Eva
«Voglio questa.» Indico l'auto elettrica, nera, davanti a me. Mi sembra perfetta.
«Bene. La prendiamo allora.» Seguo Massimo e il Tizio della concessionaria nell'ufficio dentro il cubo di vetro, che è la concessionaria. Posso ritirarla domani. Altra spesa che grava sul mio budget, altro passaggio verso la donna che voglio essere. Non riesco a riconoscermi, finalmente sto vivendo la mia vita.
Saliamo in auto e Massimo è molto soddisfatto. Non capisco perché ci tenesse così tanto, non mi dispiace l'indipendenza ma praticamente da quando siamo tornati insieme ho sempre lui a darmi passaggi.
Dopo aver messo in moto, la sua mano va alla ricerca della mia che tenevo in grembo. Mi volto e lo vedo avvicinare la nostra presa alle sue labbra e baciarmi il dorso per poi sorridere.«Sei assurdamente soddisfatto, devo dire.» Lo prendo in giro.
«Già, hai ragione.» Torna a baciarmi le dita facendomi sospirare. Tiro via la mano con suo disappunto.
«Non cominciare ciò che non puoi terminare.» Gli preciso, come posso resistere ai suoi languidi baci su di me.
«Chi ti dice che non abbia tutte le intenzioni di farlo.» Tira su un sopracciglio e sorride ammiccante.
«Sbaglio o hai invitato persone a cena.» Gli ricordo alzando io il sopracciglio.
«Cazzo.» Il palmo che prima teneva la mia mano sbatte sulla sua fronte.
«Non ho intenzione di far trovare qualche altro indumento intimo in giro per la casa.» Mi imbarazza ancora il ricordo.
«Io sì, invece. Abbiamo...» Guarda l'orologio al suo polso sinistro. «Mezz'ora almeno. Sarai mia.» Mi stringe la coscia tentatore.
Scuoto la testa non intenzionata a dargliela vinta. «Magari dopo.» Mi tiro su e i suoi occhi corrono al mio decolté stranamente in bella mostra con lo scolla a v della mia maglia nera.
«Attento.» Lo richiamo alla guida senza un reale motivo. Sorridendo alla sua perdita di controllo e non dell'auto.
«Amore mio, sappi che te ne pentirai.» Il suo ghigno è una promessa che in realtà vorrei mantenesse. Sento un brivido quando la sua mano torna a catturare la mia, intreccia le dita e se le poggia sul petto. Resto incantata a quel legame, alla naturalezza del gesto, alla mia vita che ora mi appare perfetta.
Massimo è concentrato sul traffico, la sua fronte è liscia, come i suoi occhi che ora sono limpidi, non c'è più tracce di preoccupazione, di sofferenza, di lotta. È un giovane uomo sereno e felice di avermi accanto. E io? Io sono così immensamente felice che mi sembra di aver fatto il jackpot per tutta la vita intera.
Io e lui insieme... mi sembra perfetto.«Perché mi guardi così?» Sorride guardandomi con la coda dell'occhio, siamo quasi arrivati a casa sua.
«Perché sei bello.» Posteggia e io mi avvicino per baciare le sue labbra. Costante tentazione. La temperatura sale e anche le carezze sono sempre più audaci.
«Ti prego andiamo, Eva.» Un ultimo sfioramento di labbra e sono sul marciapiede accanto a lui. Camminiamo in silenzio e mi sento tirare in un suo abbraccio. Lui sospira e io inalo il suo profumo dalla giacca cingendogli la vita.
Purtroppo arrivati al piano ci rendiamo conto che è veramente tardi, con gran delusione di entrambi. «Forse per il momento dovremmo limitare gli inviti.» Mi accarezza vogliosamente le curve da dietro, mentre io cercavo di posare le mie cose sulla sedia della camera da letto.
Mi lascio andare sul suo petto godendomi le sue attenzioni, la sua mano destra stringe il mio seno mentre la sinistra cerca di intrufolarsi sotto i jeans. Languidi baci e piccoli morsi tormentano il mio collo fino a quando disperata cerco le sue labbra con ardore. Ho appena conquistato la nostra lotta personale quando il campanello suona interrompendoci. Massimo sbuffa nella mia bocca lasciandomi alla seconda scampanellata. Mi porto una mano alle labbra e con l'altra mi sorreggo appoggiandomi alla sedia. Prima o poi prenderò fuoco.
Sento già la voce dei ragazzi quando in bagno cerco di rinfrescarmi. Mi sistemo i capelli in una coda disordinata e cambio i jeans con un leggings nero, più comodo.
Mi avvio in sala e vengo accolta festosamente. Massimo ha deciso di preparare una pasta con gamberi e finocchietto selvatico e io con l'aiuto di Stefania faccio la tavola. Matteo sta aprendo il vino ed è tutto così magnificamente casalingo
«Tutto bene?» la mia amica mormora per non farsi sentire. Lasciamo gli uomini in cucina e con i nostri calici ci accomodiamo in salotto.
«Sì e che...» Mi vergogno a parlare, ma i suoi occhi affettuosi mi convincono a farlo. «Non lo so Stefania, oggi mi sento strana. Mi viene voglia di sospirare e non fermarmi più. Sento le farfalle svolazzare senza posa nello stomaco.» Lei annuisce come se conoscesse la diagnosi della mia malattia. «Mi viene da piangere per un nonnulla e vorrei stare appiccicata a Massimo per sempre.» Continua ad annuire ora sorridendo.
«Senti il cuore martellati in petto?» mi chiede come un medico attento.
«Sì, sembra rincorrere qualcosa senza tregua.» Rimbomba forte e chiaro.
«È cominciato oggi?» Riflettendoci no.
«No e come se fosse un crescendo dal primo giorno, è come se non debba più fermarsi.» Mi sento veramente strana.
«E non lo farà.» Sembra esperta.
«Non so se per deformazione professionale o altro, ma è come se vivessi fotogramma per fotogramma del nostro stare insieme. Spettatrice e protagonista.» Sono totalmente fuori di testa.
«È normale tesoro. Sei innamorata, sei felice e per la prima volta non hai paura.» Beve un sorso del suo vino, certa di aver detto bene.
Paura. Paura... mi ripeto il termine nella mia testa come se fosse qualcosa di nuovo, come se non mi appartenesse più l'angoscia che rovinava i miei dolci momenti. Paura. No, io non provo più paura.
Spalanco incredula gli occhi, mentre Stefania mi attende compiaciuta per il mio passo avanti.«Hai ragione. Io... io sono serenamente innamorata.» Sono entusiasta a confessare questa bella novità.
«Già lo sei.» Fa scontrare i nostri bicchieri. «Goditi tutto il bello che la vita con Massimo ti darà.» Ricambio il brindisi e mi auguro anche io il meglio.
«E tu?» Mi sento di chiederle. Mi sembra che anche loro stiano bene. Ascolto le parole rapite di Stefania, fortunatamente anche fra lei e Matteo va benissimo.
Il mio amico torna a riempire i nostri calici, sorridendoci, mentre la mia pancia borbotta all'odore dell'aglio che sfrigola in padella, con i pomodori, in attesa della pasta.Stefania mi confessa la sua speranza che Matteo le chieda presto di convivere.
Io non lo so. Osservo Massimo spadellare la pasta con maestria, i suoi muscoli delle braccia si tendono. Il sorriso perenne per le battute di Matteo. Gli occhi brillanti si posano su di me promettendomi uno splendido dopocena.Sospiro. Sospiro con gli occhi lucidi, il labbro stretto in una morsa, le farfalle che ballano impazzite e il cuore che vorrebbe uscire dal petto per unirsi a lui. Lui unica fonte di amore e vita. Lo vedo strizzarmi l'occhio e io perdo anche il respiro oltre che me stessa.
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Bugia o Magia
RomanceEva e Massimo. Amore e risentimento. Odio e nostalgia. Bisogno e orgoglio. Emozioni contrastanti per chi si è amato in passato e ora vive nell'illusione di poterne fare a meno. "Come un mago provetto ho imbastito uno spettacolo che ha cancellato la...