Capitolo 14

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Beve un sorso di coca-cola e annuisce. -Sì, ti capisco. Mio padre cacciava demoni. E...mi ha obbligato a continuare la tradizione di famiglia.- sospira e si gratta il mento. Peccato... credevo che... credevo che fosse normale.
-Oh...mi spiace...Prima che stavi leggendo?- gli chiedo capace di trattenermi. Lui sorride e mi mostra il libro -Le due città di Dickens.- fa un mezzo giro sullo sgabello. -L'ho letto. É molto bello.- sorrido. -So che non si dovrebbe chiedere ad una donna ma... quanti anni hai?- inclina la testa da un lato. -21. E tu?-
-23- mi sorride. Mi vibra il cellulare, lo prendo in mano, lo sblocco e rispondo. -Si.-
-Arya...- dice ansimante Dean dall'altra parte. -Cosa vuoi.- aggrotto le sopracciglia. -Anna, ti prego. Ho bisogno di aiuto. Un demone, dietro al locale. Vieni subito.- e riattacca. Fisso per tre secondi lo schermo del cellulare poi lo metto in tasca ed esco di corsa seguita da James. Faccio il giro del locale e trovo Dean appoggiato alla parete, intento a guardare il cielo, ora senza nuvole. Il suo volto illuminato dalla luce della luna é ancora più bello. Rimango un attimo senza fiato. -Cosa...- dov'è il demone?
-Scusa, ma dovevo farti venire qui...ma, aspetta. Chi é lui?!- la sua voce si indurisce. -Oh, salve. Sono James Carton.- il ragazzo alza una mano sorridendo impacciato. Ho gli occhi lucidi.
-Che cosa vuoi- dico sforzandomi di non piangere. -Domani ti porto dai tuoi parenti. Così io e Sam possiamo tornare a viaggiare tranquilli.- rimango di stucco. La sua voce é gelida e seria. -Ma...Dean...io...- balbetto.
-Niente ma. Ho deciso così, punto.- torna a fissare il cielo.
-Pensavo che....questa mattina tu mi hai chiamata....-
-Non illuderti...non fai parte della mia famiglia. Anzi. Ti ho tenuta fino ad ora solo per convenienza.- sbotta. Chiudo gli occhi e lascio che il vento freddo mi sferzi il viso. -Dopo che sarai tornata a casa tua. Finirà tutto. Ci diremo addio.- non resisto più.
Piangendo mi lancio su di lui e lo tiro a terra. Sento che attutisce la caduta coi gomiti. Ma non fa niente per difendersi. Gli tiro dei pugni sul petto, poi ci appoggio la testa sopra signhiozzando. Sento i passi di James, si sta allontanando.
-Vaffanculo Winchester! Sei un bastardo! Ti odio. Pensavo mi volessi bene. Vaffanculo.- urlo tra singhiozzi e lacrime e continuo a colpirlo. Restiamo così, fino a che il mio respiro torna il più possibile regolare. Restiamo così, io seduta su di lui a piangere e lui con la testa appoggiata all'indietro a guardarmi. Restiamo così, perché é necessario. Perché dobbiamo.
Si alza piano tenendomi per i fianchi e si mette seduto, io ora gli sto sulle gambe. E fisso il vuoto. -Arya...- io non lo ascolto. Penso solo a respirare, sempre ammesso che sia possibile. Ad un tratto lo abbraccio. Lui, titubante, azzarda un abbraccio mettendomi le mani sulla schiena. -Non voglio andare da quei vecchietti.- dico affondando la testa nella sua spalla e inspirando il suo odore. -Non voglio. Voglio restare con te e Sam. Siete voi la mia famiglia. Sei tu la mia famiglia.- strofino il viso contro il suo collo. -Ma io...pensavo...scusa. Non volevo dire tutte quelle cavolate. Ma prima, la dentro... Mi sono infuriato. Pensavo che te ne saresti andata...- mi stringe tra le braccia. -No...era...solo un'ipotesi, una domanda, un'idea azzardata. Come potrei lasciarti? Io ti...- la voce mi muore in gola.
Ci allontaniamo un po' l'uno dall'altra. Mi mordo di nuovo il labbro. -Amo quando fai così.- sorride. -Ora dobbiamo andare.- mi fa alzare e poi si mette in piedi a sua volta. Andiamo verso la macchina, accanto all'Impala vedo una moto e James appoggiato alla sella. Mi vede e mi fa un mezzo sorriso imbarazzato. -Ehi...beh mi chiedevo se...ti andava, di...rivederci...- si mette una mano dietro la testa. Io apro la bocca per parlare ma Dean mi precede. -Perché non vieni un po' con noi? Se vuoi puoi seguirci con la moto. Andiamo a stare in una vecchia casa per un po'.- sono sorpresa quanto James della proposta del mio solitamente geloso accompagnatore. -Buona idea! Vieni! Cioè se non hai da fare...cose da cacciare...- sorrido.
Lui esita un istante poi annuisce. -Volentieri! Arya, ti...ti andrebbe di venire con me?- guardo Dean per sapere che rispondere. Lui mi da un buffetto sulla guancia e sale in macchina.-Beh...direi che é un si!- James sale sulla moto e mi passa un casco. Mette in moto e seguiamo l'impala. -Tieniti a me.- io mi stringo a lui assaporando il mio primo viaggio su una moto...avete presente quando nei film ci sono le colonne sonore. Beh, io la sento, e non mi vergogno a dire che é Fuck you di Lily Allen. Insomma...é una canzone davvero ritmata!
Viaggiamo veloci, procedendo per il rettilineo da cui siamo arrivati io e Dean prima. Dopo un paio di chilometri la macchina accosta, c'è Sam su uno spiazzo col borsone che ci aspetta. Anche noi ci fermiamo, salto giu dalla moto e corro ad abbracciare Sam. -Ehi! Arya! Da quando queste entrate in grande stile?- ride. Rido anche io. -Beh, che dire, si addicono a me!- allargo le braccia. Prendo gli occhiali da sole che Sam si é pizzicato nella camicia, me li metto e gli pizzico piano la guancia con le dita. James si avvicina a noi mentre Dean sistema qualcosa in macchina.
-Oddio, arya, se lui é il tuo ragazzo mi sa che non mi avvicino più a te.- ride. -Oh, ciao. Tranquillo, sono Sam, suo fratello.- gli tende la mano e James la stringe. -James Carton. Tizio appena conosciuto da tua sorella.- fa un cenno con la testa. -Sammy andiamo!- grida il fratello maggiore e lui sale in macchina. -Amo quando lo chiama Sammy.- mi mordo il labbro. -Andiamo?- mi chiede il ragazzo. -Ovvio!- sorrido e mi infilo il casco, facendo attenzione a non rompere gli occhiali di Sam. Saliamo sulla moto e partiamo, seguendo Sam e Dean. -Eri mai salita su una moto?- grida per sovrastare il rumore.-No! Ma é fighissimo!- rido. -Prova... prova a tenerti bene con le gambe e ad alzare le braccia!- lo vedo sorridere. Allora stringo le gambe intorno alla sella o sedile...o come si chiama. Alzo piano le braccia.
-É bellissimo.- grido incapace di trattenere le risate. Inizio a guardare le stelle che piano piano stanno scomparendo lasciando il posto al sole. -Salto!- urla in tono d'avvertimento.
-Eh?- non ho tempo di ricevere spiegazioni che abbiamo beccato una buca e mi devo tenere alle sue spalle. Arriviamo a destinazione, una vecchia casa. I due fratelli sono già lí. James rallenta fino a fermarsi. Io scendo senza riuscire più a stare ferma. Mi tolgo il casco e lo appoggio alla sella. -DIOOOO! É STATO...É...OMMIODDIO! VOGLIO...UNA MOTO. E LA PATENTE E...AAAAAH!- sto ovunque come una bambina sotto gli sguardi felici di tutti.

Entro nella mia camera e butto il borsone a terra.Mi svesto e indosso un lungo maglione di lana che ormai è diventato un pigiama per me. Poi mi lancio sul materasso con un sospiro sonoro, lasciando le gambe a penzoloni fuori dal letto.
Sento bussare e senza guardare chi é grido -Lasciate ogni speranza oh voi ch'intrate!- sento una risata inconfondibile. Sam.
-Lo prendo come un normalissimo 'avanti'. Allora...
Dean mi ha detto della vostra discussione.- virgoletta con le dita la parola discussione. Io gli faccio spazio sul materasso.
-Come mai hai virgolettato l'espressione discussione?- lo guardo sorridendo mentre si corica. -Beh...aveva paura che lo uccidessi ad un certo punto.-trattiene una risata.
-Sì, lo ammetto...volevo affogarlo con le mie lacrime e accoltellarlo con l'aria! Però...tornando seri... Mi sono incazzata. Avete davvero pensato che vi avrei lasciato vivere una vita tranquilla? Senza di me che animo le vostre giornate?- gli faccio l'occhiolino.
-Ah, se fai così però ti dovrò sposare, i tuoi occhiolini così sexy.- ride. -Lo so caro lo so. Ma... perché tu non c'eri?-
-Non volevo influenzare la tua scelta.-
-Oh, che premuroso. Mi sento costernata. Anche se non ho idea di cosa voglia dire nello specifico.- restiamo lì per un po'. Beh, in realtà per più tempo di 'un po''. Ci addormentiamo lì così, dopo aver chiacchierato. Ci addormentiamo lì, con le gambe fuori dal letto. Ci addormentiamo lì, perché é giusto, perché sono momenti come questi che mi convincono di avere davvero dei fratelli. Un po' strani certo, ma... tutti i migliori sono pazzi. No?


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