Winter day 14

291 28 3
                                    

«Com'è andata la tua giornata?» Keeran si siede sul letto vicino a me e scosta una ciocca di capelli dal mio viso per potermi vedere.

«L'esame è andata bene, ma temo che siano stati troppo buoni con me» mormoro riportando i capelli al loro posto originario.

Ho lo sguardo vuoto, fisso sul pavimento, lontano da me e da ogni altra cosa al mondo.

«La tua giornata?» chiedo improvvisamente sentendomi oltre modo maleducata per non averlo chiesto prima. «Ho trovato un lavoro, posso dirmi contento» il suo tono è calmo e controllato, non ha niente fuori posto.

Mi alzo e lentamente mi avvicino allo specchio, guardo la mia immagine e non capisco cosa ci tenga insieme. Lui è sempre perfetto, nulla sfugge alla sua attenzione e alla sua cura, io invece non saprei da dove cominciare, un totale disastro.

Noto l'espressione di Keeran riflessa nello specchio, proprio alle mie spalle. Mi scruta con occhio critico, un po' mi spaventa.

«Sai cosa sto pensando» mormoro annuendo lievemente con il capo, quasi rassegnata dal fatto che per lui sarò sempre un libro aperto.

«Lo immagino, ma ora vieni qui» sussurra aprendo le braccia. Rimango qualche altro secondo in piedi. Lo guardo attraverso lo specchio e lui non distoglie lo sguardo, è sempre fisso su di me, i suoi occhi mi fissano e mi sento soffocare dentro quell'azzurro brillante.

Prendo coraggio e gli siedo in grembo, mi sento così piccola tra le sue braccia, così protetta.

«Ti racconto una storia» bisbiglia appoggiando il mento sulla mia testa.

«Non ho sei anni» borbotto rivolgendogli un piccolo sorriso.«Non ha importanza, voglio raccontartela lo stesso. Questa storia parla di un giovane piuttosto impacciato. Girovagava per un campus troppo affollato con una cartina stropicciata tra le mani. Il primo giorno peggiore della sua vita, nonostante avesse avuto tanti primi giorni nella sua esistenza. All'improvviso tutto si ferma, la Terra smette di girare, una ragazza bellissima lo ha guardato. Lei non sembra essersene accorta, ma per lui tutto è chiaro» parla lentamente e fa una pausa per prendere fiato «Non sa se potrà rivederla, quindi decide di parlarle, le fa una domanda di cui lui sa la risposta, ma non gli importa, vuole solo sentire la sua voce, vuole vederla muovere, vuole vederla finchè lo guarda negli occhi».

Ho quasi le lacrime agli occhi, sta mettendo a nudo tutta la verità, come tutto è cominciato.

«La ragazza gli risponde cordialmente e lui quasi sviene. Quando i due si salutano il mondo sembra aver smesso di vivere, lui vuole rivederla, vuole sentire il suo profumo, vuole amarla come se la sua stessa vita dipendesse da quello» continua Keeran sfoderando uno di quei suoi rarissimi sorrisi a trentadue denti, mi sciolgo.

«E c'è il lieto fine in questa storia?» chiedo, rapita dal suo sguardo.

Prima di continuare lui mi accarezza il viso provocandomi i brividi «Lui riuscì nel suo intento, la potè rivedere tante di quelle volte che ormai aveva perso il conto. Una sera, nonostante la timidezza, i due si baciarono, aprendo il loro cuore alla vita. Lui si sentiva come se la sua vita fosse finalmente cominciata» fa un altro sorriso, sembra di buon umore e mi sta contagiando, sorrido anche io.

«Mi piace questa storia, mi piacerebbe sentire il sequel» sorrido maliziosamente e faccio l'occhiolino.

«Non posso raccontartelo, lo stiamo ancora vivendo» ribatte prontamente. Mi afferra per i fianchi e mi fa stendere sul letto. Sento che il cuscino ha preso il suo profumo, una gioia per le mie narici.

Sento le sue labbra sulle mie e mi sento in paradiso. L'accenno di barba che è ricomparso sul suo viso mi fa il solletico e i suoi capelli mi sfiorano le spalle, mischiandosi ai miei.

Mi imprigiona sotto il suo corpo, troppo grande per essere spostato e lui lo sa bene, ne approfitta. Con le mani mi sfiora i fianchi provocandomi uno spasmo incontrollato che mi avvicina ancora di più al suo bacino. Adoro questa sensazione.

Sento squillare il cellulare, cosa che non succedeva da tempo.

Squilla e squilla, ma siamo decisamente impegnati.

Al decimo squillo decido di rispondere, mi sottraggo alla stretta di Keeran con rammarico e cerco il telefono, sepolto sotto i libri.

«Pronto?».

«Violet, sono Neale. Che fine hai fatto? Io, Grania e... Siamo preoccupati».

«Non è un buon momento per me» mormoro con un sospiro.

«Lo capisco, ma mi piacerebbe vederti, sapere come stai. Esci con noi una sera, solo una» mi supplica.

«Va bene. Sta sera Garage Bar alle nove» sussurro e riattacco.

Mi volto e Keeran mi guarda con fare perplesso. «Perchè mi guardi così?» chiedo corrugando la fronte, la sua espressione mi innervosisce, è così calmo, eppure c'è qualcosa di severo in tutto ciò.

«Non dovresti preoccuparti per uscire con i tuoi amici, meritano la tua compagnia» finalmente sorride, sempre moderatamente.

Scuoto la testa, non ci riesco. Ho troppa paura di scatenare la sua ira, cosa che per altro non ho mai visto, ma l'idea che possa essere geloso mi attanaglia.

La sua espressione si addolcisce e la mascella contratta si rilassa «Vorrei averti tutta per me, ma non è gelosia, è solo egoismo» afferma legando i capelli in una coda, lasciando l'elastico leggermente allentato «Stasera uscirai con i tuoi amici e ora... avevamo un conto in sospeso» continua. Sul suo viso appare una smorfia piena di malizia, sulle sue labbra compare un ghigno divertito e gli occhi brillano come due soli nell'oscuro universo.

Fa movimenti lenti, vedo le sue mani affusolate, grandi, dalle vene sporgenti avvicinarsi agli ultimi bottoni chiusi della camicia. Deglutisco timidamente solo al pensiero di cosa avverrà dopo.

Uno, due, tre e il suo fisico atletico fa capolino sotto il tessuto. Sempre molto lentamente, come se lo stesse facendo apposta, in piena coscienza di ciò che provoca in me, afferra il colletto della camicia e la fa scivolare lungo le spalle.

Appoggio la schiena all'armadio, sento cedere le ginocchia a causa di quella vista, una vera tortura.

Mi mordo il labbro così forte che inizio a sentire dolore, tanto che Keeran salta giù del letto e con due grandi falcate è proprio davanti a me. «Non voglio che tu ti faccia male» mormora con un filo di voce poggiando un pollice sul mio labbro inferiore, facendo pressione per liberarlo dalla morsa dei miei denti.

«Tutto questo non è carino» sussurro a fatica, non riesco a connettere il cervello con il resto del corpo, tutto è sotto ipnosi.

«Davvero?» domanda marcando ancora di più il sorriso ammiccante sulle sue labbra, gli occhi ormai sono una fessura che mi scruta con attenzione.

«Bello, bellissimo» un suo piccolo scatto in avanti mi fa mancare il fiato «Solo non è leale» aggiungo deglutendo vistosamente. Inizio a sentire caldo, sotto il suo sguardo le mie guance prendono fuoco.

Keeran osserva ogni dettaglio: la pelle d'oca, il rossore sulle guance, come torturo il mio labbro e il ticchettio delle mie unghie contro l'armadio. Sembra che la cosa lo diverta, io sono nel panico e lui si diverte.

«Nervosa? Pensavo ci avessi fatto l'abitudine» bisbiglia avvicinando la bocca al mio orecchio, sfiora la mia guancia con il naso.

Scuoto la testa, ma non sono sicura. «Toccami, vedrai che tutto passa» la sua voce sembra così rassicurante, forse perchè non riesco a guardarlo bene in viso.

«Toccami» dice con decisione facendomi sobbalzare, mi manca il respiro. Appoggio esitante una mano sulla sua schiena e chiudo gli occhi, sento ogni suo muscolo contrarsi al mio tocco. "In fondo è agitato anche lui".

Le sue labbra sfiorano il mio collo provocandomi i brividi. Quanto ancora andrà avanti questa tortura?

Finalmente sento il suo profumo e mi sento improvvisamente tranquilla, ogni nervosismo sparisce.

Violet burns.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora