Mi stendo sul prato nell'attesa.
Forse ho creato troppa aspettativa in me stessa, forse non verrà. In fondo cosa ho imparato dagli ultimi mesi? Le persone ti fanno solo credere di essere vicine e poi ti crolla il mondo addosso.
«Violet? Sei qui?» sento la voce di Christian e mi metto a sedere, ma improvvisamente «Ahi!» esclamo quando mi cade addosso.
«Ti prego perdonami, che stupido» mormora lui rotolandosi sull'erba con un mezzo sorriso.
«Un'entrata con stile» replico scoppiando a ridere. Essere imbranati non è una colpa tutto sommato e io almeno ho sentito qualcosa. Dolore è sempre meglio di niente.
Osservo Christian senza farmi notare, ha sempre quell'aria trasandata, ma non ostile. Mi sorride ed abbasso lo sguardo, forse sono troppo invadente.
«Pronta per l'avventura?» esclama lui con entusiasmo, alzandosi si ravviva i capelli con la mano.
Ho l'occasione di raccogliere un po' di informazioni sulla strada verso la vecchia prigione diroccata situata nel parco.
«Perciò, cosa fai nella vita?» mormoro doldolando con la testa come una ragazzina. Voglio alleggerire l'atmosfera.
«Sono un topo di biblioteca» dice Christian scherzosamente, ma sempre con una punta severa. Ho notato che usa quel tono molto spesso e solo quando parla di se stesso. Con me, invece, è gentile e timido, non riuscerebbe ad essere severo nemmeno se volesse, cosa che invece a Keeran riesce sempre fin troppo bene.
Brutta abitudine quella di mettere a confronto le persone, è distruttivo, ma non posso farne a meno.
«Violet?» lo sento chiamare e mi accorgo che il mio soliloquio mentale è durato molto di più di quello che pensassi «tu che fai per vivere?» continua appena alzo lo sguardo e torno sul pianeta Terra.
Cerco di formulare una risposta velata come la sua, ma è più difficile del previsto «Vivo nella musica» mormoro. Sì, questo può andare.
«Sembra magnifico, ma in che consiste?» noto che alza un sopracciglio. Era una risposta davvero così erudita?
«Arrivare in ritardo a lezioni in un college che non posso permettermi» abbasso la testa ripensando alla tristezza che mi ha affollato il cuore nel leggere il costo della retta scolastica.
«Ehi» esclama Christian forzatamente allegro «Stai parlando con una persona che riordina libri sugli scaffali e durante l'orario di lavoro viene sorpreso, pensa un po'» dice tutto d'un fiato «A leggere» aggiunge. Scoppio a ridere, forse un po' di poesia esiste ancora in questo mondo.
«Non mi licenziano perchè nessuno prenderebbe il mio posto» continua giocherellando con una ciocca di capelli biondi.
«Sembra un bel lavoro» mormoro guardandomi attorno. Ormai siamo fuori dal parco, la strada è stretta e le case sono piccole e mal messe.
«Oh dovrò tenermelo stretto allora» ridacchia Christian con una punta di sarcasmo. «Mai sottovalutare le lettrici» gli lancio un'occhiata di sfida con un leggero sorriso «No, ho sempre sognato nei libri, ma mai pensato di lavorarci. Sai, vivo in quelle donne dei libri. Nasten'ka, Kamala, Elizabeth Bennet... ma forse è stupido» mi stringo nelle spalle.
«Dostoeskij, sono ammirato. Scusa, ma la seconda non era una prostituta?» chiede lui fermandosi all'istante.
«Non fossilizziamoci su queste cose. Insegna a Siddartha cos'è l'amore, nulla di più nobile» mi acciglio anche se so che non posso essere offesa per questo «Malgrado tutto ammiro che tu abbia riconosciuto Hesse» sorrido lievemente.
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Violet burns.
RomanceMi piace la pioggia. Qui piove sempre e io sono sempre allegra. Guardo la figura riflessa nello specchio, è sorridente in quel vestito vintage a fiori. Pensare che questa ragazza sono io, non l'avrei mai detto. "Violet Madison in una versione t...