«Non guardarmi così» bisbiglio a Josh, ma lui scoppia a ridere.
«Certo certo. Dove sono mamma e papà?» chiede grattandosi la testa.
Ha ragione, sono quasi le otto del mattino e dei miei genitori neanche l'ombra. Dove sono finiti?
«Non ne ho idea» mi alzo dalla sedia e vado a controllare, ma non sono in casa. Che strano, come ho fatto a non accorgermene fino ad adesso?
Rifletto qualche secondo «Josh vai a scuola, io proverò a rintracciarli. Ci vediamo questa sera» mormoro.
Inizio davvero a preoccuparmi. Il telefono squilla, ma nessuno risponde. Il cellulare di mio padre è addirittura spento.
Dove possono essere? Dovrei chiamare la polizia? Forse è esagerato allarmarsi così presto, ma non riesco a non pensare al peggio.
Decido comunque di uscire ed andare all'università. Invio un messaggio al mio fratellino:
Non riesco a contattarli. Dopo scuola torna a casa, decideremo cosa fare.
Incontro Neale in caffetteria, su Dame Street.
«Ciao piccolina» saluta lui con un gran sorriso.
«Ciao Neale» mormoro senza entusiasmo, non riesco a smettere di pensare ai miei genitori.
«Non preoccuparti, non ti chiederò nulla su quello che è successo ieri. C'è qualcosa che non va?» chiede notando il mio sguardo che vaga tra le persone che passeggiano all'esterno.
«Non lo so ancora» sussurro torturandomi le mani. Non è la giornata giusta per le questioni di cuore, ci sono cose più importanti adesso.
«Che vorresti dire?» domanda alzando un sopracciglio, anche lui è confuso. «I miei genitori non sono tornati a casa ieri sera. Non so dove siano, ma non voglio preoccuparmi più del dovuto» confesso sorseggiando nervosamente un espresso.
«Hai ragione, magari hanno dormito fuori città, lo fanno spesso da quel che ricordo» replica lui stringendosi nelle spalle. Già, forse ha ragione, ma rimane sempre una situazione strana.
Finalmente entro nell'aula di composizione e posso distrarmi.
«Ciao dolcezza» Keeran sorride e si siede accanto a me «Tutto ok?» aggiunge vedendo la mia espressione.
«Tutto a posto, credo» cerco di sembrare più allegra possibile, ma è difficile. «Se hai bisogno di qualcosa ti basterà chiedere» sussurra spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sorrido e affondo il viso nel libro di testo, non voglio pensare.
Dopo tre ore finalmente le lezioni sono terminate e posso tornare a casa.
«Aspettami» esclama Keeran correndo cercando di raggiungermi «Cammini davvero motlo veloce» mormora senza fiato.
«Devo andare, non li trovo» sussurro continuando a guardarmi intorno. Potrebbero essere dovunque.
«Chi?» è confuso, non lo biasimo. «I miei genitori» alzo le spalle e aumento il passo.
«Rallenta ti prego. Permettimi di aiutarti» esclama gesticolando.
Non rispondo, so che mi seguirà e non ho la forza di parlare.
Rientro e provo a chiamare nuovamente mia madre, ma come pensavo squilla a vuoto.
«Dovresti denunciarne la scomparsa se sei così preoccupata» suggerisce Keeran ragionevolmente. "Lo so, ma ho paura".
Ho parlato con il detective Dean e aspetto una sua chiamata.
Ho lo sguardo fisso sulle mie ginocchia e sono sprofondata sul divano. Josh dorme sulle mie gambe e Keeran rimane seduto in silenzio sulla poltrona finchè non sentiamo bussare alla porta.
Mi volto per poter vedere chi fosse. Neale e Grania entrano a testa basta, salutano a malapena e si siedono sul tappeto.
Siamo tutti avvolti in uno strano silenzio, mi sento quasi a disagio.
Il telefono non suona e mezzanotte è già passata.
«Tieni» mormora Keeran porgendomi una tazza di thè. Faccio un cenno con la testa per ringraziare e ne bevo un sorso.
«Ragazzi, non è necessario che restiate qui» affermo guardando tutti negli occhi. Grania però sta fissando Keeran, non presta la minima attenzione.
«Andiamo a letto Josh» picchietto sulla spalla di mio fratello, che si alza sbadigliando. Mi stampa un bacio sulla guancia e scompare nel corridoio.
Mi accerto che sia arrivato nella sua camera e inizio a parlare «Gran non puoi continuare ad odiarmi» sussurro attirando la sua attenzione.
«Tu che dici» ribatte acida, è proprio arrabbiata.
«Ah smettila» esordisce Keeran infastidito. Lo guardo stupita, ha la mascella contratta e un leggero rossore è comparso sul suo viso.
«Cosa?» Grania è pietrificata. "La intimorisce, come intimorisce me d'altronde".
«Quanto odio quando le persone fanno così. É già successo e non mi piace, non sono un giocattolo per cui litigare, nessun ragazzo lo è» lancia una rapida occhiata a Neale, che annuisce. «Ho un cuore che batte e un cervello che funziona» esclama con freddezza. "Oh Keeran".
Dopo qualche secondo il suo sguardo si ammorbidisce «E lei ha riempito i miei pensieri» sposta lo sguardo su di me ed io arrossisco, sento le guance andare a fuoco. "Anche tu hai riempito i miei" penso abbassando la testa per nascondere il sorriso.
Lui si volta di nuovo verso Grania e torna il ragazzo freddo di qualche manciata di secondi prima e continua «Lei può fare una solo rifiutarmi. Se sei davvero sua amica, fa sì che mi faccia del male perchè non mi ricambia, non per solidarietà femminile. Non ho altro da dire» il suo tono mi fa venire i brividi, è distaccato, come un automa, mi fa gelare il sangue. Ha ragione, ma non è così semplice. Ho bisogno di lui, ogni molecola del mio corpo e della mia mente ha bisogno di lui. Per la prima volta nella mia vita sento di aver trovato un anima affine e non posso rinunciarci.
Keeran si alza dalla poltrona, si sistema il cappello sulla testa e si avvia verso l'uscita «Neale, ti va di andare a bere qualcosa?» propone voltandosi nuovamente. Lo fisso a bocca aperta, ipnotizzata dai suoi movimenti.
Mi sorride, o almeno credo, muove le labbra in modo impercettibile.
Neale accetta di buon grado e lo segue. Ora nella stanza siamo rimaste noi due e il mio battito accellera. "E adesso che si fa?".
«Scusami» mormora Grania asciugandosi le lacrime. Sta piangendo, me ne accorgo solo ora. «Ero gelosa. Io ci provo, ma alla fine tutti i ragazzi rimangono incantati da te. Come dargli torto, sei bellissima, hai tratti delicati e sei davvero intelligente» fa una piccola pausa per soffiarsi il naso «Lo capisco, ha fatto la scelta giusta. Perdonami, ti prego» aggiunge sedendosi vicino a me sul divano.
Aspetto qualche secondo, ma non riesco ad attendere ancora «Oh certo, sei la mia migliore amica, non c'è niente da perdonare» la abbraccio forte, quasi mi ero dimenticata come fossero i suoi abbracci al profumo di vaniglia.
«Oh grazie Violet» sfodera uno dei suoi mille sorrisi smaglianti «Ti assomiglia, è determinato quasi quanto te, ha fascino» sussurra al mio orecchio. "Oh si, è intelligente, arguto, profondo e dolce".
Annuisco e sbadiglio improvvisamente. Guardo l'orologio, le lancette indicano le tre di notte e il sonno sta prendendo il sopravvento.
«Se vuoi rimango, pigiama party come facevamo una volta» ridacchia Gran raddrizzandosi. Le sorrido e le cedo una parte della coperta di lana.
«Buonanotte amica mia» mormoro appoggiandomi al cuscino.
«Buonanotte amica del cuore».

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Violet burns.
RomanceMi piace la pioggia. Qui piove sempre e io sono sempre allegra. Guardo la figura riflessa nello specchio, è sorridente in quel vestito vintage a fiori. Pensare che questa ragazza sono io, non l'avrei mai detto. "Violet Madison in una versione t...