Massimo
La sua chioma bionda che colora il mio salotto è quel desiderio che uno ha, ma che ne capisce il bisogno fino in fondo solo quando si realizza. La chiamata di mia madre mi sveglia dall'incantesimo di lavorare con lei, sto assorto e compiaciuto per i risultati ottenuti. La vedo arrotolarsi i capelli per poi scendere con la mano alla base del collo affusolato fino a sparire nel colletto della maglia nera. Non è la prima volta che le vedo fare quel gesto dopo ore di lavoro, vorrei solo avvicinarmi e sostituire quella carezza con la mia.
E poi non so cosa mi succede. All'improvviso ho il bisogno incomprensibile di parlare con lei, ma di parlarle veramente, di mostrarle i miei pensieri e mi confonde la facilità con cui, in un attimo, averla accanto torna a essere una cosa naturale. Il suo silenzio è quel momento incantato in cui i corpi si ritrovano, riunendo i pezzi mancanti per formare quel tutt'uno inevitabile e indissolubile.
Mi fa sorridere sapere che Stefania l'abbia già perdonata ma la sua richiesta che io l'ascolti mi fa paura. Temo di sapere quella verità di cui parla. Temo di scoprire che abbiamo buttato anni della nostra vita. Temo di scoprire che mi abbia veramente mentito.
Con una forza che viene comandata dalla luna mi sento spingere verso quel tono accorato e roco, nulla del sarcasmo della mia risposta può contro la bellezza di quegli occhi brillanti e vellutati. Sento il loro canto da sirena attirarmi, annullando le mie remore. Avvicinarmi verso di lei è necessario e mortalmente pericoloso, perché decreta la mia fine quando vedo la sua pupilla allargarsi fino a ricoprire di nero quel verde pieno di speranza. Il desiderio inghiotte la sua ragione, lo vedo avanzare nei suoi pensieri e me ne sento attratto senza freno.
Ipnotizzato dal suo cambiamento, sconvolto dal mio, resto in attesa... il suo braccio mi cinge e la sua bocca è finalmente sulla mia. Il fuoco incendia nelle mie vene, fino a farmi perdere la ragione. Non esistono più i dubbi, i timori, l'idiozia di dare e prendere amore da quel corpo che io, nonostante tutto, venero.
Accolgo la sua lingua nella mia bocca ritrovando nel suo sapore l'essenza del vero desiderio tra un uomo e una donna. Il motivo per cui è impossibile separarsi ed è inevitabile sciogliersi fino all'esplosione dei sensi.
I suoi mugolii mi fanno male al cuore e al corpo, la voglio. Io la voglio per vivere.
Afferro i suoi fianchi riportandola, dopo un tempo lungo e straziante, sul mio povero corpo, che ne bramava il contatto fino a cercare quel fremito in altri templi.
Mi gusto le sue carezze e quando mi morde il labbro inferiore la stringo fino a segnare la sua carne. Lei si muove sopra di me unendo e separando i nostri corpi in un piccolo supplizio pieno di estasi e perdizione. Infilo le mani sotto la sua maglia e i brividi che ricoprono la sua pelle mi fanno stringere le palpebre di disperazione. Quanto mi è mancata.
Inebriato dall'emozione ritrovata, corro con i palmi sul suo corpo esile per riprenderne possesso, per riscoprirne ogni curva, ogni punto di piacere che la fa inarcare e approfondire quel bacio già avviluppante. Le sue dita fra i miei capelli aumentano i brividi sulla schiena. Apro la bocca per richiuderla sulla sua che si apre nel giusto ritmo, le mani stringono e tirano i miei capelli, provocando l'immediata reazione nella parte più intima e debole del mio corpo.
Continua il suo assalto e io continuo il mio è una lotta che non porterà a un unico vincitore ma alla massima soddisfazione di entrambi e quando le sue attenzioni cambiano direzione accarezzando i miei pettorali per poi scendere inesorabilmente verso il basso, io mi sento in paradiso e all'inferno contemporaneamente.
Inaspettato il ricordo del dolore mi investe, risvegliamdomi dalla magia di quel momento e con sofferenza mi ritrovo a fermarla.
«Eva, no...» non credo mi abbia sentito, la sua bocca libera dalla mia, scende dalla mascella fino al collo, che morde riempiendomi di fremiti.
«Eva, dobbiamo fermarci.» Insisto prendendo con le mie mani le sue e sospingendola indietro fino a staccarla da me.
La cascata di fili biondi cala sui nostri visi, i petti ansanti riempiono l'aria di sospiri e i miei occhi sofferenti incrociano i suoi confusi e bramosi. «Eva...» È un sussurro al vento. È un bisogno primitivo il mio richiamo di lei.
L'incantesimo è rotto, lei ha già capito senza parole e il suo viso si trasforma in una maschera ferita e abbattuta. Libera una delle sue mani per scansare i capelli dai nostri visi, nella vana speranza che la luce le mostri una realtà diversa, ma ovviamente non è così. Rialza il busto pur rimanendomi sopra in cerca della forza e dell'equilibrio che le permetteranno di staccarsi da me.
«Io non posso farlo.» Non volendo le do il colpo di grazia con quelle parole. Le sue ciglia calano nel verde in tempesta, stringendosi dentro tutto lo schifo che sentiamo ancora. «Io...»
«Ti prego non dire altro.» Scavalca le mie gambe e si alza dandomi le spalle. Resta un attimo ferma davanti a me come in cerca del coraggio di andar vie e poi eccolo arrivare, freneticamente raccoglie le sue cose che infila a caso dentro lo zaino. Le vedo tremare le mani mentre veloce cerca di scappare via da me.
«Eva...» mi alzo per raggiungerla, non so neanche io bene cosa voglio dirle, perché il dolore è ancora più intenso ora, quasi sfiancante.
«Ti prego...» si ferma perché la sua voce si incrina. «Ti prego.» Ripete sofferente per poi girarsi verso di me con una mano protesa a mantenere la distanza. Anche se non vorrei mi fermo è così distrutta. Si è questo il termine giusto e io non posso fare niente, non quando io stesso cado a pezzi. «Ti prego solo di non essere scostante, con me, se puoi. È stato bello rivedere la nostra amicizia.» I suoi occhi sono lucidi ma asciutti e nell'ultimo sguardo che ci scambiamo prima che lei vada via sono io a crollare. Il tonfo della porta che si chiude mi fa accasciare sulla sedia che poco prima occupava lei, prendo il mio viso fra le mani e mi sorprendo a sentire i miei palmi bagnati.
Come può coinvolgermi così tanto? Come può solo lei ridurmi così?
La mente gira vorticosamente sulle immagini di lei fino a mandarmi fuori di testa, afferro una delle tazze e la lancio a terra disperato.
Io non posso toccarla.
Non posso farlo.
Non fino a quando io non l'avrò perdonata.
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Bugia o Magia
RomanceEva e Massimo. Amore e risentimento. Odio e nostalgia. Bisogno e orgoglio. Emozioni contrastanti per chi si è amato in passato e ora vive nell'illusione di poterne fare a meno. "Come un mago provetto ho imbastito uno spettacolo che ha cancellato la...