Got nothing but love for you, fall more in love every day, Valentine

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10. Got nothing but love for you, fall more in love every day, Valentine.
Parole: 1195
Song: valentine, 5 seconds of summer

«non capisco» Celine alzò la testa per fissare il ragazzo negli occhi, gli occhi sembravano voler uscire fuori dalle orbite. Era davvero confusa, non stava capendo niente di quella discussione. Forse era Alex ad essere poco chiaro, oppure era l'emozione che, insieme al suo cuore, aveva deciso di mandarle il cervello in pappa.
«non è difficile, tata. Quando è stata eliminata e siamo spariti insieme, abbiamo parlato. Io ho deciso che per lei provavo solo un grande affetto e ho chiuso la storia» sorrise, come se avesse raccontato una barzelletta.
«quindi non state insieme?»
«no, tata, io sono completamente single» continuò a ridacchiare. Era così confusa, con uno scatto, approfittando del fatto che Alex avesse rilassato i muscoli, si alzò dal letto.
«scusa, ho lezione e farò tardi» farfugliò, infilando le scarpe e uscendo fuori dalla stanza.
«so che non è vero, tata!» gli urlò lui dietro, ma decise di non seguirla e lasciarle i suoi tempi.

Lunedì, 15:30
Sala 4

«quindi è sicuro che è tutto apposto? E si può fare?» Lorella annuì, con un sorriso.
«è già tutto sistemato, accadrà in puntata, dopo domani» Celine sospirò sollevata prima di salutare la sua maestra ed uscire dalla saletta, per poi tornare in casetta

Si sdraiò stanca sul suo letto, riuscì a chiudere gli occhi per appena cinque secondi prima che Carola irrompesse nella stanza con la sua solita allegria.
«cel! In piedi!» era più attiva del solito, quella mattina Luigi l'aveva finalmente baciata e si erano messi insieme. Infondo era san Valentino per tutti. Tranne per lei e Alex, evidentemente. Non si erano ancora visto quel giorno, lui sembrava come essersi volatizzato via. Per un secondo aveva anche avuto paura che se ne fosse andato dalla scuola. Poi aveva capito che era impossibile.
«ma che vuoi» borbottò scocciata, coprendosi le orecchie con il cuscino. Voleva solo riposare e non pensare al fatto che tutti fossero felice e innamorati. Tranne lei, lei era solo innamorata.
«su, andiamo in palestra!» la tirò per un braccio, trascinandola con se nella piccola saletta della casa. Chiuse la porta, al che Celine aggrottò le sopracciglia.
«perché hai chiuso, non vorrai mica uccidermi?» era spaventosamente seria. Carola scoppiò a ridere e si sbattè una mano in fronte.
«ma quanto sei stupida? Ci sono le videocamere, che senso ha chiudere la porta?» si sedettero insieme sul pavimento.
«su, racconta tutto, già che siamo qui» la spronò la cantante, mentre entrambe iniziavano ad allenarsi.
«niente, sono stata a lezione di classico e quando sono tornata l'ho trovato sul mio letto. Niente di speciale, una rosa che per me era meglio di un viaggio a Parigi. Mi sono messa a piangere, lui mi ha baciata e poi mi ha chiesto di stare insieme»

 Mi sono messa a piangere, lui mi ha baciata e poi mi ha chiesto di stare insieme»

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«è passata mezz'ora, direi che basta, possiamo andare!» Carola spinse la sua amica dalle spalle

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«è passata mezz'ora, direi che basta, possiamo andare!» Carola spinse la sua amica dalle spalle. Celine protestò per qualche secondo.
«ma non avevo finito» borbottò mentre l'altra la spingeva fuori dalla stanza. La mora si arrestò davanti alla porta della loro camera, facendo quasi volare la sua amica faccia a terra.
«ci vediamo dopo, ciao!» scappò via, lasciandola lì davanti al pezzo di legno chiuso. Era indecisa sul da farsi, doveva entrare? Oppure aspettare fuori? Oppure girarsi e andarsene? I dubbi le attanagliavano ancora la mente quando si decise a farsi forza e spingere con delicatezza sulla maniglia per entrare dentro. Alex la aspettava in piedi nella stanza, con le mani nascoste dietro la schiena e due fossette a capeggiare sul suo volto.
«oh mio Dio!» si portò le mani alla bocca sentendo gli occhi diventare lucidi. Qualche palloncino era gonfiato intorno a lui, sul tavolo una scatola rossa e acccanto un dolce, una cheesecake.

«ho voglia di cheesecake» sbuffò Celine, sulla spalla di Alex. Erano sdraiati sul divano a guardare la tv, avevano appena finito di fare lezione insieme provando il loro duetto, e ora si stavano finalmente riposando.
«ti piace?» le sorrise dolcemente, accarezzando i suoi capelli.
«scherzi? È il mio dolce preferito!»

Sorrise, se lo era ricordato, nessuno nella casetta lo sapeva a parte lui.
«sei stato tu?» si avvicinò verso di lui, portandogli le mani intorno ai fianchi e tirandolo verso di se.
«mh mh- annuì, spaventosamente vicino a lui- mi hanno aiutato anche gli altri, ma il regalo l'ho scelto io e il dolce l'ho cucinato io con l'aiuto di Sere» spiegò, tirandole piano le punte dei capelli. Celine arrossì, aveva fatto tutto quello solo per lei.
«non dovevi» si nascose nell'incavo del suo collo.
«tata- le alzò il mento con il pollice- ti meriti questo e molto altro» con la mano intorno al suo polso la trascinò verso il tavolo, indicandole la scatola con un dito. Celine era confusa, perché lui faceva tutto quello se non stavano insieme? Scosse la testa scacciando via i brutti pensieri e si avvicinò alla scatola, tirando via il fiocco sopra di essa.
Spalancò la bocca, sorpresa, mentre sentiva gli occhi inumidirsi e le lacrime iniziare a scendere incontrollate.
«sei un pazzo» si girò a guardarlo.
«ti piacciono?» chiese timoroso. Ma non c'era niente di cui avere paura. In mezzo alle piccole rose rosse che occupavano tutto spazio della box c'era una busta, semplice, bianca, sottile. Al suo interno, due biglietti per il concerto dei 5sos.

«cause good girls are bad girls that aren't been caught» canticchiò, mentre cucinava il pranzo per lei e Alex. Il castano le posò la testa sulla spalla.
«che canti?» la abbracciò da dietro, facendole distogliere l'attenzione dai fornelli.
«good girls dei 5 seconds of summer, conosci?»
«si, ma non ho mai sentito una loro canzone» alzò le spalle, indifferente. Celine spalancò gli occhi, e lo guardò come avesse appena ammesso di aver ucciso qualcuno.
«fai sul serio?» Alex annuì, ancora non rendendosi conto di quanto quella cosa fosse grave per lei.
«no, no- scosse la testa contrariata- sono la mia band preferita, e la migliore al mondo, dobbiamo rimediare»

«se mi piacciono, ale? Sono il regalo migliore che io abbia mai ricevuto!» si gettò su di lui, che di conseguenza cadde all'indietro sul letto, trascinandola giù con se.
«sono per questa estate, e sono due, potrai andarci con chi vorrai» le sorrise, i loro volti erano spaventosamente vicini, una sola mossa e le loro labbra si sarebbero incrociate senza via di scampo.
«grazi, ale. Per tutto, Dio non dovevi» arrossì ancora di più, puntando gli occhi nei suoi. Non rispose, ma le sorrise, facendo spuntare quei due solchi che lei tanto amava. E a quel punto non resistette più, fece quel piccolo movimento e le loro bocche si scontrarono in un bacio che entrambi desideravano da troppo tempo. Restarono incollati per dei secondi, minuti, che sembravano eterni. Le mani di lui si erano andate a posare sui suoi fianchi, mentre quello di lei erano ai lati della sua testa, a sorreggerla per non pesargli troppo. Quando si staccarono, furono le loro fronti a toccarsi. Sorridevano, in silenzio, il respiro affannato. Non dissero nulla, lei portò la testa sul suo petto, e li restò, ferma, nel posto in cui stava meglio.

Enemy | Alex w. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora