62장: Un numero sconosciuto.

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Felix stava camminando con il cappuccio della felpa sulla testa, le mani nelle tasche e le lacrime che continuavano a scendere. Stava male per la decisione che aveva preso, era stata avventata e l'aveva anche fatto con un poco di rancore nei confronti di quei ragazzi che gli avevano fatto saltare la loro copertura. Non poteva credere che fossero stati così stupidi, ma non poteva nemmeno credere che lui era stato così freddo da prendere quella decisione.

Si fermò improvvisamente dal suo camminare, alzò il capo guardando il sole con i suoi occhi lucidi e poi indietro. Osservava il tratto di strada che aveva fatto. Si stava pentendo per le sue stupide scelte. Girò portando il busto proprio verso il tratto di strada che aveva percorso per poter allontanarsi da loro. Il cuore batteva forte, le mani erano tremanti e lui in cuor suo sapeva che doveva fermarli. Doveva dire loro che si pentiva di tutto questo, per quel motivo iniziò a correre.

Le braccia si muovevano per dare slanciò al suo corpo, le sue esili ma toniche gambe correvano e schivavano i passanti. Si fermò proprio davanti all'albergo dove li aveva lasciati. Si asciugò le lacrime afferrando il telefono, era meglio se li chiamava. Sarebbe stato in grado di bloccarli in tempo.

Accese guardando il blocco schermo che mostrava lui e Hyunjin felici, si formò un piccolo sorriso colmo di lacrime mentre osservava quell'immagine e pensava a quanto fossero felici in quel momento. Chiuse gli occhi accarezzando il lato dove c'era Hyunjin.

Doveva davvero chiamarli per dire che si pentiva? Doveva davvero scegliere tra la sua felicità egoista e la loro salvezza? Felix voleva davvero lasciarli andare?

Si fermò chiudendo il cellulare e scuotendo il capo, se aveva scelto di lasciarli andare non doveva tornare indietro sui suoi passi. Non doveva perché la scelta che aveva fatto aveva senso e anche se si pentiva, non poteva mettere in pericolo gli altri ragazzi.

L'australiano imprecò chiudendo gli occhi, stringendo il pugno intorno al cellulare e prese un lungo respiro. La sua scelta era stata quella di lasciarli andare e l'avrebbe fatto. Anche se gli faceva male.

****

Felix era seduto sulla poltrona nera dello studio della direttrice, la quale era da tempo che gli stava facendo una ramanzina su come non ci si doveva comportare ma quel ragazzo non la stava ascoltando perché il suo pensiero era rivolto a quello che aveva fatto. Nessuno si era reso conto che Felix era estraniato dalla realtà, se non fosse stato per Lauren che lo guardava da dietro con gli occhi di chi era preoccupato. Quel ragazzo non brillava di una costante felicità, nel senso che l'aveva visto spesso soffrire ma mai era stato così silenzioso e con il capo chinato, le spalle curve.

Felix alzava lo sguardo ogni tanto annuendo, ma gli occhi guardavano oltre. Non ascoltava ciò che gli stava dicendo, anche perché aveva capito che si era arrabbiata a causa dei suoi amici e di conseguenza non faceva altro che parlare di questo. A Felix dava fastidio, ma sapeva che doveva farla sfogare.

Niente lo riportò alla realtà, tranne il suo cellulare che si illuminò mostrando un messaggio e una foto da un numero sconosciuto. Senza mutare il viso, sbloccò il cellulare osservando il primo messaggio mentre la foto si caricava.

"Tu ci hai tolto qualcosa a noi, noi la togliamo a te!"

Felix corrucciò la fronte cliccando sulla foto e trovando un immagine di Hyunjin legato ad un palo addormentato. Il più piccolo si drizzò sulla sedia guardando meglio quella foto. Hyunjin sembrava ferito, aveva una guancia tagliata e il sangue sul naso.

Le mani iniziarono a tremare, il cuore iniziò a battere forte. Si sentiva così confuso. Come se ora fosse in una bolla, lontano da tutti sentiva che lo stavano chiamando ma non riusciva a reagire. Solo la vibrazione di un altro messaggio lo riportò alla realtà.

"Se vuoi salvare bel faccio, vieni qui per l'una. Un minuto più tardi e dirai addio a questo angioletto."

Felix strinse i pugni alzandosi, mentre gli arrivava anche la posizione di dove si trovavano. Vide che mancavano venti minuti all'una e pensò che anche se non conosceva da chi proveniva quella minaccia doveva andare. Ma con la macchina sarebbe stato lento, aveva bisogno di una moto.

I suoi occhi finalmente videro quel gruppo di ragazzi, quel luogo che lo circondava, quei rumori.

«Qualcuno ha una moto? Devo stare in un luogo fra venti minuti o una persona muore.» Diceva parlando veloce, muovendo le mani preso dall'ansia. Lauren si avvicinò a lui poggiando una mano sulla spalla. Felix vide come infilò la mano nella giacca ed estrasse un mazzo di chiavi, «Hai il casco?»

«Sulla moto. Prima fila a destra, la seconda. Stai attento.» Eppure Felix non rispose, afferrò quelle chiavi uscendo fuori dall'ufficio.

La direttrice guardò quella porta chiudersi con prepotenza e poi il gruppo di ragazzi, voleva spiegazione.

«Credo che qualcuno ha rapito un suo amico. I suoi amici sono il suo punto debole.» Spiegò la piccola mentre Felix usciva nel cortile con il fiato corto.

«Si farà ammazzare un giorno di questi per quei ragazzi.» Cosa che non poteva sapere era che lui aveva rischiato la vita. Quella volta non era per i suoi amici, ma per sua sorella; anche se la donna aveva ragione: lui si sarebbe fatto ammazzare per i suoi amici.

Felix aveva preso il casco e se lo metteva con le mani tremanti, non sapeva cosa aspettarsi da quella persona.

Solo di una cosa era certo: Hyunjin quel giorno non sarebbe morto.

****

Felix arrivò lì proprio due minuti prima che le lancette finissero sul numero uno.

Con cautela scendeva dalla moto, attento a non farla cadere e chiudendola per bene. Si tolse il casco, sapendo che era osservato perché vedeva le telecamere muoversi. Con mani tremanti posò il casco e si tolse il giubbino. Sentiva che era qualcosa che non andava, che stava per succedere qualcosa di brutto.

Nemmeno Felix sapeva perché, forse temeva semplicemente che il suo ex amante potesse veramente morire per mano di quella persona o forse era la sua vita ed essere in pericolo?

Di questo non poteva esserne certo, perché tra tutti gli scherzi che il suo destino gli aveva fatto; ormai non sapeva più cosa aspettarsi da certe situazioni.

Solo di una cosa era certo, per adesso Hyunjin era ancora vivo perché lui era lì. Doveva solo entrare in quel capannone mezzo consumato, con tende ormai che erano diventate gialle, con fori al suo interno e il terreno poco curato.

Sentiva le gambe pesanti come macigni, ma alla fine riuscì a fare un piccolo passo. Proprio due secondi dopo, sentì un peso pesante sulla testa e vide il buio.

Spazio autrice:
Se dico che ho impiegato 30 minuti per avere il coraggio di entrare sulla bozza di questo capitolo, mi credete?
Ci sto impegnando altri 15 Minuti per farla pubblicare perché non ho il coraggio. Mi credete, vero?

Voi... come state dopo, ehm, aver letto questo capitolo?

Siete pronti per leggere il prossimo che dovrei pubblicare a breve?

Avete i fazzoletti alla mano, vero? Vero? vero?

Okay, io vado a preparare il prossimo capitolo!👉👈🥰

HIM || HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora