26. Yo quiero amarte
Parole: 1613
Song: Yo quiero amarte, IramaNel momento esatto in cui Carola varcò la porta della casetta, il silenzio calò tra i ragazzi, e si potevano udire solo i singhiozzi di Celine, distrutta per l'allontanamento della sua amica. Avrebbe voluto correrle dietro urlando, oppure fare irruzione nelle case dei giudici, insultandoli per aver fatto la scelta sbagliata. Luigi le si avvicinò da dietro, e la strinse a se, cercando di farle capire che lui la comprendeva, che si sentiva allo stesso modo.
«mi ha detto che vi siete baciati» balbettò tra le lacrime, macchiando d'acqua la giacca del cantante. Annuì, e si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.
«ha detto che è innamorata di me- sospirò- volevo dirle che per me è lo stesso, di tornare insieme, ma lei non mi ha fatto parlare» strinse i pugni, nervoso.
«ha detto che mi aspetterà fuori, di vincere e anche che ora devo pensare solo alla musica»
«lei è fatta così, lo sai- gli accarezzò la schiena Celine- pensa solo agli altri e soffre in silenzio» alzò gli occhi al soffitto, cacciando in dentro qualche lacrima.
«mi mancherà»
«anche a me, tanto» non esitò a rispondere.
«vai a dormire, sarai stanco» gli spettinò i capelli, lasciando un bacio sulla sua guancia, subito dopo fece lo stesso con Luca, vedendo poi i due andare via.Con lentezza si addentrò nella casetta, la sua camera era silenziosa ora che Serena era andata a dormire con Sissi, e Carola era uscita. Osservò i due letti vuoti accanto a se, il suo era l'unico circondato da vestiti, fogli di testi e tutto ciò che poteva ricondurre a lei. Sospirò distrutta, afferrò il pigiama e si andò a lavare e cambiare. In pochi mesi la sua compagna di stanza aveva cambiato drasticamente il suo modo di vedere le cose, di comportarsi, e le aveva migliorato quell'esperienza.
Fuggì in veranda con solo una piccola coperta, raggomitolandosi sul divano che era fuori. La verità era che non riusciva a dormire in quella stanza, troppo silenziosa e vuota, ora che nessuno dormiva con lei. Chiuse gli occhi, stanca.
«stai bene?» sentì la porta chiudersi dietro quella voce roca e dolce. Alzò lo sguardo controvoglia.
«si» si stropicciò gli occhi, assonnata.
«allora cosa fai qui fuori al freddo, da sola?» si sedette a fianco a lei, facendosi spazio.
«è un segreto» girò la testa dall'altra parte per non guardarlo. Alex sorrideva beffardo, consapevole dell'effetto che le faceva, nonostante tutto.
«ti conosco- si sistemò meglio sullo schienale, rubandole un pezzo di coperta- ci sei rimasta male per Carola» lei gli rivolse uno sguardo, prima di lasciarsi andare a un sospiro.
«mi sento sola» appoggiò la testa sul suo petto, stringendosi dolcemente a lui. Alex posò il braccio su di lei, la coccolò dolcemente.
«non lo sei»
«non ho detto che lo sono- sbuffò- ho detto che mi sento sola- calcò l'attenzione- sono cose diverse»
«non dovresti neanche sentirtici. Hai Luigi, Luca, hai me»
«io-io non lo so» si passò la mano nei capelli confusa.
«stai ferma- gli colpì la mano- mi dispiace che fra noi ora le cose siano complicate, ma davvero, io ci sono» prese ad accarezzarle i capelli come poco prima stava facendo da sola.
«fammi un sorriso» mormorò. Celine sforzò una smorfia.
«per favore» scosse la testa, non riuscendo a fare più di quello.
«l'hai voluto tu» sorrise, muovendo le mani sui suoi fianchi, solleticandoli. Celine iniziò a ridere a crepapelle, rischiando di svegliare tutti, si accasciò su di lui, ridendo insieme.
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Enemy | Alex w.
Fanfiction«non mi convince» quelle tre parole pronunciate con tranquillità e calma fecero in modo che tutta la classe si girasse verso Alex con chiaro stupore sul volto. «è brava, ma credo che chiunque qui dentro la potrebbe battere con molta facilità» spiega...