Capitolo 9

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-Molto bene, e ora dobbiamo cercare un hotel. Salite, forza. - Abbiamo appena finito un'abbuffata che avrebbe fatto invidia a chiunque, e tra chiacchiere e inaspettate risate, ormai è praticamente buio.

Quando finalmente entriamo nel motel, Sam va a chiedere due camere con letti singoli. -Lo so che ti è piaciuto!- esclamo entusiasta punzecchiando il petto di Dean col dito indice. Lui solleva un sopracciglio -Mh?- io sospiro sorridendo e alzo gli occhi al cielo. -Intendo questa  giornata! Direi che è stata...in famiglia. Avanti, che cosa ti costa ammetterlo?- l'arrivo di Sam ci interrompe.
-Allora, ci mettiamo io e te insieme così lasciamo Arya un po' libera?- ipotizza facendo dondolare le chiavi dalle dita. -No, l'ultima volta sono stato io a dormire con lei, quattro giorni fa, ora tocca a me tenere il posto di Castiel.- questa cosa mi lascia di stucco. Castiel, vuoi tornare o no!?
Okay, mi devo essere immaginata quella voce che mi stava perentoriamente dicendo di piantarla di invocare un angelo del paradiso. Sicuramente. I due continuano a discutere, Sam sostiene che non serve a niente tenere il posto a Castiel e Dean dice che è loro, cioè che è nostro dovere farlo. Io dopo un po' mi stufo. -PIANTATELA! Disturbate i clienti e anche le mie povere orecchie! Dean se vuoi tenere un letto libero per Castiel lo puoi fare senza problemi! Sam non fare il bambino, smettila di discutere e vieni in stanza con me.- prendo un paio di chiavi e mentre loro stanno per riaprire bocca io specifico ancora -PUNTO! E ora, buonanotte!- torno allegra e calma come prima. Passo davanti a loro due salutandoli con la mano mentre mi allontano. A giudicare dal silenzio, sono ancora scandalizzati dai miei ordini.

Entro nella stanza contrassegnata col numero della chiave e mi chiudo la porta alle spalle. Mi butto su un letto e chiudo gli occhi. Sento la porta aprirsi e chiudersi. Sam. Si siede accanto a me sul letto, io allora mi sollevo sui gomiti e gli sorrido vedendo la sua espressione. -Non so se essere sconcertato o ammirato dal tuo tono autoritario di poco fa.- poi si mette a ridere -Ci ha spiazzato davvero, soprattutto il modo in cui hai subito ripreso il controllo dopo...- adesso sono io a ridere.
-Uomini...non ci capirete mai.- sospiro e prendo il mio pigiama nella borsa e vado verso il bagno -E ora se vuoi scusarmi- dico prima di chiudere la porta -seguirò il mio consiglio e andrò a dormire-. Chiudo la porta del bagno, è difficile cambiarsi con questa fasciature, ma in qualche modo ce la faccio. Non avevo mai valutato di diventare una contorsionista, ma in effetti sarebbe una carriera valida. Quando esco dal bagno trovo Sam già sotto le coperte, che però sta ancora lavorando sul portatile. Mi infilo nel letto e appoggio la testa sulle braccia incrociate. Chiudo gli occhi e lascio che la notte mi trascini con sè.

Mi sveglio di soprassalto, guardo l'orologio appeso alla parete. 6:30.
-Tanto vale alzarsi...- bofonchio sbadigliando. Scendo dal letto e mi cambio rapidamente. Esco dalla stanza, il rumore dei miei passi attutito dalle calze che battono sulla moquette e inizio a curiosare in giro. Cammino lungo un corridoio buio, illuminato solo dalla tenue luce del sole che sta sorgendo. Ad un tratto sento un rumore, non molto forte. Insomma, non tanto forte da essere sentito, ma abbastanza strano da essere...percepito. Dei passi. Un'ombra. Seguo il suono, che mi guida verso la fine del corridoio. Ci sono tre porte. Vado verso la prima porta che trovo e provo ad aprirla. Chiusa a chiave. Allora mi dirigo subito verso le altre due, vado prima verso quella a destra, mi avvicino e guardo dentro. Faccio un salto all'indietro. -Okay dimmi che quelli lì dentro no sono animali morti, ti prego. E dimmi che non sono appesi al soffitto.- respiro profondamente. Probabilmente sono trafficanti di pellicce. Sento dei passi, di nuovo, ma questa volta venire verso di me. -Oh Raziel!- Dico presa dal panico. Entro nella stanza con gli animali e chiudo la porta. Mi guardo attorno. Poi lo vedo, è la mia salvezza. Il condotto dell'aria! Mi arrampico su un animale che non so bene cosa sia ed entro nei grandi tubi rettangolari dell'aria condizionata, che al momento, grazie a Dio è spenta. Decido di tornare sui miei passi: quindi devo andare aaaa....sinistra. Inizio a gattonare e di tanto in tanto mi fermo perché ci sono delle grate e preferirei che le persone che dormono qui non si accorgessero di me. -Fantastico. Sei troppo curiosa Arya! Dovevi dormire! Per non parlare del fatto che stai gattonando come un'idiota nei condotti di aerazione e sei claustrofobica!-. Mi fermo quando vedo un volto familiare dormire sotto di me. -Dean!- guardo indietro. A quanto pare la grata c'è ogni due stanze. -Siamo al capolinea.- sussurro e tiro con tutte le mie forze la grata che si stacca facendo un gran rumore. Mi lascio scivolare giù con meno grazia del previsto e atterro sulla moquette sbattendo la schiena. Mi ritrovo Dean, spettinato e reduce da una dormita chiaramente lunga, con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. Mi metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Ehm...ciao?- sorrido imbarazzata, mentre tento di togliermi la polvere dai capelli.
-Che.cosa.ci.facevi.nei.condotti.del.riscaldamento?!- mi domanda uscendo da sotto le coperte, io mi copro gli occhi come una bambina visto che è in mutande. -Beh, in realtà sono condotti dell'aria condizionata!- preciso non sapendo cosa dire. Sento il rumore di una cinghia. -Apri gli occhi.- tolgo le mani dagli occhi e lui mi aiuta ad alzarmi. Appena sono in piedi mi do una spolverata con le mani ai pantaloni.
-Allora?- mi guarda inarcando le sopracciglia -Sto ancora aspettando una spiegazione.- batte il piede per terra. -Io...mi sono persa, cercando...le scale antincendio e ho...pensato, che ehm...per ritrovare la mia stanza fosse una buona idea passare di lì.- Lui sospira e si passa un mano tra i capelli. Dolore, un dolore lancinante mi attraversa la schiena. Mi accascio a terra e sento solo più suoni ovattati. Vedo Dean muovere la bocca ma non sento le parole. Sento qualcosa esplodermi sulla schiena. Urlo per il dolore. Vedo Dean che mi guarda spaventato. Poi svengo. Per l'ennesima volta.

Apro gli occhi lentamente. Vedo Dean su una sedia vicino al letto che mi guarda. Provo a muovermi ma una fitta me lo impedisce. Sento qualcosa di morbido sotto di me.
Lui mi zittisce -Shhh...è tutto okay. Sta calma.- viene a sedersi sul letto. -Cosa mi è successo?- chiedo spaventata. -Come dire...hai...dato fuoco al pavimento!-abbozza un sorriso, io lo guardo leggermente alterata.-Vuoi provare ad alzarti?- mi guarda compassionevole. Io ci penso un attimo poi annusico. Mi aiuta a mettermi seduta, poi in piedi. Sul pavimento ci sono due impronte di mani lasciate col fuoco. Sento le mani pizzicare, ed è ancora una strana sensazione. Distolgo lo sguardo dalla moquette bruciata. -Come..come ti senti?- per la prima volta sento una nota di esitazione nella sua voce. Io sospiro e tento di sorridere -Come se avessi appena fatto un barbecue!- dico stentando un tono allegro. Lui mi prende la mano e mi riporta a sedere sul letto. Poi si siede a sua volta. -Non devi fingere di stare bene sai? Puoi parlare a me, Sam...davvero...- gli sorrido, sincera questa volta. -Grazie! Davvero! Sai...in tutta la mia vita, mi sono sempre sentita quella stupida, sfigata, insomma...ma ora, mi sembra di avere trovato il mio posto nel mondo. Per la prima volta, mi sento a...casa.- confesso. -Ti capisco perfettamente. Questa vita, lo so che è dura e diciamo provvisoria, però mi fa sentire bene. Come se questo fosse quello che devo e ho sempre dovuto fare. Solo così io mi sento davvero...-
-Libero- diciamo in coro. Lui mi accarezza le cicatrici sulla schiena, mi sono appena accorta di avere la maglietta a brandelli, dietro. Mi alzo dal letto.-Io, credo che andrò a cambiarmi.- lui annuisce. -Oh, puoi svegliare Sam? E...potresti non dirgli niente di tutto questo? Ha già tanti problemi, ed è convinto che il tuo potere tu l'abbia, sì insomma, gestito ecco.- mi dice gentilmente. -Ovviamente cacciatore! Te lo prometto!- sorrido e gli faccio l'occhiolino, apro la porta ed esco ma riesce ancora a sentire il suo "Grazie." Entro in camera mia, Sam sta ancora dormendo grazie al cielo. Io mi cambio, mi metto un'altra maglietta. Poi vado verso le finestre e tiro le tende. Sento Sam agitarsi sotto le lenzuola e sbadigliare. -Che-che ore sono?- domanda coprendosi la bocca mentre sbadigliare per l'ennesima volta. Io guardo l'orologio -Le otto e trenta capitano!- esclamo facendo il gesto tipico dei militari. Lui sorride e scende dal letto, io mi volto perché si deve vestire. Prendo la mia borsa e la chiudo. -Puoi girarti.- io mi giro ed è ancora senza pantaloni.
-Sam...!- arrosisco e mi volto, prendo la borsa. -Ti fidi troppo!- ride e saltella qua e la per farsi entrare i pantaloni. -Sei scorretto.- borbotto fingendomi imbronciata e incrociando le braccia. Lui arriva da dietro e mi solleva. -Io? Scorretto? Ma che insulto! Ora ti puniró miscredente!- inizia a farmi il solletico fino a farmi cadere sul letto. -Rimangiati ciò che hai detto vile strega!- ride. -St....strega?!-dico tra una risata e l'altra -Aiutoooo! Sam ti prego!- iniziano a scendermi le lacrime, non riesco più a respirare dal ridere. Lui si ferma e io gli tiro un cuscino in faccia. -Ehi! Ora chi è quello scorretto?- ridiamo entrambi. Poi mi allunga una mano per aiutarmi. La afferro, mi tira su con troppa forza e gli vado a finire contro. Il mio viso a cinque centimetri dal suo. I nostri respiri ritornano regolari. Lui mi guarda negli occhi, io dopo un po' abbasso lo sguardo. -Se sapessi cosa sono realmente probabilmente non mi tratteresti così.- sussurro continuando a guardarlo negli occhi.
Lui ricambia il mio sguardo. -Vale lo stesso per me.- deglutisce. Sento due punture alle mani. Mi rendo conto di quello che sta per succedere e ricordo la promessa che ho fatto a Dean. Mi allontano di colpo, cogliendolo di sorpresa. Torno rossa. Mi sento la faccia in fiamme. Prendo la borsa ed esco di corsa.

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