Eva
Mi tiro fuori dal letto e sbadigliando raggiungo la cucina dove mi accoglie un euforica Vanessa.
«Oh oh oh, immagino sia andata bene la tua serata.» Curiosa mi verso un po' di caffè in una tazza, per poi sedermi di fronte alla mia coinquilina che non riesce a smettere di sorridere.
«Già...» Sospira sognante. Rischio di versare il latte sul tavolo coinvolta nel suo stato romantico.
«Forza racconta, non mi fare stare così sulle spine.» La invoglio a smettere di sospirare e a iniziare a parlare.
«È stata una serata perfetta, lui è stato perfetto. Attento, galante, un vero gentiluomo e se non avessi fatto io il primo passo, penso che saremmo ancora in auto a parlare.» Finisce risoluta e io mi copro gli occhi.
«Cioè gli sei saltata addosso?» Povero uomo non gli ha lasciato neanche una mossa.
«Certo bella! Non potevo tornare a casa senza la mia pomiciata, soprattutto con un figo meraviglioso come lui. Sono innamorata.» Apro la bocca, mi stupisce sempre.
«Non ti pare di esagerare.» Bevo dalla mia tazza non staccandole gli occhi di dosso.
«Ma che mi importa... mi fa stare bene e oggi a pranzo ci vedremo nuovamente e spero di concludere quello che abbiamo iniziato ieri.» Beve anche lei sempre più sognante. «Non hai idea di che fisico abbia.»
«Oh cielo, lasciami nella mia ignoranza. Non potrei sopportarlo.» Mi alzo velocemente dalla sedia per correre in bagno.
«Ti farebbe bene un po' di fantasia lussuriosa!» lei urla e io mi richiudo in bagno, appoggiandomi alla porta. Credo di averla fatta franca quando sento Vanessa parlarmi alle spalle. «Tesoro, devi lasciarti andare, fai capire a Massimo cosa ti passa per la mente, non credere che lui ci arrivi da solo perché non accadrà, è un uomo. E ricordagli le scintille che facevate insieme, perché sono certa che le facevate.» Rifletto sulle sue parole mentre il cuore mi batte impazzito, come mi piacerebbe averlo ancora una volta vicino.
«Okay.» Lascio uscire a fatica.
«Bene, hai casa libera. Io spero di tornare molto tardi. In bocca al lupo a te e a me.» La sento canticchiare mentre si allontana verso la cucina fiera e felice delle sue scelte, spero di avere anche io il coraggio di fare come mi dice.
Rimugino fino a pranzo su cosa sia giusto che io faccia, sono qua da pochi giorni, sono tornata nella sua vita da pochi giorni, come posso anche solo pensare alla follia suggeritami da Vanessa. Sono così distratta da scottarmi anche con la pentola della pasta. Però se resto a un metro da lui, in silenzio, come può accadere che lui mi noti nuovamente?
Ieri Stefania mi ha confermato che non è disposto a darmi nessuna possibilità. Poso la forchetta allontanando il piatto. Sono davvero disposta a lasciarlo vincere?
Ecco, è su questo che sono certa di voler fare qualcosa, perché io ho molti difetti però sono tenace e riesco a ottenere alla fine quello che voglio. L'ho fatto con il mio lavoro e ora sono disposta a farlo per l'amore della mia vita. Ripulisco il tavolo e la cucina per poi guardarmi attorno sconsolata. Perché non ha ancora chiamato?
Cerco di distrarmi da quel pensiero ritornando in camera per farmi una doccia e cambiarmi. In doccia perdo forse troppo tempo, ma adoro l'acqua. A malincuore giro il pomello interrompendo quel dolce massaggio per tornare in stanza. Il silenzio continua ad avvolgere tutto. Non ha ancora chiamato.
Cerco il mio reggiseno nero nel caos delle mie cose che si affollano insieme a quelle della mia amica, esasperata porto le mani ai fianchi e prendo la decisione definitiva. Non posso andare avanti così. In accappatoio vado alla ricerca del mio cellulare e non appena lo trovo abbandonato sul top in cucina, digito frettolosamente un messaggio a Serena: “Okay per la casa che mi hai fatto vedere venerdì.”
È un grande passo per me, conferma tutto quello che mi ha portato qui e il mio desiderio di rimanerci.La risposta non tarda ad arrivare, proprio mentre davanti lo specchio sto asciugando i capelli. Vedo lo schermo illuminarsi ed è Serena che mi invita a passare da lei lunedì per la pausa pranzo per definire l'accordo. Un senso di pace mi avvolge. Ho fatto la scelta giusta.
Più calma prendo il mio portatile e mi siedo con questo sul divano immergendomi subito nel lavoro, guardare le immagini di venerdì mi stimola a classificare le foto, per poter poi agevolare il momento in cui dovrò scegliere con Massimo quelle più appropriate per il servizio. La sua sicurezza nell'affrontare quell'uomo arrogante traspare in tutta la sua potenza, nelle immagini che scorro. Il suo sguardo fisso e determinato, la linea a volte ironica e a volte seria della sua bocca, non hanno lasciato scampo all'interlocutore nonostante la sua esperienza.
Riesce a incantarmi a tal punto da non sentire il telefono suonare, ma l'insistenza della melodia alla fine riesce ad attirare la mia attenzione. Afferro il telefono al mio fianco distrattamente. «Pronto!»
«Eva...» Non posso credere abbia chiamato. «Eva, sono Massimo.» Che precisazione stupida lo riconoscerei in mezzo a mille.
«Si, ciao.» Riesco a sembrare rilassata quando, dentro, il cuore mi balla la makarena.
«Beh, sei ancora dell'avviso di voler lavorare all'articolo per domani?» Stranamente mi sembra incerto nella sua domanda, come se avesse lottato con se stesso e alla fine si fosse arreso a chiamarmi ma senza convinzione.
«Sì, certo. In realtà lo stavo già facendo.» Devo accontentarmi del suo poco entusiasmo, l'importante è che mi abbia chiamata.
«Bene, ti mando per messaggio il mio indirizzo. Ciao.» Sbrigativo sento già il bip della notifica.
«Okay, a dopo.» Ha già chiuso. Quasi mi manca il tuuu tuuu dei vecchi telefoni fissi, mi avrebbe almeno fatto compagnia. Poso il telefono vicino al pc e mi prendo un attimo per respirare. Mi lascio andare indietro sul divano e mi porto le mani sul viso. Sto sorridendo come un'idiota, fossi Vanessa o Stefania ballerei ma per me già quel gesto insolito è la massima espressione dall'euforia che sento dentro.
Passato il momento di ripresa, corro in stanza in cerca degli stivali e dello zaino, torno in cucina per mettere dentro il pc e il resto e con un gran respiro scendo in strada in cerca di un taxi.
Fortunatamente, nonostante sia domenica pomeriggio, le strade non sono molto affollate, è ancora presto e subito trovo il taxi che si ferma davanti ai miei piedi. Mi siedo rigida nei sedili, sento la tensione salire quando a fatica pronuncio l'indirizzo all'autista che in fretta si rimette nel traffico per portarmi da lui. Che strana sensazione. Quanto tempo che non condividevo con lui questo momento della settimana che invece, in passato, era sempre nostro. Era il giorno in cui lasciavamo lo stress delle nostre vite per dedicarci solo a noi due. Ricordare è sempre una sofferenza. Il suo sorriso, la sua rilassatezza, fare l'amore fino a notte fonda, ecco cosa rappresenta per me questo giorno.
Il taxi frena davanti un palazzo antico molto elegante, scendo sentendo il peso dell'ansia aumentare in me. Mi avvicino ai citofoni e stringendo il labbro fra i denti premo il campanello Preziosi.
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Bugia o Magia
RomanceEva e Massimo. Amore e risentimento. Odio e nostalgia. Bisogno e orgoglio. Emozioni contrastanti per chi si è amato in passato e ora vive nell'illusione di poterne fare a meno. "Come un mago provetto ho imbastito uno spettacolo che ha cancellato la...