Epilogo (Cap.30)

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"Gideon!" Rido mentre lo guardo cantare a squarciagola nell'autostrada ormai deserta. "Miami mi fa quest'effetto piccola!
WITH YOUR LOVE NOBODY CAN DRAG ME DOOOOOOOOOWN!"
canta tentando di imitare l'acuto di Harry, inutilmente direi. "E poi dici a me che sono fissata!" Metto il broncio incrociando le braccia e lui mi guarda malizioso. "Amo quando fai così! E comunque, almeno non sono uno di quegli uomini che ti chiedono di scegliere tra la band o me. O lui. Cioè hai capito."
"Certo." Metto la mano sulla sua, appoggiata sul pomello delle marce.
"Anche perché non avrei scelto te!" Lo sfido. "CEERRTO." Alza gli occhi ironico. "Guarda che è vero. Non puoi paragonarti a Niall Horan o a Brad Pitt!" Rido piano.
"Hai ragione, io sono meglio!" Esclama improvvisando un balletto con le spalle, mettendosi gli occhiali da sole. "Tesoro, sono le nove di sera..." scoppio a ridere. "Nessuna legge vieta di tenere questi!"
Cala il silenzio. Mi guardo attorno, file di palme ci stanno accanto lungo la spiaggia, siamo quasi nel cuore della città, mancano dieci minuti di viaggio e arriveremo in centro. Questa è l'unica luna di miele che ci possiamo permettere, ma non mi importa, anzi! L'idea di essere qui, sotto la luce della luna, col caldo estivo a Miami è ciò che di meglio potrei desiderare.
Ed è anche meglio di quello che mi aspettassi, in realtà. Non pensavo avremmo fatto la luna di miele, invece i parenti di Gideon ce l'hanno pagata dato che non avevamo chiesto loro regali. Non volevamo nulla. Noi siamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno... Ad un tratto un brutto pensiero mi attraversa la mente.
"Gideon?"
"Devo avere paura piccola?"
"Come?"
"Di solito quando le persone mi chiamano per nome non sta a significare nulla di buono."
Rido "No...Beh, ti devo chiedere una cosa..."
"Spara."
"A te va bene non avere bambini? Parlo sul serio sta volta." Specifico dato che molte volte parlando dell'argomento ha evitato palesemente di rispondermi.
"Beh...Che posso fare? Torturarti fino a che non ne sforni uno? Potremmo adottarli!" Il suo sguardo si illumina e quando mi sorride io gli sorrido a mia volta.
"Sì!"
"Magari dopo che avrai finito l'università. Cioè dopo che l'avremo finita entrambi. Abbiamo solo ventitré anni, no?"
"Giusto." Sorridiamo.
So che può sembrare strano, dopo tutto quello che ho passato, voler finire l'università, ma voglio avere un titolo di studio, non si sa mai. Intanto metterò da parte qualcosa facendo dei lavori, per pagarmi sia gli studi che l'apertura di una libreria. Può sembrare un obiettivo minimo, ma é da lì che voglio iniziare. Un passo alla volta, per tornare del tutto alla normalità.
Diciamo che sto completando la mia "Lista Normalità", non ho più l'immortalità (questo da un bel po' in realtà), sono sposata, non vado più a caccia, ho ricominciato gli studi, lavoro...
Sì, direi che posso considerarmi fiera di dove sono arrivata.
"Arya? Ci sei?" Mi osserva incuriosito. "SI! Scusa mi ero distratta...." arrossisco leggermente.
"Beh, con un panorama così in effetti è difficile non farlo!" Sorride osservando le case che ci scorrono a fianco, veloci, e dall'altra parte la spiaggia.
"Qual è il piano?" Domando curiosa.
"Mmm...credo cena e poi una passeggiata magari. E dopo, potremmo tornare in albergo." Alza le sopracciglia e inizia a fissarmi.
"Pervertito!" Scoppio a ridere tirandogli il mio cardigan sulla spalla.
"EHI! NON SI FRUSTA IL PROPRIO MARITO MENTRE GUIDA!" esclama imitando una voce da donna. Sorrido per l'appellativo che si è dato. Mi fa ancora un certo effetto, diciamo. Rido mentre lui mi domanda "Hai già sentito Sam e Dean?"
Annuisco "Qualche messaggio. E tu? I tuoi amici? Gordon? Robert? Fletcher?** James?"
Annuisce anche lui. Alzo il volume della radio sentendo che sta passando una canzone carina, i soliti tormentoni estivi. Mi prende la mano che avevo appoggiato sulla gamba e intreccia le nostre dita insieme. Arriviamo ad un incrocio, rallenta e poi passa.

Si dice che quando si sta per morire (o almeno quando si pensa di star per morire) il tempo inizi a rallentare. Come se si fosse immersi nell'acqua, dove tutto si muove più lentamente.

Non appena Gideon vede il camion arrivare, e sente il clacson di quest'ultimo, sterza bruscamente, non l'aveva visto e nemmeno io, dev'essere arrivato a tutta velocità, oppure non aver rispettato lo stop.

L'impatto é violento. Sento il metallo dell'auto piegarsi e il sapore del sangue in bocca. Apro gli occhi ma piano piano mi si appannano. Non vedo più nulla e sento un dolore lancinante allo stomaco. Respiro piano ma mi sembra che i polmoni stiano andando a fuoco. Sento le palpebre farsi pesanti ma allo stesso tempo provo uno stato di leggerezza.
Poco prima di chiudere gli occhi mi accorgo che Gideon mi sta ancora stringendo la mano.








--Coso autricehehehe--
$pero che quest'ultimo capitolo sia di vostro gradimento. Spero che susciti in voi quello che ha fatto provare a me, ovvero un attimo di panico...ERA L'ULTIMO CAPITOLO QUELLO CHE STAVO SCRIVENDO QUINDI É PLAUSIBILE! Anyway. Siamo giunti alla fine!
Quindi non mi resta che salutare*agita la manina* e ringraziarvi di tutto, soprattutto della pazienza. Sarete sempre i miei unicorni caramellosi.
Alloraaaaa....Adios Mishamigos,
Magari ci ritroveremo in un'altra storia! ;)
Ps. Se vi può far piacere che io legga una vostra storia chiedete pure anche qui! Io, poco alla volta, mi impegnerò per leggerle tutte.
Pps.Vi amo
Xx
-A.L.



{**= chi ha orecchie per intendere intenda.}

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