Succede cosí. Come se niente fosse, tutto ritorna. Come se non avessi respirato per minuti, ore, anni, secoli. Apro piano gli occhi, mi guardo attorno. Sono nella vecchia casa con James. Sola, con James. Anche se tecnicamente non sono sola. Ho i polsi e le caviglie legate alla sedia. Sono al centro di una stanza. Davanti a me c'è un tavolino, come quelli negli ospedali, con le ruote. Sopra sono disposti con molta cura degli oggetti dall'aspetto poco invitante. Coltelli, siringhe, lame, bisturi, tenaglie e altri oggetti di cui non conosco il nome. Ho un fazzoletto in bocca. Ha pensato a tutto il bastardo traditore. Sento dei passi arrivare. -Oh, sei sveglia bellezza!- mi si avvicina con un coltello da cucina in mano.
-M...c...zz..f?!- (Ma che cazzo fai?!) -T....bev...cervl...- (Ti sei bevuto il cervello?) Non sembra aver capito, come dargli torto in effetti. Afferra una sedia malconcia e la mette davanti a quella su cui sono 'seduta' io. Si appoggia con le braccia allo schienale girato in avanti.
-Allora, principessa. Ora ti toglieró il bavaglio, ma, se urlerai o proverai a fare qualsiasi cosa...beh, di addio a qualche parte del corpo.- muove il coltello contro la sua mano, poi con un movimento secco taglia lo straccio, che cade a terra. -Ora...
Vediamo, vediamo... Tu, mi dirai, tutto ciò che voglio sapere... sui Winchester.- lo fisso con uno sguardo carico d'odio. -Mmm. Innanzitutto. In quella casa, dove ci trovavamo, dove sono le armi. E non dirmi che non hanno una stanza per le armi lí, dato che avete delle camere vostre.-
-Fottiti.- mi guarda sorridendo. Poi afferra un coltello e inizia a tagliarmi una guancia. So che é un taglio superficiale, ma, Dio se fa male. -DIMMI DOVE SI TROVANO LE LORO ARMI.- grida.
-Non mi hai sentito poco fa? Peccato, ti ho detto di fotterti.- dico a denti stretti. -Che cattiva ragazza. Domanda successiva... Vedi, il mio capo, ha un conto in sospeso con l'angelo Castiel. Già, il vostro amico. Dimmi come chiamarlo. E, forse, non lo vedrai morire.- fa girare il coltello, disegnando cerchi invisibili in aria. -Ma vaffanculo. Te lo puoi anche scordare. Io non tradisco gli amici.- lo guardo dritto negli occhi. -M, e credi che lui lo farebbe al posto tuo? Credi che rischierebbe davvero la vita, per te? Una...nullità?- solleva le sopracciglia. -Sicura, di non volermelo dire?- avvicina il coltello al mio viso, di nuovo. Caccio indietro le lacrime, ma non apro bocca. Mi afferra per i capelli e inizia a tirarmeli.
-AAAAH!- questa volta non riesco a non urlare. -DIMMELO!- tira più forte. -NO!-
Mi tira un pugno in faccia. Sento il sapore del sangue in bocca. I suoi occhi si fanno neri. -Mi dispiace. Anzi. No, per niente. Ma se non uccideró Castiel, almeno avrò te.- alza il pugnale, mentre la lama sta per raggiungermi in pieno petto si rompe in mille pezzi. Alzo lo sguardo e vedo Castiel. -Mi stavi forse cercando?- chiede con voce ironica. -Castiel! No! Vattene subito! Ti ucciderà!- tento di liberarmi dalle corde, ma sono troppo strette. -Tranquilla, Arya. Me la so cavare.- mantiene lo sguardo su James. -Se avete finito...- sorride allargando le braccia. Subito dopo inizia a trasformarsi in un non so che, nero e viscido. Si avventa su Castiel. Io, saltellando con la sedia mi avvicino al tavolo coi coltelli. Faccio muovere la superficie con i piedi, per quanto riesco a muoverli. Con un ultimo strattone un bisturi mi cade in grembo, allungo le dita più che posso dai braccioli di legno e , con una mano riesco ad afferrarlo. Mentre lo apro mi taglio diverse volte la mano, appena riesco a recidere la corda passo a quella dell'altra mano, poi ai piedi. Mi alzo in piedi e mi guardo attorno. Castiel é a terra e sta bruciando il corpo del demone che continua a rivoltarsi sopra di lui. D'istinto afferro il pugnale che ho infilato tra la gamba dei pantaloni e scarpa destre, mi avvento sul demone e inizio a colpirlo. -Arya...no!- farfuglia sotto di noi Castiel. L'icore fuoriuscita dalle ferite sulla schiena del demone mi brucia le braccia e le mani. Quando finalmente, non si muove più, mi lascio cadere a terra, Castiel si sposta il cadavere di dosso, io lo fisso e subito inizia a bruciare. Abbiamo entrambi il fiatone. -Grazie.- ansimo. -Se non fosse stato per te mi avrebbe uccisa.- lo guardo piegando la testa di lato. -Grazie a te, Arya.--Sai come si guida questo affare?- borbotta alle mie spalle, io metto in moto la moto (scusate la ripetizione XD) -No, per niente.- grido per sovrastare il rombo del motore. Provo a partire e ad andare un po' avanti, a fare una piccola curva e a frenare. -Oddio moriremo.- piagnucolo prima di immettermi nella strada principale. -Tieniti!- grido al mio compagno. Andiamo ai cinquanta all'ora per circa quindici chilometri, ma dopo un'ora e mezza (almeno credo) siamo a casa. "Parcheggio" la moto e scendiamo. Le tiro un calcio. -Sono stata un'idiota! Fidarmi di lui a quel modo!- mi siedo sulla sella. Castiel si mette davanti a me. -Capita a tutti di sbagliare...Fammi vedere le mani.- allungo le mani e lui le prende tra le sue. Ho le nocche graffiate e palmi e dorsi graffiati, non sono nemmeno stata in grado di tagliare delle corde con un bisturi. -Vuoi che...?- mi guarda dolcemente. -No, potrei farlo anche io ma, no. Saranno un promemoria.- sorrido poco convinta. -Va bene. Inizia a fare freddo. Forse é meglio se entri...- -Cosa? Tu non vieni?- lui scuote la testa. -Devo andare. Ma prometto che verrò a trovarvi tra poco.-sorride. -Okay, senti...penso che non dirò niente di tutto questo a Sam e Dean... quindi...- termina lui la frase
-Non dirò niente...tranquilla... ora vai.- mi alzo e lo abbraccio.
-Grazie. Per tutto.- poi mi volto e corro dentro. Appena entro mi copro le mani con le maniche della giacca. -Ehi.- sorrido impacciata ai due fratelli seduti sul divano, Dean sta guardando la tv e Sam é al computer. -Dio Arya dov'eri finita? E dov'è James?- mi mordo il labbro.
-Ecco...lui...é dovuto partire... per...l'Inghilterra. E mi ha lasciato la moto, ha detto di venderla!- annuisco come per autoconfermare la mia tesi. -E come ci sei arrivata fino a qui?- Sam alza un sopracciglio.-Con la moto!- dico senza pensarci. -Sai guidare le moto?- Dean mi guarda a bocca aperta. -Direi che guidare é una parola grossa...so, come dire... avanzare lentamente.- vado a sedermi sul divano accanto a loro. Cala il silenzio. -Mi spiace che se ne sia andato...- osserva Sam. Mi scappa una risata ironica. -Cioè...volevo dire, che é meglio così. Come sta la tua spalla Dean?- cambio argomento. -Bene. Molto bene.- sorride. -Okay... ehm, io vado a farmi una doccia.- mi alzo e vado verso la mia camera. Prima sistemo lenzuola e coperte, poi vado in bagno, con abiti puliti, bagnoschiuma e shampoo. Sotto l'acqua le ferite bruciano, ma almeno si disinfettano. Meglio per tutti...che diavolo di risposta era? Meglio per nessuno! Cavolo, pensavo fosse normale e no, era un cacciatore, poi scopro pure che era un demone. Quando si dice "fortuna". Appoggio la testa al muro e lascio che l'acqua e la schiuma mi scorrano addosso. Chiudo gli occhi. Sento bussare alla porta. -Si?- la porta inizia ad aprirsi -Ehi ehi! Ho detto si, non avanti. Aspetta.- esco e mi avvolgo in un lungo asciugamano color panna. Sa di casa. Apro la porta e mi ritrovo Dean davanti. -Ehi.- sorrido.
-Ehi.- si appoggia allo stipite accarezzandosi le labbra. -Abbiamo trovato a chi vendere la moto. E ne ricaveremo una bella somma...quindi, ringrazia il tuo amico.- alza lo sguardo dal pavimento e mi guarda. -Già... Il mio amico...- mi mordo un labbro e fisso nella direzione di Dean. Ma non guardo lui. Fisso il vuoto che c'è aldilà di questo ragazzo cresciuto troppo in fretta. Con gli occhi verdi come un prato, come un quadrifoglio, speciale e raro.
-È tutto okay?- mi domanda. -Sì e no.- alzo le spalle.
-Mhm...quel no mi preoccupa.- continua a guardarmi negli occhi. -É solo...sono stanca. Tutto qui.- sorrido in un modo a quanto pare poco convincente.
-Arya. Tu non sai mentire.-
Però so mantenere i segreti.
Ma non é poi come mentire?
Nah...non penso. -Infatti non sto mentendo. Forse sei tu, che immagini che io stia mentendo. Anche se non é cosi.- incrocio le braccia al petto e alzo un sopracciglio. -Con me non funziona.- il suo sguardo cade sulle mie mani. E soprattutto sui miei polsi. -Devo chiederti cosa é successo o me lo dici subito senza fare storie?- peeeerfetto direi. -Dirti cosa?- devo escogitare una via di fuga. Ora. Mi prende delicatamente le mani nelle sue, e le alza in modo che possa vederle. -Chi ti ha fatto questo?- il suo tono di voce é cambiato.
-Nessuno.-
-Non ti credo. Dimmelo.-
-Perché dovrei?-
-Perché sì. Perché te lo dico io.-
-Non é successo niente.-
-Ti tradisci da sola. Con chi non é successo niente?!- dovresti chiedere con cosa per essere esatto.
-Me li sono fatti prima. Con voi.- dico in tono neutrale.
-Non ti credo!-
-C'è qualcosa a cui credi?-
-La verità.-
-La verità é che non te lo voglio dire. Non voglio apparire debole e stupida ai tuoi occhi. Anche se in fondo é ciò che sono.- mi rendo conto solo dopo di averlo detto ad alta voce. Lui mi guarda come se stesse per dire qualcosa. -Ora scusami, ma ho solo un asciugamano addosso. Devo vestirmi.- mi chiudo in bagno e mi lascio scivolare a terra. Appoggio la testa all'indietro sulla porta. Lo sento. É lì, dietro la porta. Fermo, interdetto. E confuso. Non ha idea di quanto lo sia io.
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•Supernatural•
FanfictionSemplicemente una strana FF mal riuscita di Supernatural, che sto cercando di correggere e rendere vagamente leggibile.