tuo fascino - virgoletta con le dita la parola fascino - gli strapperai qualcosa. Basta che aspetti che ci abbia portato le ordinazioni e poi vai a pagare e gli fai le domande.- mi guarda in attesa di una reazione. Poi capisco. Crede che io non ce la possa fare. Bene. -Va bene!-annuisco decisa. Lui solleva le sopracciglia e sospira. -Chiaramente non comprendi il mio charme.- gli sorrido ironica. Quando il ragazzo ci porta le ordinazioni io gli sorrido e lui arrossisce. Bene. Bevo in fretta il caffè, ma non troppo per evitare di essere presa per una stalker, poi mi alzo e vado verso la cassa. Lui mi fa il conto. -Ciao.- dico decisa.
-Ciao.- fa lui con un po' di timidezza. Recupero il denaro dal portafoglio nella borsa e glielo porgo con fare sicuro. Li afferra e io mi sporgo verso di lui mantenendo comunque una certa distanza. -Mi chiedevo...sai, devo scrivere un saggio per l'università. E beh, mi stavo chiedendo se per caso sapessi qualcosa sugli omicidi avvenuti ultimamente in zona. O se conoscessi per caso qualcuno che potrebbe aiutarmi.- a quel punto tutta la sua timidezza sembra andarsene. Avvicina la sua mano alla mia, sfiorandomi le dita. -Beh, potremmo parlarne sta sera...magari, a casa mia...- sono senza parole e disgustata. Sto per balbettare qualche scusa e andarmene quando sento una voce alle mie spalle dire:  -Togli quella mano se non vuoi che finisca nel boccale da birra che hai a fianco.- Dean grazie a Dio. -E tu chi ti credi di essere?!- lo sfida l'altro con lo sguardo. -Il suo ragazzo amico, quindi dacci il resto e lasciala in pace. E nessuno si farà male.- ringhia Dean e mi mette una mano su un fianco. Il ragazzo mi dà il resto e continua a fissare il mio compagno in cagnesco. Dean mi trascina letteralmente fuori lanciando al ragazzo un ultimo sguardo penetrante, prima di uscire. Fuori dalla porta a vetri mi dà un ultima stretta e guarda ancora una volta l'altro all'interno. Iniziamo a camminare, e ci allontaniamo dal locale. Dopo quella che mi è sembrata un'eternità la sua mano scivola via dal mio fianco. 
-Mi spiace.- questa sua frase mi riporta alla realtà. -Eh? Per cosa?- lo guardo senza capire. -Dovevo capirlo che era un idiota. Scusa.- si passa le mani tra i capelli. -Tranquillo, non é successo niente di male. Davvero, tranquillo.- mi viene da ridere. -Beh. Sì, hai ragione, non so nemmeno perché mi sono scusato.- ammette con la solita aria strafottente. -Già.- confermo io, acida, di nuovo. Ci guardiamo un istante e poi scoppiamo entrambi a ridere. -Gli hai messo davvero paura!- tento di non morire dal ridere. -Già! Ho superato me stesso lo devo ammettere!- ridiamo per un intero minuto e non appena ci siamo calmati ci dirigiamo verso una libreria per chiedere altre informazioni. Questa volta sarà Dean a farlo, mentre io "raccoglieró indizi" nella libreria. Quando entriamo mi metto subito a curiosare qua e là mentre lui si dirige alla cassa e inizia a chiedere informazioni su pettegolezzi e ciò che si dice di fondato e non. Io intanto trovo un libro che avevo anche io a casa. -Cazzo quanto mi manca casa.- sussurro non accorgendomi che Dean é dietro di me. -Ci farai l'abitudine.- mi sussurra di rimando -Ora dobbiamo andare, Sammy sta arrivando.- sospiro e mi stacco dei miei amati libri. -Okay.- usciamo dalla libreria ringraziando il commesso. Appena siamo fuori mi informo -Hai scoperto qualcosa?- mi mordo il labbro agitata. -Molti hanno detto di aver visto passare un affare nero, enorme. Come dicevi tu. Quindi...- completo io la sua frase -non può essere un cane infernale.-
-Esatto.- annuisce Dean e mi mostra una locandina. La osservo meglio. "Cercasi cantante night club per serate. Anche provvisoria." Capisco quello che mi vuole dire. -Non credo di saper cantare, ma...se può essere utile per far entrare voi...faró il provino- sospiro e mi mordo il labbro inferiore, nervosa.

Scendo dall'auto. Ho chiesto che ci fosse solo Castiel, vorrei evitare figuracce, e mal che vada potrebbe addormentarmi fingendo uno svenimento improvviso. Entriamo nel locale e io mi avvicino al bancone.-Salve vorrei chiedere per il provino per...- non finisco la frase che la donna davanti a me si è già messa ad urlare -FRANK! FRANK! CE N'È UNA!- io stringo la borsa al petto e quando un uomo arriva e mi guarda, deglutisco un po' troppo rumorosamente. Annuisco non appena mi chiede -Davvero? Vieni! Ti devo sentire! Oh se vuoi tuo padre può venire.- e entra dietro una tenda. Castiel fa una faccia poco convinta e mi fa segno di entrare -Io inizio a chiedere qui...- mi bisbiglia. Io entro e mi siedo sulla sedia davanti ad una piccola scrivania improvvisata son un tavolo, una lampada e un computer portatile. -Allora....Nome, Cognome e anni....- gracchia l'uomo tossendo ogni che parole. -Ehm...si, sono Arya Roswood e ho... vent'anni.- sono agitata. - E per quanto vorresti cantare qui?- mi chiede dolcemente. -Io...non lo so...Io e i miei amici credo ci fermeremo qui molto a lungo.- Annuisce lentamente, con fare pensieroso, e poi -dopo avermi chiesto se so ballare, cosa che assolutamente non sono in grado di fare- mi consegna un foglio con il testo di una canzone. Mi schiarisco la voce e inizio a cantare. 

Dopo la seconda canzone e una quantità di sudore che farebbe invidia a chiunque, mi ferma con un gesto della mano. -Basta così. Beh, direi che...CIIIII SIAMOOOO! AMANDA NE ABBIAMO UNA!- Frank inizia a saltare davanti a me tirandomi per i gomiti. Poi si ferma -Venerdì sera della prossima settimana, alle dieci in punto. Mettiti un vestito carino.- ho appena il tempo di annuire che lui mi sta già spingendo fuori dove Cas mi aspetta.

Usciamo e torniamo a piedi verso il motel. Regna il silenzio per quasi un'ora. Poi, quando siamo ormai molto vicini vedo spuntare Sam, a piedi, sulla strada. -Allora?- mi domanda sorridendo. -Ce l'ho fatta!- grido e gli salto tra le braccia, fiera di me, anche se dubito ci fossero molte contendenti per quel posto. Lui ricambia il mio abbraccio ma poi entra in scena Dean e lo sento irrigidirsi. Si stacca da me e guarda il fratello. -Ce l'abbiamo?- mi accorgo che la domanda è rivolta a me così mi affretto a rispondere. -Alle dieci di venerdì prossimo!- Sorride -Bene. Allora dobbiamo escogitare un piano, che sia efficace e a bassa mortalità, ovviamente. E magari anche un piano b. Non si sa mai...-

Si inizia!



SPAZIO AUTRICE DAL FUTURO (2020):

Buongiorno! Non cancello lo spazio autrice iniziale, nonostante sia un'azione che potrebbe contribuire a preservare la mia dignità, o quel che ne resta. Non voglio negarvi nemmeno la più piccola e imbarazzante parte di questa esperienza, capitemi. Chiedo scusa, per chiunque avesse letto questa storia prima della revisione per tutti quei "dà" (PV) senza accento, sono ricordi che mi riportano al tempo in cui scrivevo dal tablet con tastiera che non aveva accenti. E scusate anche per tutti gli errori morfo-sintattici che avete incontrato, spero che abbiate ancora un po' di Amuchina in casa per disinfettarvi da quella roba, insomma.

Grazie per l'assiduo impegno di traduzione della mia scrittura geroglifica, per le letture, i voti e i commenti. Grazie, grazie, grazie, grazie!



Spazio autrice

Gne a tutti! Spero che fino ad ora vi sia piaciuto! Io mi sono divertita molto a scriverlo lalalala! Se vi piace votatela e consigliatela in giro! Ho fatto lo spazio autrice perché non sapevo come far finire il capitolo....avevo paura di farlo troppo lungo e quindi annoiarvi! Saluti
Xx
-AL :)
#votate:)

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