capitolo 22

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Dean mi bacia una spalla. Le sue labbra calde contro la mia spalla nuda mi provocano un brivido. Apro piano gli occhi proprio come se mi avesse svegliato lui e sorrido voltandomi dalla sua parte. -Ehi, scusa ti ho svegliata.-
-No, tranquillo.- mi giro completamente e lui mi accarezza una guancia. -Sono solo le sei. Se vuoi ti lascio dormire...- le sei? Mi devo essere addormentata di nuovo sul serio allora. -No, davvero. Ho dormito abbastanza.- mi stringe a sé. Si sta così bene qui. Vorrei dirglielo ma qualcosa mi assilla. Una domanda, di cui però ho paura di sapere la risposta. Appoggio le mani sul suo petto e la testa vicino alla sua spalla. Sento il suo respiro pizzicarmi la pelle. E per la prima volta, non é un silenzio carico di imbarazzo. Mi accarezza i capelli -Non sapevo che coccolassi anche le tue conquiste romantiche...- dico ridendo. -Tu non sei una conquista romantica, e sì diciamo che ho anch'io un lato tenero...- fa un piccolo sorriso.
-Che intendi dire con "non sei una delle mie conquiste romantiche"?- chiedo tranquilla. -Beh...come dirlo, non sei una di quelle ragazze da una notte e basta, sei...una da amare. E apprezzare. E di tanto in tanto sgridare.- mi sorride e io ricambio il sorriso. Dentro di me qualcuno o qualcosa sta ballando ragazzi! Respiro contro la sua pelle. Amo il suo profumo. Mi alzo afferrando il lenzuolo, scendo dal letto staccandolo dal fondo, lui si veste, io afferro i miei vestiti in giro e vado verso il bagno. Lui mette un piede sul lenzuolo e mi ferma. -Dove credi di andare col mio lenzuolo?- ride. -Get out of my sheet!- dico automaticamente, ridendo e pensando alla scena di Sherlock.
-O cosa?- aaah, proprio la domanda che mi aspettavo. -Or... I just walk away!- lascia andare il lenzuolo e io entro nel bagno e mi cambio. Esco e rifaccio il letto, lui é già uscito. Molto probabilmente é a fare colazione. Esco anche io dalla stanza, mi lego i capelli mentre vado in cucina dove i due fratelli stanno parlando di un nuovo caso nei paraggi. -Ehi giovanotti!- esclamo sedendomi a tavola e versandomi del caffè e del latte in una tazza. -Buongiorno.- sorride Sam e Dean mi sorride soltanto. -Di che parlate?- puccio un biscotto nel caffelatte.
-Mutaforma, a venti chilometri da qui.-
-Bene! Cioè finalmente...Iniziavo ad annoiarmi!- confesso tirando un sospiro di sollievo. -Ha già ucciso delle persone?- domando poi pentita dell'ultima frase.
-No...ha solo tentato di rapire bambini...per ora.- fiuuuh. -Ok, meno male...più o meno.- faccio una smorfia e loro ridono.
-Quando partiamo?- sorrido.
-Oggi pomeriggio! Provo a chiamare Castiel...-Dean si alza e se ne va. -Arya ti andrebbe si aiutarmi a lavare la macchina?- chiede l'altro. -Certo. Anche se é piu la proposta che mi aspetterei da Dean.- rido e mi alzo. Usciamo con secchi pieni d'acqua e spugne e iniziamo a lavare l'auto. Lui in silenzio, io cantando, ovviamente con le cuffie nelle orecchie.
-She's a girl with the best intentions
He's a man of his own invention
She looked out the window, he walked out the door
And she followed him and he said, "Whatcha looking for?"- mi sento osservata da Sam mentre improvviso una specie di balletto ridendo.
Mi tolgo una cuffia osservando soddisfatta l'auto lucida e splendente. -Questo si chiama lavorare fratello! Batti il cinque!- e ci battiamo il cinque come due idioti. Poi lo schizzo con l'acqua non proprio pulitissima che c'è nella mia bacinella. -Così però non vale!- mi lancia della schiuma addosso. E iniziamo una vera e propria guerra, tra schiuma, spugne e acqua. Tra risate, abbracci e tentati affogamenti per così dire in due centimetri d'acqua. L'impala, soffre tra di noi. Ad un tratto esce Dean insieme a Castiel. Guarda la macchina poi noi. -Che cosa le state facendo?- io e Sam ci lanciamo uno sguardo d'intesa e lanciamo le spugne impregnate d'acqua, io su Castiel e lui sul fratello. Non pensavo che gli angeli sapessero stare al gioco, invece sì, e la cosa mi diverte abbastanza. Mi prende in braccio da dietro e mi solleva nonostante sia bagnata fradicia. -Ahahah Castiel così pero no!- e lo sporco di schiuma sulla faccia. Vedo i due Winchester impegnati in una vera lotta all'ultimo sangue. Sam colpisce Castiel, sempre con la spugna e poi gliela spreme in faccia bagnandolo completamente. Dean si dirige verso di me, io gli rovescio il secchio d'acqua addosso. Vianco di schiuma e bagnato come un pulcino mi solleva. -Questo non dovevi farlo!- ride e mi fa girare. -Ti ho bagnato principessa?- dico con sguardo innocente. Mentre lo spettino. E poi mi bacia. Nonostante la schiuma, l'acqua non al massimo della pulizia e l'odore di detersivo. É il bacio più bello che abbia mai ricevuto.
-Non é proprio sotto la pioggia, ma...beh, siamo bagnati no?- alza le sopracciglia. Io sorrido -Te ne sei ricordato!- sussurro. Castiel e Sam fingono di guardare altrove. Dean mi mette a terra e si pulisce il viso. -Okay, voi due pesti, avete cominciato...vi dispiace pulire?- appena termina la frase Sam gli vuota addosso un enorme secchiata d'acqua. Lui chiude la bocca e torna in casa ridendo seguito dall'angelo dagli occhi blu. Io e Sam puliamo la macchina e ritiriamo secchi e tutto il resto, poi andiamo a cambiarci.

-Partiamo?- chiede Dean. -Manca Castiel!- esclamo io. -Ha detto che ci aspetterà là. Okay, andiamo.- e mette in moto l'auto, ci immettiamo nella strada principale ascoltando alla radio una vecchia canzone rock che non conosco e che mi sembra solo del fracasso infernale. Dean invece sembra apprezzarla, tamburella le dita sul volante con sguardo concentrato. Gli alberi ci sfilano accanto silenziosi come statue di legno e foglie. Sono verdi e rigogliosi, com'è giusto che siano in questo periodo. Ci sono poche macchine oltre a noi. Davvero poche per essere di Mercoledì. Sono le due del pomeriggio ci dovrebbe essere traffico. Dopo mezz'ora di viaggio ci avviciniamo ad una piccola cittadina, solo case basse e vicine, circondata da campi, strade e pali della luce. Entriamo nel centro, sempre che centro sia, del paese e ci guardiamo attorno, le strade e i marciapiedi sono quasi deserti. -É molto... abitato.- c'è un silenzio surreale. -Da quando ci sono stati i tentati rapimenti e il rapimento stanno tutti rinchiusi nei luoghi di lavoro o a casa. E la polizia pattuglia le strade. É inquietante non trovate?- io e Dean annuiamo. Ci fermiamo davanti alla centrale di polizia e scendiamo. Siamo vestiti da agenti del FBI. O meglio, abbiato tesserini finti da agenti FBI e siamo vestiti con camicia bianca e giacca nera. Mi hanno fatto indossare la gonna. Non so come ma l'hanno fatto. Entriamo nella stazione e arriva ad accoglierci un poliziotto. -Salve. Vi stavamo aspettando. Il vostro collega é già di la ad esaminare il corpo del bambino.- é come se mi tirassero un pugno nello stomaco. Bambino...corpo? Perché non me l'avevano detto? Ci avviamo per un corridoio seguendo l'agente fino ad una stanza che dovrebbe essere il laboratorio dove esaminano i cadaveri. Entriamo e vediamo Castiel intento a far domande ad un altro poliziotto, più giovane del primo. -...non si sa come, é stato ritrovato due giorni dopo nel parco cittadino. Nessuna impronta digitale. Nessuna traccia. Niente di niente, solo il corpo di questo povero bambino dilaniato e distrutto come da un animale.- spiega il ragazzo gesticolando. Il primo agente toglie il telo, trattengo un conato di vomito e mi volto a guardare da un'altra parte. -Tutto okay?- mi chiede Dean sottovoce mentre Sam si avvicina al corpicino e lo osserva attentamente.-No...- sussurro cercando di respirare profondamente. -Sta calma... okay?- no...non 'okay'.-Che razza di mostro può fare una cosa del genere?- lui solleva le sopracciglia come per dire "Un mutaforma impazzito forse?"
Come dargli torto. -Bene, andremo a vedere la scena del crimine, grazie delle informazioni.-esclama Sam per poi uscire, lo seguiamo. Castiel si mette di fianco a me. -Sembri un po'...pallida. Sicura di farcela?-mi mette una mano sulla spalla.
-Sì...io...é tutto okay.- e gli sorrido incoraggiante. Usciamo dalla stazione e andiamo verso la macchina. Io mi appoggio con le mani al cofano e respiro profondamente. Sento tutti gli sguardi su di me. -Arya...se vuoi puoi...tornare a casa.- Dean mi mette una mano sulla spalla. -No
Ce la faccio. Davvero.- ce la devo fare... -Va bene, ma se non te la sentu puoi anche mollare. Non é facile reggere un caso così, lo sappiamo. Non sentirti obbligata.- mi volto e mi calmo. -Grazie Sam, lo so.- sorrido poco convinta. -Okay, allora andiamo sulla scena del crimine.- saliamo in auto e partiamo.

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