Quaranta

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"Jeon mi dispiace, ma sei fuori.."

"Benissimo.. non vi autorizzo ad usare nemmeno una parola e nemmeno una nota di quello che io ho scritto, in giornata vi farò avere una comunicazione ufficiale dai miei avvocati"

"Jeon questo non puoi farlo.. il lavoro svolto da te fin'ora ti verrà pagato.. dimmi quanto vuoi.."

"Nemmeno un centesimo! MI STATE TAGLIANDO FUORI DAL PROGETTO SENZA MOTIVO E PRETENDETE DI BENEFICIARE DEL MIO LAVORO?!? NON ME NE FREGA UN CAZZO! RICOMINCIATE TUTTO DACCAPO!"

"Ma è impossibile nei tempi stabiliti !! Dimmi una cifra.."

"Non hai proprio capito.. QUESTO È IL MIO LAVORO, LA MIA ARTE! QUESTO ALBUM LO PRODUCO E LO PUBBLICO IO! NON APPENA A LOS ANGELES SCOPRIRANNO CHE NON AVETE NEMMENO UNA RIGA, MI CHIAMERANNO E SARÒ FELICISSIMO DI FAR ASCOLTARE LORO I BRANI CHE IO HO CREATO!"

Jungkook preso da uno scatto d'ira scaglia contro il muro un pesante fermacarte in marmo nero, rovinando la parete e sfiorando Jimin che in quel momento stava entrando in studio. Jimin aveva in mano un bicchiere d'acqua per Jungkook, bicchiere che inevitabilmente gli cade dalle mani per lo spavento, spargendo sul pavimento acqua e pezzettini di vetro.

"RIESCI AD ESSERE MENO IMBRANATO JIMIN?!? CAZZO, TI CI METTI ANCHE TU!"

Jimin non ha il coraggio di dire nulla, sente solo il suo viso avvampare e le lacrime raggrupparsi agli angoli degli occhi.
Lascia la stanza per ritornare dopo un minuto con della carta assorbente che usa sia per raccogliere i vetri che per asciugare il pavimento, mentre il moro continua ad urlare al telefono e a guardarlo infastidito.
Preso dalla fretta di andare via il prima possibile e dall'ansia causata dalla rabbia di Jungkook, si taglia il palmo della mano sinistra e in pochi secondi la carta si colora di rosso.
Quando si accorge dì aver sporcato di sangue un tappeto e che la cosa non è passata inosservata al moro che batte un pugno sulla scrivania, non riesce più a trattenere le lacrime che ora scorrono libere sulle sue guance, mentre, inginocchiato, tiene la testa bassa a guardare e asciugare il pavimento.
Jungkook gli si avvicina e il biondo d'istinto indietreggia impaurito.

"Piccolo.. scusa.. "-Gli sussurra, ma Jimin sembra non sentirlo e scappa via chiudendosi la porta alle spalle.

Jungkook si passa una mano tra i capelli e sospira pentendosi dei suoi modi bruschi, ma dovrà pensare a Minie dopo.

"Jungkook dipendesse da me lavorerei con te sempre..lo sai che non è colpa mia...e nemmeno dì Eujin"

"E DI CHI SAREBBE?"

"io non ho mai creduto ad una sola parola che lei ha detto.. ma  in teoria è colpa tua.. cazzo Kook non puoi togliermi tutte le tracc-"

"Lei chi?"

"dice che l'hai aggredita e minacciata e che non ti denuncia solo se rinunci al progetto"

"LEI CHI?"

"È stata Miya.. Kook.. lei ha tante amicizie, lo sai"

Jungkook chiude la telefonata con l'assistente dì Eujin, per cominciarne un'altra con il suo avvocato per stilare la diffida nei confronti della casa discografica.
Guarda l'orologio, sono quasi le sette di sera, decide di lasciar perdere tutto il resto e di cercare Jimin.

Hotline - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora