Il sole splende su Dublino e asciuga gli alberi dalla pioggia del giorno prima.
Svegliarsi con le prime luci dell'alba mi piace, mi fa sentire viva. Fisso attentamente l'interno del mio armadio ed infine indosso un vestito vintage rosso con il colletto bianco, le maniche a tre quarti e la gonna lunga quasi fino al ginocchio. Mi da un'aria da studentessa modello.
«Buongiorno Lily» saluta mia madre stampandomi un bacio sulla guancia.
«Ciao mamma» ricambio «Papà» saluto con un cenno della testa. Lui sta leggendo il giornale sportivo e per poco non lo intinge nel caffè.
«Comportati bene Josh» raccomando a mio fratello dandogli un bacio sulla fronte. Rubo una fetta di pane dal cestino sul tavolo ed esco per iniziare un'altra monotona e felice giornata.
Amo abitare nel centro della città, ho solo tre metri quadrati di giardino, ma non importa. Posso raggiungere a piedi ogni posto ed è uno dei motivi per cui amo Dublino.
«Buongiorno piccola» mi sorprende Ryder alle spalle. Sfodera uno dei suoi soliti sorrisi mozzafiato e si ravviva la chioma da ragazzo ribelle. Gli ho sempre detto di tagliarli o quanto meno di lasciarli crescere per mettere un po' di ordine su quella testa, ma non mi da mai retta.
«I tuoi capelli sono invadenti» mormoro prima di baciarlo, una delle sue ciocche mi fa il solletico sul naso.
«Mi piacciono così» cerca di fare la persona offesa, ma con me non ci riesce. Se c'è una cosa che mi piace più della città con il sole è il Trinity College in una giornata di sole.
I raggi filtrano tra i rami degli alberi e il vento è piacevolmente fresco.
«V dobbiamo parlare, adesso» Grania viene verso di me senza neanche salutare «Riunione tra ragazze» aggiunge.
Io mi limito a guardare Ryder, che ricambia il mio sguardo con uno altrettanto perplesso.
«Tu no, non hai le tette» lei lancia un'occhiataccia al mio ragazzo che si dilegua, salutandomi da lontano.
«Cosa ti rende così nervosa da non poter salutare?» chiedo con la mia solita vena polemica.
«Vuoi dirmi che non lo sai? Il tipo nuovo frequenta i corsi di musica» esclama lei per poi guardarsi intorno con fare circospetto.
Faccio un sorriso compassionevole. "Ah me l'ha detto".
«E cosa vuoi che faccia?» ogni volta che Grania convoca una delle sue riunioni straordinarie tra donne raggiunge sempre la conclusione che io abbia qualche compito.
«Presentamelo» replica secca.
«Non lo conosco nemmeno» abbasso la testa per nascondere il rossore sulle mie guance. Ricordo i suoi occhi nei miei e le mie guance vanno letteralmente a fuoco.
«Fallo per me, ti prego. Non capita spesso che ci siano ragazzi così carini» mormora alzando le spalle «E disponibili» il suo sguardo è quasi complevole. So a cosa si sta riferendo. Lei era perdutamente cotta di Ryder quando ci siamo conosciute, ma non lo sapevo allora.
Le lancio un'occhiata di ammonimento e mi rassegno «Va bene, ma solo perchè sei la mia migliore amica e ti voglio troppo bene» la abbraccio velocemente e la lascio a fantasticare sugli occhi di ghiaccio del nuovo arrivato. Per un attimo mi immergo in quella fantasia anche io, ma poi torno in me.
«Buongiorno ragazzi, aprite il libro a pagina 432. Oggi parleremo di madrigale» la lezione di storia della musica comincia in anticipo, il professore non ha intenzione di perdere un secondo, come al solito.
Appena il professor Louis apre il suo soliloquio, il ragazzo nuovo fa la sua rovinosa entrata. Aprendo la porta, inciampa sui suoi stessi piedi e cade a terra.
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Violet burns.
RomanceMi piace la pioggia. Qui piove sempre e io sono sempre allegra. Guardo la figura riflessa nello specchio, è sorridente in quel vestito vintage a fiori. Pensare che questa ragazza sono io, non l'avrei mai detto. "Violet Madison in una versione t...