May I have your attention please?

3.4K 145 11
                                    

27. May I have your attention please?
Parole: 2259
Song: the real slim shady, Eminem

Celine si sentiva stanca, come se i suoi muscoli fossero sul punto di crollare da un momento all'altro. Le faceva male la gola e le girava la testa, come se fosse malata, eppure aveva misurato la febbre e non la aveva, almeno per il momento. Le lezioni la distruggevano, e quando non era in sala con la coach si esercitava da sola, o scriveva, o lavorava ai pezzi, non si dava un attimo di pausa. Certo, ora che con Alex andava tutto molto meglio la sua mente era libera da quel pensiero. Ma era solo un problema in meno in una lunga lista piena zeppa di punti ancora da spuntare.

«Come ti senti oggi?» Sorrise a Luigi, seduta scomposta sulla sedia del tavolo da cucina. Era mattina presto, stavano mangiando insieme la colazione, prima di andare a lezione. Le ossa le facevano male, e anche sollevare il cucchiaio risultava difficile.
«Sto bene» si limitò a sospirare il ragazzo, si trovavano ad affrontare in comune il dolore di aver visto Carola uscire, ma lei sapeva che lui si sentiva molto peggio. Stava cercando di farlo risolvere con Alex, perché entrambi stavano male da quando era successo il casino che li aveva fatti allontanare, ma erano entrambi testardi ed orgogliosi.

«Come vanno le prove?» Tentò ancora, non voleva lasciarlo solo, non voleva che lui provasse ciò che lei aveva provato e, in parte, stava ancora provando. «Molto bene» sembrò limitarsi a quella risposta, ma poi alzò lo sguardo su di lei.
«Sto preparando delle cover che mi piacciono davvero tanto, in più fra una settimana escono gli inediti» aggiunse, con un sorriso accennato. Si sforzava, sapeva che lei stava cercando in tutti i modi di aiutarlo e non la voleva deludere. Si sentiva in colpa, molto, perché lui non riusciva ad aiutarla tanto quanto lei stava aiutando lui.

«Tu, come ti senti?» Alzò le spalle apparentemente indifferente, anche se dentro di lei stava morendo. Dolore fisico e mentale si intrecciavano, confondendosi l'uno con l'altro, e quel mix le generava tristezza e malinconia.
«Sai che se hai bisogno di parlare, sai dove trovarmi» le ricordò, ricevendo un cenno di assenso. Si faceva improvvisamente silenziosa ogni volta che si parlava di lei, come se preferisse aiutare gli altri e ascoltarli piuttosto che essere ascoltata.

«Vado, o Emanuela mi uccide» le baciò la fronte, prima di lasciare la tazza nel lavandino e fuggire via verso gli studi. Di nuovo sola, sospirò. Alex dormiva ancora, dato che aveva lezione alle 9 e non alle 7 come loro. Si avvicinò all'acquaio per lavare le sue cose e quelle del suo amico appena andato via, avendo ancora 15 minuti di tempo. Poi, con lentezza, si avviò verso la sala 2.

«Cel- sospirò la vocal coach-Mi spieghi che cos'hai oggi? Anche ieri eri strana» provò a non arrabbiarsi con lei, notando quanto fosse sconfortata. «Scusami- abbassò gli occhi al pavimento- Davvero, mi dispiace- qualche lacrima scese la sua guancia- Sono solo stanca, sento come se tutto ciò che faccio non fosse mai abbastanza perché continuano a sminuirmi- sbottò esausta- È in questi giorni mi sento male, non ho la febbre ma mi fanno male i muscoli, mi scoppia la testa e ho mal di gola"» sfogò ancora, mentre lo sguardo della donna si addolciva e le rivolgeva un sorriso materno. «Capita a tutti di avere momenti di sconforto, ma ricordati che tu vali, ed è per questo che sei qui oggi- le assicurò dolcemente- Vai a casa, e oggi prenditelo libero, riposa. Questa cosa che hai non passerà mai se non ti metti a letto, ci vediamo domani mattina» le sorrise, lasciandola andare. Celine ringraziò per la comprensione e disponibilità, correndo poi in casetta.

Alex aggrottò le sopracciglia vedendola entrare dalla porta. Le andò in contro, abbracciandola prima di qualsiasi cosa.
«Già qua?» Sapeva bene che la sua lezione durava almeno un'altra ora, anche se di solito si dilungavano a oltranza.
«Non sto molto bene» tossì ad occhi lucidi. Alex le lasciò un bacio sulla fronte.
«Scotti tata, sei bollente» le accarezzò la pelle con la mano fredda, che la fece rabbrividire per lo sbalzo termico. E soprattutto perché ogni volta che lui la toccava era per lei come la prima volta.

Enemy | Alex w. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora