Capitolo 80

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Eva

La telefonata a mio padre mi ha tormentata per giorni fino a quando, una mattina, mi sono svegliata e grazie alle parole d'amore di Massimo ho cancellato in me ogni tristezza, ogni mancanza. Vivrò il rapporto con lui con più tranquillità, senza rancori o altro, non è giusto insistere, soprattutto per me.

Sono in galleria, la mostra è prevista per il prossimo fine settimana e io sono molto agitata, mi hanno appena avvertita che la pubblicità ha riscosso molto successo e che faranno un'intervista a me e a Massimo. Sospiro mentre raddrizzo la cornice di una mia foto che ritrae lo sciamano indiano con in mano il mio ciondolo. Accarezzo la scritta di Massimo con la mano: "La forza più grande è in noi stessi. Se perdiamo la via seguiamo il cuore."

Tra dieci giorni il mondo intero ammirerà cosa siamo insieme io e Massimo. Il nostro essere insieme nonostante le differenze.

Mi metto seduta sulla panca posta davanti la mia opera. È la prima che si può ammirerà ed è anche la foto di presentazione. Ho pensato che oltre alla magia che traspare dagli occhi di quell'uomo tanto saggio e tanto lontano dalla nostra cultura, in quella foto, c'è l'inizio del mio cammino che mi ha riportato da Massimo.

Ecco il dilemma ben più grande di quello di mio padre che mi ha accompagnata in questi giorni. Le parole di Stefania si affollano nella mia mente fino a intrecciarsi, sento il fiato chiudersi come se quell'intreccio mi portasse via il respiro. Amore. Matrimonio. Figli. Forse tre delle parole più complesse del nostro tempo in cui si è perso il significato del per sempre. Dello scegliere qualcuno con la speranza e l'impegno che possa anche essere l'ultimo per la vita intera. La nuova versione piu matura di me vede in quelle tre parole una speranza, una possibilità, una meravigliosa vita fatta di me e l'uomo che amo. "Segui il tuo cuore" recita lui e il mio mi porta da lui e penso che lo farà per sempre.

Mi sento animata da una nuova forza, un nuovo desiderio e sono certa, ora, che questa sia la scelta migliore per me. Mi alzo nella grande stanza bianca, gli unici colori sono all'interno delle mie foto, giro per le varie ali e stanze e quando giungo davanti a un immagine di me e Massimo sfocata, sono ormai certa che alla fine di questa mostra parlerò con lui del futuro.

Anche se in quel luogo sono da sola non mi sono mai sentita così completa e felice, io ho Massimo e questo è tutto quello che mi basta nella vita.

Più serena torno al mio lavoro, aspetto il tecnico delle luci per scegliere insieme le giuste tonalità, non è ancora arrivato e allora torno dove ho lasciato le mie cose nello studio della direttrice e recupero il mio telefono. Lei è andata a pranzare mentre io dopo aver mangiato un panino a volo sono rimasta qui. Vorrei finire il prima possibile, in questi giorni oltre a finire sempre tardi sono stata molto nervosa e anche Massimo, vorrei poter stare un po' di tempo con lui stasera.

Guardo le notifiche e trovo un messaggio di Massimo: "Scusa amore, ma stasera farò tardi. Devo vedermi con Matteo. Mi manchi, non vedo l'ora che sia tutto finito. Ti amo, ciao."
Delusa gli rispondo che per me va bene, anche se in verità non è così. Sto per posare il telefono nuovamente in borsa quando il nome di Stefania illumina lo schermo.

«Pronto, Stè.» Penso possa chiedermi di vederci stasera e invece rimango letteralmente senza parole. Ci sono quei momenti che in un attimo diventano speciali. Non si sa il perché sia stato scelto proprio quello, ma è così e resterà parte di noi per sempre.

«Sono incinta.» Un singhiozzo segue quella dichiarazione. Credo di non aver sentito, era talmente flebile la sua voce da non essere certa di averla udita veramente.

«Scusa Stefania puoi ripetere io...» Non riesco a finire la frase che lei mi accontenta.

«Sono incinta.» Un altro singhiozzo. Ecco il momento speciale ed ecco che devo trovare qualcosa da dirle perché mi sembra sconvolta.

«È meraviglioso.» Questa è la verità e un buon punto di partenza.

«No, che non lo è. Cioè, lo è, però non lo è.» Mi siedo in cerca ancora delle parole giuste per lei.

«Perché dici così? Tu vuoi dei figli, giusto?» Cerco di capire dove stia il problema.

«Sì, li ho sempre desiderati e che non pensavo accadesse così.» Mi gratto il capo certa che siano gli ormoni a renderla così complicata.

«Stefania, tu e Matteo state bene insieme...»

«Sì, oh Eva è che ho paura. È ancora presto. Io volevo convivere con lui, non fare un figlio o meglio non farlo ora. E se scappasse? Se si sentisse in trappola e mi abbandonasse?» certo, Matteo, non è il tipico esempio di rapporti seri e duraturi ma io sono certa che per lui Stefania sia l'eccezione.

«Ascolta, tesoro, Matteo ti ama e sono certa che sarà entusiasta di questo bambino.» Mi trema la voce a quella parola. Stefania incinta è una sorpresa incredibile. Rende reale quel qualcosa che altrimenti sembra sempre lontano, che non accadrà mai a noi.

«Sei sicura?» la speranza la rianima.

«Sono sicurissima. È una splendida notizia e devi viverla così. Sarai una mamma meravigliosa.» Ne sono certa ha già fatto pratica con tutti noi.

«Grazie Eva. Sono entrata nel panico. L'ho appena scoperto. Mi accompagnerai dalla ginecologa, ho appuntamento la prossima settimana.»

«Ma certo.» Mi sono commossa anche io.

«Voglio essere certa prima di dirlo a Matteo. Non vorrei farlo morire senza motivo.» Tra le lacrime ridiamo entrambe sulle possibili reazioni del futuro papà.

Alla fine la saluto con la promessa che manterrò il segreto anche con Massimo. Resto seduta con il telefono fra le mani. Mi sembra che tremino e forse è così. La novità è coincisa con le mie riflessioni di oggi. La differenza è che Stefania sarà una dolce e paziente mamma, l'ideale. Ma io? Non ho idea di come si faccia. Non ho mai neanche badato a me stessa.

Cerco di frenare il mio cuore che batte impazzito e mi ritrovo a desiderare tutto quello per me fino a perdere il fiato. Sono presa da una inspiegabile frenesia, come se non avessi più tempo.
Oggi mi sento incredibilmente emotiva. Ho smesso di piangere quando ho visto il volto del tecnico delle luci andare di matto. Non sapeva che fare, povero ragazzo. Ho ripreso il controllo accantonando quei pensieri e riprendendo a lavorare.

Tornare a casa e trovarla vuota è un ricordo del passato che ormai non mi appartiene più. Accendo le luci e mi preparo qualcosa da mangiare prima di cedere alla stanchezza della giornata, ai pensieri, all'ansia per la mostra, che mi fanno crollare in un sonno agitato. Mi ritrovo a correre impaurita in un incubo fatto di volti sconosciuti. Piango, gridando il nome di Massimo. Scappo, senza trovare un posto sicuro e quando sono ormai certa che nessuno mi aiuterà sento un forte calore avvolgermi. La sagoma del mio amore mi appare nella nebbia. Mi lascio stringere dalle sue braccia e cullare dalle sue parole: "Amore sono io qui con te."
I singhiozzi si placano, così come il terrore che mi scorreva nelle vene. Il fiato ritorna normale e il sogno cambia. Ora sono in un posto felice, ora sono con Massimo e questa volta andrà tutto bene. Mi volto sorridendogli in quel luogo luminoso, abbasso il volto e un piccolo fagottino è stretto al petto del mio uomo che lo guarda adorante.
Il vero amore.
L'unico amore.
Il nostro amore.

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