Ti chiedo come stai e non me lo dirai

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35. Ti chiedo come stai e non me lo dirai
Parole: 1439
Song: pastello bianco, pinguini tattici nucleari

Lo studio era immerso completamente nel silenzio, solo la voce limpida di Maria che, amplificata dal microfono, risuonava.
«La finale si svolgerà così- iniziò a spiegare- tutti i ragazzi si esibiranno una volta, con un pezzo scelto da loro- si fermò aspettando che qualcuno annuisse, il primo fu il principe, riprese così a parlare- dopo i giudici voteranno segretamente e il concorrente più votato darà inizio alla sfida» sullo schermo dietro comparirono le carte con le foto dei cinque concorrenti sorridenti. Si guardarono uno ad uno e insieme a quelle immagini rividero anche tutto ciò che era successo in quei mesi, ciò che avevano perso o guadagnato.

I pianti e le risate, le delusioni e le vittorie, gli amori e le rotture, faceva tutto parte di quel bellissimo e lunghissimo percorso che quella sera giungeva a termine. Speranze che erano andate in fumo molto tempo prima, adesso nel cuore di Celine tornavano a brillare e illuminavano il suo petto dal basso fino ad aprirsi in un sorriso che traspariva tutta la felicità e l'ansia repressa da giorni.
«la prima a cantare è Sissi, Lorella cosa canta?»

Celine fu la quinta a cantare, ultima, subito dopo Alex, quando capì che sarebbe presto arrivato il suo turno si allacciò i tacchi che aveva tolto per il dolore e prese un respiro profondo.
«Lorella vuoi dire qualcosa prima che canti Celine?» la conduttrice si rivolse a quella che negli ultimi mesi era stata come una seconda madre per lei, una mentore più che un insegnante. Lorella sorrise, si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e rivolse uno sguardo dolce e rassicurante, quasi materno, alla sua allieva, adesso seduta dietro il pianoforte con le mani tremanti e la gola secca.
«Cel canta pastello bianco dei pinguini tattici nucleari, ha voluto fosse il primo pezzo questa sera perché per lei c'è uno stretto legame con questa canzone e ci teneva a portarla sul palco dato che in questi mesi non ha avuto l'occasione di cantarla. Un pezzo che mostra a pieno tutte le sue dote canore e interpretative, questa è Celine» sorrise aprendo le braccia scenicamente, la ragazza sentì quasi l'ansia scivolarle via come le gocce d'acqua in un giorno di pioggia. La sua maestra credeva in lei, la sua famiglia a casa, i suoi amici da dietro lo schermo e sopratutto Alex, il suo ragazzo, che ora la guardava seduto, sorridendole per darle carica e tifare per lei, nonostante fossero l'uno contro l'altra.

Posò le mani sul piano, i tasti bianchi e neri che smettevano finalmente di vorticare come avevano fatto negli ultimi cinque minuti, adesso tornavano alla loro abituale e consueta forma, permettendole di suonare le note iniziali di quella che per lei era una delle canzoni più importanti che avrebbe mai potuto cantare su quel palco. Un testo che avrebbe benissimo potuto scrivere lei per quanto ci si rivedeva. Un pezzo che era quasi come un mantra, abituata a cantarlo ogni giorno, sotto la doccia, mentre cucinava, camminando.

«E se m'hai visto piangere
Sappi che era un'illusione ottica
Stavo solo togliendo il mare dai miei occhi
Perché ogni tanto per andare avanti sai, avanti sai
Bisogna lasciar perdere i vecchi ricordi» ed era la verità, perché lei l'aveva capito dopo anni che il passato deve rimanere tale e che si può andare avanti, superando tutto. Ricordo deriva dal latino, il prefisso re- indica indietro, un movimento a ritroso, come infatti indicano in italiano i verbi recedere o redire, cor significa invece cuore, letteralmente richiamare nel cuore. Non è un sinonimo di memoria, no, perché il ricordo è qualcosa di molto più profondo e prezioso. È un sentimento, un emozione che non c'è nel nostro cuore, che non esiste più a quello stesso modo. E se c'era una cosa che Celine aveva capito, era che non si poteva riportare indietro qualcosa che era andato via, sparito, disintegrato. Qualcosa che è mutato, rimane tale, può cambiare ancora, senza mai tornare alla sua forma originale, varia sempre, non è mai uguale. È un'esperienza che si può rivivere nella mente, concretamente, senza lasciarsi andare allo sconforto e alla nostalgia. Le cose andate restano tali, e tali devono restare.

«E se m'hai visto ridere
Sappi che era neve nel deserto ma
Ormai di questi tempi non mi stupisce niente
Ti chiedo come stai e non me lo dirai
Io con la Coca-Cola, tu con la tisana thai
Perché un addio suona troppo serio
E allora ti dirò bye bye (bye bye)
Seduti dentro un bar poi si litigherà
Per ogni cosa, pure per il conto da pagare
Lo sai mi mancherà, na-na-na-na» quasi le sfuggì un sospiro, per tanto tempo aveva ascoltato quella canzone pensando al suo rapporto con Filippo. Una persona che conosceva da quando era piccola, con cui era cresciuta e che rappresentava per lei un piccolo infinito di belle cose. Poi l'aveva perso, un rapporto che era andato perduto e con lui anche la risata di una giovane ragazza che ancora aveva tanto da sperimentare. L'aveva ritrovato, ed era lì che aveva capito che il loro rapporto non sarebbe mai tornato come prima, perché come abbiamo già detto, una volta che qualcosa cambia non può tornare come prima. Realizzando poi una cosa meravigliosa, che poteva essere un rapporto diverso, un legame nuovo e non necessariamente peggiore.

«Per favore, non piangere
E non ci rimanere malе
Che noi due ci conosciamo benе
Dalla prima elementare
E scrivevo tutti i miei segreti
Col pastello bianco sul diario
Speravo che venissi a colorarli
E ti giuro, sto ancora aspettando» non era più tornato a colorare i suoi segreti, forse perché Filippo non aveva bisogno di leggerli per conoscerli, gli bastava guardare i suoi occhi per capire tutto. Ma ora, guardando poco a destra e distogliendo lo sguardo dallo strumento che suonava, qualcuno di nuovo riusciva a colorare non solo le scritte del suo diario ma anche il suo cuore e la sua vita. Alex era come un raggio di sole, una schizzata di tempere accese sul quadro grigio e spento che Celine era diventata negli ultimi anni.

Smise di suonare il piano con gli occhi lucidi e la saliva bloccata in gola, un groppo che solo l'abbraccio che Alex le avrebbe riservato un minuto dopo riuscì a buttare giù.
«sei una bomba cazzo» le sussurrò nella stretta, lei gli infilò le unghie nella carne oltrepassando la stoffa del suo completo. Il sorriso che alleggiava nel volto del castano era sincero, quello di qualcuno che credeva nella persona davanti a lui, e che nonostante tutto sarebbe sempre stato al suo fianco.

«e ora scopriamo chi comanderà l'inizio della partita» li distrasse Maria, la voce roca e potente che risuonò nella cava silenziosa che era lo studio.
«chi ha vinto questa prima manche, deciderà contro chi sfidarsi, chi vincerà passerà avanti decidendo con chi sfidarsi e così via fino a che non resteranno solo due concorrenti, la finalissima» spiegò Maria.
«ogni volta vi esibirete con due pezzi, per essere più equi, uno scelto da voi e uno dal vostro professore. A decidere chi vince è il televoto, come ogni anno.» continuò con il suo sproloquio, i ragazzi volevano solo che smettesse di parlare e facesse fermare le carte che giravano vorticosamente sullo schermo dietro di lei su se stesse, i loro volti come ottovolanti.

Quando però la voce di Maria si placò, le luci si abbassarono, e la solita canzone suonò nello studio, uno strano sentimento di ansia e incertezza la prese dallo stomaco inaspettatamente. Sarebbe stata contenta e soddisfatta di vincere, un'ennesima riconferma e soddisfazione. Allo stesso tempo, iniziare per prima significava doversi sfidare con tutti e quattro i suoi compagni per vincere, ed era improbabile che il pubblico la votasse tutte le volte, senza parlare del fatto che avrebbe dovuto cantare otto pezzi, non sapeva cosa sarebbe finita a suonare alla fine della puntata. Il dubbio prese possesso di lei e quando le carte si fermarono non sapeva cosa pensare.

E, che ne fosse felice o meno, a vincere era Michele.

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IMPORTANTE IL PUNTO TRE
(potete leggere anche solo quello)

1. Questa finale è esistita davvero anni fa (all'incirca, io l'ho cambiata un po'), ed è più o meno il metodo più "quasi equo" che ho visto/ di cui ho ricordo. Non mi piace questo che stanno usando da due anni a questa parte, per questo lo cambiato.

2. Oltre a non piacermi lo uso, e ho fatto vincere Michele, perché come già vi immaginate probabilmente voglio far fare la finalissima Alex-Celine.

3. Sapendo questo, chi vorreste vincesse?

Enemy | Alex w. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora