Spring day 7

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«Che cosa stai leggendo?» sento chiedere alle mie spalle.

Alzo il libro in modo che possa leggere la scritta dorata impressa sulla copertina rossa. «Non l'ho mai letto, chi te l'ha dato?» domanda Grania sedendosi vicino a me sullo scalino davanti la porta di casa.

«Un amico» mormoro accarezzando delicatamente le pagine con le dita. «Un amico? Violet, spero tu sappia quello che stai facendo» replica lei gesticolando con le mani «Quel biondino è un bel ragazzo, ma vale la pena distruggere quello che hai costruito per lui?» aggiunge abbassando il tono della voce.

«Come» mi lascio scappare con fare interrogativo. Mi accorgo solo dopo qualche secondo che sul mio viso è apparsa un'espressione a metà tra lo stupido e il fortemente perplesso.

«Sono il tuo angelo custode, io so tutto» esordisce Gran intuendo la mia domanda, ha un tono divertito anche se dura per poco.

«Capisco che tu ti senta disillusa da ciò che tu e Keeran eravate, ma ciò non vuol dire che non possiate riprovarci» intravedo con la coda dell'occhio che si stringe nelle spalle. Sembra che ormai nessuno sia più sicuro di niente, come posso pretendere di esserlo io?

«Già, forse dovrei» sussurro velocemente prima di alzarmi e tornare in casa. Sento un "Cosa?!" sopreso alle mie spalle, ma lo ignoro.

La casa è desolata, Josh e Keeran sono usciti, sono chissà dove e io so esattamente dove andare.

In camera mi cambio rapidamente e mi lego i capelli. Noto un biglietto sul mio cuscino e lo apro con cautela.

"Io e Josh saremo a Belfast per i prossimi due giorni, tu e Grania divertitevi.

P.s. Violet, pensa a quello che ti ho detto.

Ti amo, Keeran"

Accartoccio il pezzo di carta e lo abbandono sulle lenzuola.

Percorro le scale e il vialetto a passo svelto cercando di ignorare il disagio provocato dallo sguardo incredulo e confuso di Grania sulla mia schiena.

Cammino e cammino, non so esattamente quanto tempo sia passato, ma finalmente arrivo a quella casetta piena di sogni che Christian mi aveva fatto vedere.

Infatti lui è lì, intento a lucidare il vetro di una finestra.

«Ciao» mormoro abbassando la testa «Volevo solo» comincio impacciata.

«Riportarmi il libro, lo so» ribatte lui senza nemmeno voltarsi. Su due piedi penso a come sia maleducato, ma subito dopo comprendo il perchè. Non è facile comportarsi come se non fosse successo niente.

«Puoi rimetterlo al suo posto» continua stoico. Io obbedisco, non voglio fare altri danni.

Mi trovo davanti alla libreria e cerco il resto dei volumi di Hardy per riporre il Jude L'oscuro al suo posto originale.

Appena lo trovo mi allungo in punta di piedi per poter arrivare alla mensola. Sento Christian avvicinarsi, afferrare il libro e riporlo vicino agli altri.

Mi giro di scatto, è proprio vicino, siamo proprio vicini.

«Puoi prenderne un altro se vuoi» mormora lentamente, io mi limito ad annuire. Non riesco a distogliere lo sguardo, la prima volta in tutta la mia vista. Ha qualcosa di ipnotico e misterioso che mi rapisce.

Lui sorride leggermente ed abbassa la testa. «Scusa, so che è strano» bisbiglia ironicamente ondeggiando la testa.

«No, io» faccio una piccola pausa, non so nemmeno cosa dire, ho la testa completamente vuota.

«Non lo so, non so proprio nulla» aggiungo lasciando cadere la testa fino a che il mento non tocca il petto. Improvvisamente sento le sue braccia avvolgermi e stringermi in un abbraccio affettuoso. Mi bacia delicatamente la testa e poi ci appoggia il mento.

«Mi dispiace davvero tanto, non avrei dovuto» continuo quasi in lacrime. Perchè sono sul punto di piangere? Il suo gesto così delicato e dolce nei miei confronti mi spiazza, i miei pensieri sono un turbinio grigio e confuso ormai. Mi sento incastrata, incastrata di nuovo in una realtà che non so di volere.

Perchè mi dispiace? Non posso sopportare l'idea di aver fatto del male a Christian, non se lo merita. Nessuno se lo merita, solo io forse. Io che ho messo le mani in questa confusione consapevolmente. Sento che non ci sarà una strada a doppia corsia ad aspettarmi, non potrò girarmi e tornare indietro. Quando arriverò a quel bivio dovrò fare una scelta e allora sì che se cose si complicheranno.

Le cose peggioreranno quando Keeran scoprirà dove sono stata, del bacio e di Christian. Sapevo che questa bolla di sapone in cui mi sono ritrovata a vivere si sarebbe rivelata in tutta la sua fragilità.

«Oh non fare così» Christian mi accarezza la nuca delicatamente. Quel ragazzo è tutto un "delicatamente" con uno sfondo di timidezza e eccessivo autocontrollo.

E forse, per una volta, dovremmo perderlo per davvero l'autocontrollo e vivere le cose come vengono senza pensare troppo alle conseguenze, ma poi quelle arrivano comunque e ti arrivano dritte in faccia.

«Dico sul serio» esordisco allontanandomi abbastanza da poterlo guardare negli occhi. Rimango in silenzio per qualche secondo godendomi quegli splendidi occhi azzurri «Non dovrei coinvolgerti nel caos che ho nella testa. Non voglio farti del male, non lo meriti» per enfatizzare appoggio i palmi delle mani sul suo petto, Sento il suo calore, il suo profumo e per un attimo ha tutto un senso.

Era esattamente ciò che era accaduto con Keeran mesi e mesi prima, ma era così facile cambiare idea? Lo è?

Ciò che era importante e familiare una volta può cambiare davvero così tanto nel presente?

«Mentirei se ti dicessi che non me ne hai fatto mai, ma fa parte del gioco no?» replica sorridendo e mi stupisce. Allenta la presa intorno al mio corpo e io vedo uno spiraglio di fuga.

«Non so più nulla, credevo di saperlo, ma ora non ho più nulla di certo. Voglio solo capire che cosa mi passa per la testa ed ultimamente sei solo tu, mi sento così stupida» finisco la frase velocemente e mi sottraggo al suo abbraccio. Noto la sua espressione, sembra spaesato, forse non ha nemmeno capito quello che ho detto, ma va bene così.

Cammino velocemente fino ad uscire dalla casa.

Una parte di me spera che lui mi segua, mi venga a prendere e mi tenga con sè, ma forse è solo la mia mente che corre fin troppo.

L'aria della sera si fa pungente, è fredda dentro le narici.

«Violet! Aspetta! Aspettami!» sento alle mie spalle.

Prima di voltarmi faccio un grande sorriso che sopprimo immediatamente.

«Hai dimenticato questo» Christian ha un libro in mano, Siddharta.

«Cosa?» chiedo perplessa.

Lui me lo porge «Prendilo» allunga la mano e posa il volume tra le mie mani «E quando lo finirai te ne darò un altro e un altro ancora» fa un respiro profondo e conclude «Così so che tornerai da me, accettalo ti prego».

Annuisco abbassando lo sguardo.

«Io ho capito cosa mi passa per la testa ed ultimamente sei solo tu, mi sento così stupido» aggiunge scoppiando a ridere. Ha il naso rosso per il freddo, un sorriso che quasi fa luce nel buio.

Io, io non posso. Lo abbraccio all'istante.

Christian si blocca per qualche secondo, rigido, poi ricambia il mio abbraccio. «Questo è un sì?» chiede con fare leggero. Ha talmente una bella voce quando è spiritoso, sembra che tutta la sua timidezza sparisca e che finalmente esca il sole.

Io lo osservo per un momento e prima che uno di noi possa ribellarsi a questa idea stupida, lo bacio. Uno di quei baci che durano ore, giorni e settimane. Uno di quei baci in qui non bisogna dire nulla, ma che da soli dicono tutto.

Violet burns.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora