Winter day 12

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«Dove sei? Ti prego dimmelo. Devo saperlo. Non riattaccare. Ti vengo a prendere. Dimmelo» sento Keeran urlare al telefono. Non capisco con chi stia parlando, ma sicuramente ora se ne andrà.

Punto i gomiti sul materasso e alzo la testa per guardarlo fare avanti e indietro per la camera.

«Devo andare a prenderla» mormora infilando il cellulare in tasca. Quando si è vestito? Soprattutto, quanto abbiamo dormito?

Mi giro verso la sveglia poggiata sul tavolino «Sono le tre di notte, chi devi andare a cercare?» chiedo molto perplessa.

«Mia sorella, ma torno presto» sussurra. É preoccupato, come biasimarlo. «Vuoi che venga con te?» domando sperando di essere d'aiuto.

«Violet, complicherebbe solo le cose. Alle otto sarò qui e andremo insieme all'università, promesso» si protende sul letto e mi lascia un bacio incredibilmente lungo sulla fronte.

"L'esame caspita!" salto in piedi e prendo il computer, devo scrivere la tesina di storia della musica in tempo.

Mi immergo nella materia e nei libri fino a riaddormentarmi.

Quando mi sveglio sono le sette e mezza, Keeran dorme vicino a me, i libri sono impilati sulla scrivania e il computer è spento.

Ho scritto meno della metà della mia tesina, passare l'esame è impossibile.

Mi alzo piano per non svegliare Keeran, sembra così sereno quando dorme, non potrei mai perdonarmelo. Mi rifugio nel bagno e faccio una doccia lampo.

Mi sistemo i capelli e metto un po' di trucco, quando torno in camera lui è sveglio, seduto sul letto.

«Dormito bene?» domando vedendolo sbadigliare, vado verso l'armadio e indosso un vestito lungo a fiori.

«Per quelle poche ore che ho dormito, credo di sì» mi sorride con aria assonnata. "Ah già, sua sorella".

«Non ho finito la tesina, sono nei guai» mormoro guardandomi un'ultima volta allo specchio.

«Non sarà un problema per te, lo so» afferma lui sicuro, peccato che io non la pensi allo stesso modo. Anche Keeran si alza e si infila i jeans e una camicia diversa da ieri. "É sicuramente sua, ma dove l'ha presa?".

Sistema i capelli e mette il cappello con quel suo solito fare elegante. «É sempre bello guardarti» mormoro con un sorriso, è sempre così... affascinante.

Arrivo in salotto sorprendentemente calma, data la mia situazione scolastica in declino.

Noto una ragazza appisolata sul divano, Josh è seduto sulla poltrona e la osserva.

«Mi dispiace, non sapevo cosa fare. Eravamo troppo lontani da casa e mi è crollata tra le braccia» spiega Keeran proprio dietro di me, la guarda con compassione, con gli occhi di un fratello esasperato.

«Va tutto bene, non devi scusarti» mormoro senza staccare gli occhi da Josh, sembra completamente rapito da lei. "Incantato".

«Fratellino, noi andiamo all'università. Tu, lasciala dormire» dico con tono ironico, so che rimarra là fino a che lei non si sveglierà. "Lei... Lei?".

«Si chiama Kia» Keeran non ha risposto alla mia domanda inespressa, bensì era rivolto a Josh con tanto di occhiolino e ghigno d'intesa.

Mi acciglio, ma esco prima di commentare.

Chiunque al Trinity sa della mia situazione, mi sento gli occhi addosso. «Smetti di morderti il labbro, finirai per farti del male» mi sussurra Keeran prima di sparire.

Violet burns.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora