Cerco di rimettermi a studiare, decido addirittura di seguire una lezione.
«Mi scusi professor Murphy, posso parlarle?» chiedo al termine delle lezioni. Lui annuisce senza distogliere lo sguardo dal foglio pentagrammato.
Faccio un respiro profondo, aspetto che il resto degli studenti si sia dileguato e pronuncio la frase più difficile della mia vita «Credo che questa sia stata la mia ultima lezione, il trimestre è finito» mi manca il fiato per un secondo «Non posso permettermi di frequentare questi corsi».
Improvvisamente qualcosa sembra aver attirato la sua attenzione, alza la testa e mi guarda intensamente. «Non credo sia un segreto mia cara, ma sei sempre stata una delle mie studentesse migliori» il suo linguaggio non rispecchia la sua età. Nonostante tutto è un uomo affascinante, uno dei professori più giovani dell'intero college, un prodigio. "Quanta fortuna ho avuto" penso.
Sorrido debolmente prima che continui «Sei davvero sicura di questa scelta? Questo mi rattrista».
«Direi che è una scelta obbligata» mormoro abbassando lo sguardo.
Sento il professor Murphy spingere la sedia ed alzarsi, ma mi sforzo di tenere la testa abbassata. Sento la sua mano appoggiarsi sulla mia spalla «Hai un grande talento, non posso perderti» sussurra.
Mi sento lusingata dalle sue parole e imbarazzata.
«La ringrazio» bisbiglio goffamente.
«Se tu volessi permettermelo, vorrei continuare le lezioni con te» lo sento sorridere.
Alzo la testa e non riesco a trattenere un sorriso «Sarebbe un onore per me».
Alzo finalmente la testa quando lo sento sorridere.
«Un talento come il tuo non va sprecato» mi imbarazza il modo in qui mi guarda «Spero accetterai. Il mio contatto lo trovi sul sito dell'università e quando deciderai, sarò a tua disposizione» mi accarezza la guancia con le nocche, cosa poco professionale, ma è meglio sorvolare sulla sua condotta.
«La ringrazio» deglutisco «Glielo farò sapere» mi dileguo il più in fretta possibile. Non riesco a decidermi. Seguo il genio che c'è in lui o l'uomo viscido che è fuori?
Scuoto la testa camminando lungo il corridoio, mi pare quasi impossibile che sia uno dei miei ultimi giorni.
«Violet» sento una voce alle mie spalle. Mi volto ed esclamo «Ciao Neale».
«Non ti vedo da molto tempo, come stai?» ha il solito tono cordiale di sempre, non cambia mai.
«Me la cavo meglio che posso, ma non posso lamentarmi» so che domanda vuole fare. Vuole sapere se dopo che Keeran se n'è andato e lo stop alle ricerche dei miei genitori sto superando la cosa, ma la verità è che una cosa del genere non si supera, si sopprime il dolore. Vogliono tutti sapere solo questo.
«Bene, sono contento. Ti va di fare una passeggiata?» chiede facendo un cenno con la mano ed io annuisco.
Camminando il silenzio si fa pesante, «Mi ha telefonato Keeran» mormora Neale improvvisamente facendomi sobbalzare.
«Era preoccupato del fatto che lo stessi ignorando» continua passandosi una mano tra i ricci rossi.
«Non mi sorprende, ma ho avuto molto da fare» replico pensando a Christian, ai libri e alle passeggiate.
«Comprendo, ma ricordati quant'è importante il vostro legame. A volte essendo separati ce lo si dimentica, ma è fondamentale tenerlo a mente» parla come se sapesse tutto, come se avesse capito.
«Io non sto facendo niente» l'unica cosa che riesco a fare è stare sulla difensiva, mi sento in colpa anche se qualcosa mi dice che non ne ho nessuna.

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Violet burns.
RomanceMi piace la pioggia. Qui piove sempre e io sono sempre allegra. Guardo la figura riflessa nello specchio, è sorridente in quel vestito vintage a fiori. Pensare che questa ragazza sono io, non l'avrei mai detto. "Violet Madison in una versione t...