Capitolo 68

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Eva

Sono distratta. Per tutto il viaggio ho rischiato più volte di dimenticare qualcosa: o in hotel o al bar e infine anche in aereo, dopo che per la delusione legata al ritardo poso finalmente piede nella mia città.

Non vedo l'ora di vederlo, sento lo stomaco stringersi per il desiderio, e i giochi telefonici di questi giorni hanno acuito la necessità di essere amata da lui, dalle sue labbra, dal suo corpo.

Tesa cammino fra la folla e quando le porte si aprono e me lo mostrano vorrei scavalcare la ringhiera che ci divide e corrergli in braccio. Cammino verso di lui come su di un tappeto elettrico e quando finalmente posso, mi fiondo su di lui. Il mio morbido corpo viene stretto nel suo solido e mortalmente sexy per la mia mente che lo ha sognato ogni attimo di questi lunghi giorni.

Noto in lui il mio stesso bisogno e dopo due splendidi assaggi del nostro desiderio che abbiamo dovuto frenare, sono felice di essere arrivata a casa sua.

Saliamo in silenzio al piano, ma l'aria è piena di elettricità, sento il formicolio pure dietro la nuca, oltre che in tutto il resto del corpo, sono su di giri per quello che avverrà a breve. Cerco di contenere il desiderio di saltargli già addosso stringendo il mio labbro fino a farmi male.

Ancora pochi secondi e saremo uniti continuo a ripetermi mentre i piani scorrono. Sospiro quando l'ascensore si ferma e lui sorride afferrando il mio bagaglio. Quasi ballo sulle scarpe mentre la chiave gira nella toppa e quando mi fa cenno di entrare per prima sento la salivazione aumentare: voglio assaggiarlo tutto.

Sono qualche passo avanti a lui che boccheggio quando mi sento tirare e poi scontrare contro la porta in legno, le sue mani afferrano i miei glutei facendomi alzare, stringo le gambe contro i suoi fianchi quando le nostre bocche stanno già danzando strette.

«Oh.» È tutto quello che riesco a dire prima di iniziare quel bacio che non finirà mai.

Le mie dita corrono a stringere i suoi capelli. «Anf.» Questa volta é lui a gemere prima che gli morda il labbro, per poi scendere sul suo collo teso e invitante. Con la punta della lingua assaggio il sapore salato della sua pelle fino al lobo che stuzzico ansimando nel suo orecchio.

Si abbandona al mio assalto e io al suo, visto che la mano che mi tiene su, stringe il mio sedere in una morsa decisa e l'altra ha già alzato la mia camicia fino a raggiungere la pelle sensibile del mio seno ormai nudo e in balia delle sue attenzioni. Con un mio mugugno di protesta la sua bocca raggiunge il mio capezzolo sofferente e duro ma ben presto fra le sue tenere e rudi attenzioni, quel mugugno diviene un gemito di apprezzamento estasiato. Poggio il capo sulla porta lasciandomi andare al suo assalto, cerco di sfilargli la maglia e quando, dopo varie prove, lui cede al mio desiderio l'odore della sua pelle e il calore che sento sotto i palmi, che deliziati gli accarezzano le spalle, mi fanno capitolare.

«Ti prego... Massimo...» C'è tempo per la calma e l'appagamento lento ora è il momento della passione dei corpi che si uniscono e si scontrano frenetici, fino all'orgasmo risolutivo.

Il morso sul mio capezzolo è la sua risposta che scatena in me quel qualcosa che non posso più frenare. Riesco a farmi mettere a terra e mentre le nostre labbra tornano ad unirsi, le nostre mani corrono ai bottoni dei reciproci pantaloni. E quando anche l'ultimo indumento giace ai nostri piedi, lui mi ha già riafferrata per i glutei e sospinta su quella porta che per oggi è il nostro talamo.

Mi stringo al suo petto graffiandogli la schiena quando finalmente lo sento scivolare dentro di me. È così desiderato quel contatto che lo sento diventare parte del mio corpo, nessun fastidio, solo oblio e fretta.

«Oh, sì. Eva...» Si stacca quel poco per permettere ai nostri occhi di unirsi mentre i nostri corpi si fondono brucianti.
Occhi negli occhi le spinte si susseguono a ritmo incalzante.
Occhi negli occhi le mie mani lo stringono.
Occhi negli occhi la sua mano si insinua fra noi per riprendere possesso del mio seno.
Occhi negli occhi sento il piacere crescere fra i nostri corpi e espandersi in ogni cellula.
Occhi negli occhi i nostri respiri sono sempre più spezzati e corti.
Occhi negli occhi stringo le gambe sui suoi fianchi e lui le mani su di me.
Occhi negli occhi il fuoco divampa accendendosi. Le nostre bocche si aprono in cerca dell'ultimo ossigeno prima del piacere: assoluto, sfiancante, inebriante.

Le labbra si cercano per raccogliere gli ultimi gemiti di godimento.

Dovrebbe essere un bacio rilassato e soddisfatto ma invece è intriso di nuovo ardore.

Sento che ora mi tiene con entrambe le mani e scostandomi dal quel legno che mi ha graffiato la pelle, uniti ci conduce in camera. Scivola fuori da me per depormi sul materasso. La sera è ormai giunta e Massimo accende la luce sul comodino. È nudo al fianco del letto, mi guarda dall'alto mentre io senza vergogna gli sto distesa davanti completamente nuda. Non cerco di coprirmi, l'apprezzamento nei suoi occhi cancella la mia timidezza rendendomi forte e audace.

«Ti sono piaciute le nostre chiamate?» lo stuzzico ricevendo in cambio un pigro sorriso.

«Sono state una sorpresa, come lo sei sempre tu.» La sua voce è così roca che istintivamente stringo le gambe a quel suono sexy che mi fa vibrare il bacino. Il mio gesto non sfugge hai suoi occhi attenti e a me non sfugge il suo desiderio per me. Scivolo con la mano destra, distrattamente, dal collo fra l'incavo dei seni fino a l'ombelico, seguita dal suo azzurro ghiaccio. Solletico la mia pelle e chiudo gli occhi persa ormai nel mio gioco. Il letto si abbassa alla mia sinistra e una mano più grande e esperta continua la mia discesa fino in fondo. Fino alle pieghe del mio desiderio. Chiudo nuovamente le gambe con la sua mano che mi sfiora appena.

«Apri gli occhi Eva, ho tutta l'intenzione di far diventare realtà le tue fantasie.» Ascolto la sua voce convincente e incontro le sue iridi brillanti con le mie opache di desiderio. Lascio che lui riprenda la sua scoperta del mio corpo seguendo i suoi movimenti con il dondolio dei miei fianchi. Ormai inlanguorita dalle sue attenzioni, posso solo urlare quando un suo dito si insinua dentro di me. Il gioco e più intenso e inebriante. I suoi occhi seguono le mie reazioni e quando disperata mi muovo in cerca dell'appagamento lui interrompe tutto, risale dal mio pube fino all'ombelico e poi più su, fino al mio seno, dove disegna un cerchio. Il mio petto si alza e abbassa affannato e lui gioca con il mio capezzolo imbrunito. Gli afferro il polso disperata in cerca della soddisfazione.

«Calma, Eva.» Mi morde il seno. «Lasciati amare.» Quel tono dolce frena i miei bollori incendiando il mio cuore. Cerco le sue labbra che felici si uniscono alle mie per godere di quel momento di romanticismo. Lo sfregare dei nostri corpi però è troppo irresistibile e allora faccio come dice, mi abbandono completamente a lui.

Bugia o MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora