Capitolo 95

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Massimo

Sono su questo palco con le luci che mi abbagliano, la tensione che mi mangia dentro per quello che sta accadendo fuori di qui a cui io purtroppo non posso partecipare. La polizia mi ha obbligato a venire alla mostra per non mandare in aria i loro piani, cercheranno di arrestarlo stanotte e io sono necessario qui. In ospedale ci sono, ora, quattro poliziotti ma non mi sento comunque tranquillo. Una serata orribile, dove invece di preoccuparmi di lei e della giustizia, sono qui a parlare a persone che non conosco. Ho accettato solo perché Matteo mi ha giurato che si terrà aggiornato e se dovesse... Vorrei correre via, ma Stefania sta a guardia delle scale, con il suo sorriso rassicurante e la caparbietà di non farmi fuggire. Lei è certa che andrà tutto bene.

E allora stringo il foglio del discorso e mi sforzo in un sorriso per il pubblico e per lei. Perché Eva mi picchierebbe se rovinassi questa nostra occasione.

Prendo un lungo respiro e come mi sono detto richiamo l'immagine di Eva nella mia mente prima di iniziare a leggere. Cerco di dar voce al mio cuore sforzandomi di scordare tutto tranne lei.

«Buonasera signore e signori, sono lieto di avervi qui, questa sera. Le opere che vi circondano sono di una grande artista: Eva Valli, che purtroppo non potrà essere con noi questa sera.» Cerco di mantenere il tono fermo. «Vorrei approfittare di questo momento per dirvi, a mio modo, quello che ammirerete.» Ora non ho più bisogno di leggere. In fondo alla sala mi sembra di scorgere la figura di Eva, se ne sta lì, come se non fosse lei la protagonista di tutto. I capelli sciolti le accarezzano le spalle lasciate scoperte dal vestito nero che aveva scelto per questa sera. Era preoccupata, senza motivo ovviamente, ma le sue amiche avevano insistito talmente tanto da convincerla a scegliere qualcosa di diverso. Imbarazzata si era mostrata a me riempiendo i miei occhi di bellezza, lei lo è sempre stata, ma quello che avevo visto di diverso era l'emozione per questa mostra. E ora eccoci qui. Lei mi guarda sorridendomi in quel modo unico che mi fa cancellare tutto il resto. Non esiste più nessuno, solo io e lei e allora io voglio esprimerle quanto lei sia il centro del mio mondo. La voce vibra per l'intensità dei miei sentimenti e sono chiari a tutti quando si spandono in quel luogo, sulle nostre teste, in fondo alla stanza, ovunque.

«Questa mostra parla di noi, amore mio.
Di un amore lungo una vita.
Un incontro banale che diviene il mondo intero.
Due persone, io e te, appartenenti a due mondi opposti.
Parliamo due lingue diverse io e te.
Le parole sono il mio essere.
Le immagini sono il tuo essere.
Due modi inconciliabili di vedere la vita.
Ma il mondo è uno solo e quei due modi opposti di esprimerlo in fondo parlano della stessa cosa: amore e vita.
Amore e vita.
Il nostro punto di incontro.
Quel banale, un giorno, diviene qualcosa di intenso, unico, emozionante come una magia strabiliante.
Siamo rimasti lì, a bocca aperta, a guardare il meraviglioso spettacolo che è la nostra vita insieme, il nostro emozionante amore.
Ma due lingue diverse nascondono incomprensioni inattese.
Ci si ritrova, amore mio, a non vedere la realtà e la magia da risplendente mondo diviene buio. Troppo increduli che possa essere la realtà si rinnega quell'eccezionale e coinvolgente attimo fatto di cieli tersi e sogni.
Le nubi oscurano fino a rendere ciechi e la magia diviene un'immensa e tetra bugia.
I mondi si allontanano, le parole diventano incomprensibili e le immagini sbiadiscono fino a scomparire.
L'amore si perde.
L'amore si confonde.
L'amore non è più magia.
L'amore è bugia.
L'amore sbiadisce, diviene incomprensibile.
È tutto nero, io e te non esiste più.
Ma come un uomo non si sente completo senza vista. Così, un uomo, non si sente completo privo di voce.
E allora, amore mio, ecco che i due mondi si riuniscono ancora una volta, perché una persona vuole vedere e parlare.
E allora, tu sei tornata.
Le nubi non erano confortevoli e con essi la bugia.
L'amore lotta.
L'amore non si è perso.
L'amore si illumina.
L'amore è completo.
L'amore siamo io e te, amore mio.
E come d'incanto lo spettacolo ricomincia travolgendoci fino a quel mondo pieno di magia, che non è altro, che la realtà fatta di me e te.
Di noi.
Parla di noi questo evento: io sono le parole del tuo meraviglioso modo di vedere la vita.»

Il silenzio assoluto conclude quello scambio di sguardi tra la mia anima e la tua, Eva, ovunque tu sia. Nessun suono, solo respiri emozionati e rapiti. La tua immagine sbiadisce e allora io mi schiarisco la voce, non sopportando più quel luogo. Scendo velocemente dal palco e la gente inizia a applaudire. Uno scrosciante intenso e prolungato. Chiudo gli occhi nascondendomi in un angolo. La paura che questo sia tutto quello che mi resti di noi mi spezza in due.

Dura poco quella pace perché a malincuore vengo inghiottito dalla giostra su cui mi hanno obbligato a salire. Saluti, sorrisi, spiegazioni e la mano di Stefania che corre alla mia schiena quando mi sente particolarmente in difficoltà.
L'unica che saluto con sincerità è Vanessa che con Roberto sono arrivati poco prima che iniziassi il discorso.

«Le tue parole mi hanno... Eva tornerà da te. Stanne certo.» Quelle parole sussurrate nel suo abbraccio che cerco di ricambiare mi scaldano dentro.

«Si, da tutti noi.» Ci salutiamo e li vedo allontanarsi fra la folla. Controllo freneticamente il cellulare non appena possibile ma una sola notifica di Matteo di un'ora fa mi dice che è tutto sotto controllo. Alla fine ha deciso di andare da Eva e questo mi fa stare più tranquillo.

«Massimo, splendida, splendida mostra.» La caporedattrice di una famosa rivista fotografica mi si avvicina urlando il sui stupore. «Peccato che Eva non sia qui.» I suoi occhi si rabbuiano leggermente, ma la possibilità di poter ottenere un'esclusiva è troppo allettante per dispiacersi più di tanto per noi. «Vorrei proporti un accordo, ti posso chiamare domani?» Vorrei mandarla a quel paese, ma la stretta di Stefania mi fa sorridere e ringraziare per la proposta e dare la mia disponibilità per la telefonata dell'indomani.

«Allora ci sentiamo domani.» Ci stringiamo la mano e corro al buffet in cerca di un bicchiere d'acqua.

«Ancora nessuna notizia?» Stefania mi segue e ne verso un bicchiere anche a lei. Scuoto la testa e il suo volto stanco mi preoccupa.

«Tutto bene?» La osservo bene e la vedo posare una mano sul ventre. «Vuoi riposarti? Vuoi tornare a casa?» Mi spiace di non essermi occupato di lei in questo momento delicato.

«Sì, sono stanca, ma preferisco stare qui con te che sola a casa. È una serata troppo difficile per stare tranquilla.» Si accarezza ancora catturando il mio sguardo. È forse il gesto più dolce al mondo.

«Quanto pensi dobbiamo stare ancora.» Rialzo lo sguardo frustrato verso di lei. Stefania gira il polso e guarda l'ora sull'orologio. «Ti prego Stè, fammi andare.» La supplico. «Io non resisto più. Ho bisogno di andare da Eva.» La vedo titubante. «Non farò niente di avventato.» Ho come l'impressione che qualcosa stia accadendo.

Al suo gesto di assenso le porgo la mano. «Andiamo.»

Bugia o MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora