capitolo 28

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-E perché?- sorride. Mi si gela il sangue nelle vene. -Lo sai perché- ribatto acida. Sorride ancora -Si, lo so. Peccato l'alce mi stava simpatica. Ma parliamo del patto. Io so cosa vuoi. Ma tu in cambio che mi dai? Della tua anima non me ne faccio niente. É troppo pura non posso toccarla.- alza le spalle.
-Arya non ti azzardare!-grida Dean. Io lo ignoro. Faccio un respiro profondo. -La mia immortalità.-
É come se tutti e tre trattenessimo il respiro. -In effetti...di quella saprei che farmene.- ghigna. -Allora salvalo.-
-Non ho un contratto scritto...-
-Beh non c'è un altro modo?-
-Si.-
-Crowely no.- sibila Dean.
-Bene.- faccio io ansiosa che si sbrighi. E poi mi bacia, appena si stacca gli tiro uno schiaffo. Sembra concentrato a mantenere la calma -Scusa bambolina ma io lavoro così.- schiocca le dita e puff, Sam riprende a respirare. Come se fosse apoena uscito da un'apnea. Solo allora mi accorgo di aver trattenuto il fiato. -Ecco fatto. Mortale.- sorride e sparisce. -Cosa intendeva?-boccheggia Sam. -Niente!- esclamo prima che Dean parli. Mi guarda infuriato ma sta in silenzio. Ignoro i suoi sguardi e mi avvicino a Sam, gli poso una mano sulla guancia. -Come ti senti?- mi mordo un labbro. Dean intanto si alza. -Bene...solo...stanco...- mi gaurda negli occhi. Mi alzo e gli tendo una mano, lui la afferra e si alza a sua volta. Andiamo verso la macchina. Distrutta. -Uff...Dovrò chiamare un carro attrezzi. Ma il cellulare é bloccato lì. Mi sporgo da un finestrino. -Sono riuscita ad afferrare il portafoglio!- mi sforzo ancora un po', lo afferro e lo lancio a Dean. -E ovviamente ti sei tagliata con i vetri rotti...Andiamo a cercare un telefono e un motel, coraggio.- io e Sam lo seguiamo in silenzio.

Dopo quasi un'ora troviamo un maledetto motel. Prendiamo una stanza con tre letti. Sam va subito a dormire. Io esco nel corridoio, voglio prendere una boccata d'aria. Sento dei passi alle mie spalle. Aumento la velocità. So già che mi ucciderà. -ARYA!-
-Non urlare Dean.- sbotto, poi però modero il tono -Per favore.-
Mi prende per un braccio e mi trascina nel cortile interno. -CHE CAZZO HAI NELLA TESTA?! EH? CHE TI É SALTATO IN MENTE!- inizia a gridare e a gesticolare come un ossesso. In questi momenti mi fa quasi paura. -Volevo salvarlo. Non c'era altro modo. Che bello vedere che mi ringraziate tutti eh...-
-DIO! CHE...- vede il mio sguardo, quasi impaurito e i suoi modi si addolciscono. -Non toccava a te farlo.-
-Scusa se sono l'unica immortale. Tu che gli avresti dato? La tua anima forse? Beh, ti avrei tirato fuori dall'inferno con lo stesso patto. Quindi ringraziami, perché ti ho evitato un bel fardello.-
-Oh...Anna...- si passa le mani sul viso. -Non la volevo, comunque.-
-Eh?- mi guarda interrogativo
-Non ho mai voluto essere immortale. Okay? Meglio così. Almeno posso vivere in pace.- mi metto le mani sulle spalle, come se mi abbracciassi stringo le braccia. Lui si avvicina e mi abbraccia. -Cos'hai fatto...- sento il suo respiro caldo sul collo. Un brivido mi percorre la spina dorsale. -Dean. Sono contenta di averlo fatto, punto. Finiamola qui. Ah, e, non dirlo a Sam. Intesi?- lui annuisce piano. Ci stacchiamo un po', gli metto una mano sulla guancia e mi perdo nel verde di quegli occhi. Mi fanno venire in mente l'Irlanda. Insomma, colline verdi, verdi colline, elfi verdi e quadrifogli. Okay, la cosa é abbastanza buffa. Mi da un bacio distratto sulla fronte e si volta.
-Andiamo.-
-Dean aspetta. Cos'è?-
-Come?-
-Cosa c'è che non va?-
-Niente. É tutto okay, giuro.-
-Non ti credo solo perché hai detto giuro...- abbozzo un sorriso.
-É solo che....Vorrei che ci lasciassero in pace...tutto qui.- resta di spalle per non guardarmi. Dios grazie pensavo di doverlo dire io! Ovvio che vorresti che ci lasciassero in pace. Mi sento un po' cattiva però. -Oh...Okay. Se é questo che vuoi dirmi....nel senso, se c'è altro...dimmi pure se vuoi.- alzo le spalle delusa ma allo stesso tempo più leggera. Era davvero un peso tutto questo. Non aggiunge nient'altro ed entra. Resto ferma lì, a meditare. Poi mi faccio coraggio e torno in camera. Chissà dov'è Castiel... Non abbiamo ancora provato a contattarlo. Dovremmo? O forse sarebbe inutile? 
Sam sta ancora dormendo, Dean ha le cuffie. Io prendo uno dei miei libri preferiti e inizio a rileggerlo per la centesima volta, seduta su una sedia vicino alla finestra. Finisco la prima pagina di Città di Carta e ho già mal di testa, come se avessi letto un libro intero al buio. Fisso lo sguardo fuori dalla finestra dove le macchine corrono veloci. Come cavalli in una prateria. Come il mastino nella brughiera. Mi viene un'improvvisa voglia di Sherlock. Vado sul mio letto e tiro fuori il computer. Mi metto una cuffia e faccio partire la puntata della seconda serie Il mastino di Baskerville. -Ehi. Che guardi?-
-Un episodio di Sherlock. Ti va di guardarlo con me?- guardo Dean sorridendo. Lui sembra sorpreso, si siede accanto a me, gli passo una cuffia e guardiamo la puntata in silenzio. Quel silenzio, interrotto solo dai soliti commenti di Dean, tra cui "Figlia di puttana! Non puoi fare questo a tua figlia! Come farà senza Bluebel?". Non ho mai riso così per una puntata di Sherlock.

Verso le otto di sera Sam si sveglia e dice di voler andar lui a prendere qualcosa da mangiare. Non ci opponiamo, faccio partire lo Hobbit e lo guardiamo, questa volta in silenzio. Poi mi fa appoggiare al suo petto con la testa. Guardiamo il film sul piccolo schermo del mio portatile finché Sam non ritorna con delle pizze. Mangiamo in silenzio, beh in realtà loro mangiano in silenzio mentre io guardo un episodio di Doctor Who sfruttando il Wi-Fi del posto...com'è giusto che sia...Dean entra in camera. Non mi ero nemmeno accorta che fosse uscito...-Qui sotto c'è un bar con una sala da biliardo. Si scommettono soldi e noi ne abbiamo bisogno. Quiiindi. Io e Sam sta sera andiamo a giocare qualche partita. Tu, che fai? Vieni?-
Scuoto la testa -No, non ne ho voglia.- lui mi guarda tentando di convincermi
-Dean... lo sai che con me... basta... avanti! Smetti...oh va bene!- scuoto la testa e lui ride.

-Abbiamo già fatto un bel gruzzoletto no?- chiede Sam e Dean annuisce. Io sbadiglio, per l'ennesima volta. -Okay, vado a bere qualcosa.- e si allontana. -Quanto puntate?- Dean mette sul tavolino i soldi e si dirige verso il tavolo prendendo una stecca, io lo seguo e gli sto vicino. Queste persone non mi sembrano molto raccomandabili. Prima di iniziare si avvicina e mi sussurra all'orecchio -Sei il mio porta fortuna, piccola.-
Sorrido e poi ammetto -In realtà non penso tu ne abbia bisogno.-
-Nemmeno io.- ghigna e io rido dandogli una pacca affettuosa sul braccio. -Avanti cacciatore, stendili tutti!-
Fa il suo tiro-lancio-non-so-come-si-chiama. E dalle sue parole capisco che é andato a buon fine, ma io non guardo, sto osservando un tizio nella sala. Un minuto fa non c'era.  E la porta non ha suonato. Come é arrivato qui? Una cameriera sembra accorgersi di lui e raggiunge il suo tavolo. Parlottano un po', poi lei annuisce e raggiunge una porta, il cui accesso è permesso solo al personale autorizzato. L'uomo si volta a guardarmi. Mi avvicino a Dean tentando di stare calma.
-Dean...-sussurro.
-Che c'è piccola?-
-L'uomo al tavolo, ha gli occhi neri.-
Non fa in tempo a girarsi, il tizio ribalta il tavolo e scaraventa tutte le altre persone a terra, Dean e Sam compresi, contro il muro in fondo alla sala. Rimango immobile, poi estraggo un pugnale e lo lancio. Ferma il pugnale sospeso in aria, e volta la punta contro di me.
Un sibilo.
Sento un dolore acuto alla spalla e lancio un grido. Poi vedo Sam e Dean partire all'attacco contro il demone. Cado a terra ed evito di guardare il sangue fuoriuscire dalla mia spalla. Chiudo gli occhi e mi tolgo il pugnale dalla carne.
Mi concentro e sento i tessuti rimarginarsi, mi mordo la lingua per evitare di urlare, fino a sentire il sapore del sangue.






#EccomiARompereee
Weiii,
Eccoci con un altro capitolo
"Finalmente yeeee!"
Sisi, contenete l'entusiasmo ahah
Scusate, so che é un po' "sforzato", ma é il meglio che sono riuscita a fare per ora. Giuro che mi impegnerò per fare di più, okay?
Baci. Amorini miei❤
-A.

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