Dopo aver fatto l'amore il mondo riprende il suo vero colore. Guardo fuori dalla finestra e il sole splende su Dublino.
Le foglie di un verde acceso danzano con il vento e il cielo azzurro dipinge tutto quello che sta sotto di lui.
«A che pensi?» esordisce Keeran strofinando il naso tra i miei capelli.
«Mi piacciono i colori» sussurro distogliendo lo sguardo dalla finestra. Sono ancora stretta tra le sue braccia e non voglio assolutamente liberarmi. Osservo lentamente ciò che mi circonda.
Un mix di capelli castani e biondi copre quasi completamente il cuscino, la luce filtra attraverso la tenda ed illumina il suo bellissimo viso.
Ha gli occhi vivi, blu come il mare dopo una tempesta e le guance leggermente rosse. Ha una espressione talmente rilassata che quasi dimentico quanto sia controllato.
Non riesco a trattenere un sorriso in quel piccolo angolo di pace in un mondo dominato dal caos.
Improvvisamente un suono sordo ci fa sobbalzare. Raccolgo la maglietta dal pavimento e la infilo correndo giù per le scale, fino al piano terra. Keeran mi segue prontamente.
Appena piombo in salotto vedo Josh a terra svenuto, cerco di non farmi prendere dal panico anche se il mio cuore batte all'impazzata.
«Fratellino! Che succede?» grido terrorizzata cercando di rianimarlo «Chiama un'ambulanza ti prego, non mi ascolta!» urlo a Keeran che si affretta a fare ciò che gli dico. Con la coda dell'occhio percepisco la sua preoccupazione, il suo volto è bloccato in una espressione attonita e impaurita.
Mi concentro sulla figura rigida di Josh che non accenna a svegliarsi. Non andartene anche tu, ti prego.
Sento le lacrime rigarmi il viso, molto prima che potessi avvertire il bisogno di piangere. Non ho meritato tutto questo, nessuno di noi lo merita.
Sono seduta vicino a Josh dentro l'ambulanza. Ho lo sguardo fisso sul viso in parte coperto dalla maschera per l'ossigeno. L'infermiere mi chiede se abbia accusato dei sintomi, ma io non ne ricordo nessuno.
Vedo tutti muoversi freneticamente davanti a me, eppure mi sembra che la Terra giri molto più lentamente, posso quasi sentirla fermarsi.
Aspetto su una poltroncina color mattone, affondo nell'imbottitura.
«Come ti senti?» sussurra Keeran porgendomi una tazza di caffè con il latte.
«Come mai potrei sentirmi... Non ho molta scelta. Non sanno nemmeno che cosa l'abbia causato, uno svenimento qualsiasi, ma io so cos'è» mormoro osservando come il caffè oscilli nella tazza.
«Cosa?» chiede lui con una punta di stupore nella voce. «Non è un segreto che si facesse di chissà quale droga. Ho cercato di aiutarlo, ma non è affatto facile aiutare chi non vuol essere aiutato. Di certo l'eccessiva compassione delle infermiere non mi serve» più parlo più il mio tono si affievolisce.
«Va bene, hai bisogno di dormire. Sai che ore sono?» domanda Keeran, sembra sempre avere tutto sotto controllo quando a me, invece, la vita sta scivolando dalle mani.
«Non lo so, le dieci presumo» faccio un calcolo approssimativo.
«Sono le due di notte, ti porto a casa. Domani mattina torneremo promesso» fa sembrare tutto più sopportabile con i suoi modi, lo ringrazio mentalmente e decido di collaborare.
La sua macchina mi piace, mi è familiare ormai, come lui.
Improvvisamente sento della musica uscire dalle casse. È lui, proprio lui... Hozier che ci accompagnava come sempre. La sua voce mi porta alla mente un bel ricordo, lui sul palco, Keeran accanto a me, il bacio nella macchina.
Percepisco un leggero sorriso sul viso di quel ragazzo fantastico proprio accanto a me, che ci stia pensando anche lui?
La mia mente inizia a rimurginare. Ha fatto talmente tanto per me che quasi non sembra un ragazzo vero, ma la vita a volte è strana, non lascia mai che l'infelicità ti separi dalla gioia. Quelle due maniache vanno sempre in coppia.
Appena arrivo in camera mia mi soffermo davanti allo specchio e guardo Keeran dietro di me togliersi la camicia. Lui sempre bellissimo ed io... disordinata.
Rimango incantata per un attimo, finchè delle braccia mi avvolgono. Sento il calore della sua pelle sulla schiena.
«Forse non è il momento adatto o forse è il più adatto, non so, ma credo di amarti. Quell'amore vero che va oltre l'amore stesso. Sembra così stupido eppure così semplice» mormora guardando la mia figura riflessa nello specchio. Forse sono le ore di sonno arretrate, ma è una delle cose più belle che mi abbiano mai detto.
«Credo che la mancanza di sonno ti faccia confondere» ridacchio, anche se l'espressione sul mio viso risente delle svariate ore di pianto.
«Dici?» le sue labbra si curvano in un sorriso, uno di quelli buoni.
«Sono sicura» sussurro girandomi ed abbracciandolo forte. Lui che mi stringe, una cura per tutti i mali.
«Sei stanca, quindi a nanna ora» esordisce Keeran prendendomi in braccio senza alcuno sforzo. Mi fa stendere sul letto, spegne la luce e si sdraia vicino a me.
Sorprendentemente mi addormento nel giro di qualche minuto, ma purtroppo il mio sonno è più tormentato di quanto vorrei.
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Violet burns.
Storie d'amoreMi piace la pioggia. Qui piove sempre e io sono sempre allegra. Guardo la figura riflessa nello specchio, è sorridente in quel vestito vintage a fiori. Pensare che questa ragazza sono io, non l'avrei mai detto. "Violet Madison in una versione t...