Winter day 13

291 24 2
                                    

«Per adesso dovremo interrompere la ricerca, non siamo riusciti a trovare tracce dei vostri genitori. Mi scuso per la freddezza, ma non penso ci siano modi più gentili per dirlo» mormora il detective Dean senza alzare lo sguardo dai suoi scarponcini infangati.

«La ringrazio per non aver fatto giri di parole» sussurro «Devo sedermi». Il mondo si sta rovesciando su di me come una grande onda per la seconda volta. Mi inginocchio sul pavimento, non ho la forza di reggermi in piedi, ho lo sguardo spento.

«Far passare 72 due non è cercare delle persone» esclama Josh, ha una tale rabbia negli occhi che quasi non lo riconosco.

«Cosa dovrei pensare? Me lo dica! I miei sono andati semplicemente in vacanza?» fa una piccola pausa prendendo un grande respiro «O l'unica speranza che mi resta è trovare i cadaveri nel bosco?» la sua voce trema, ma continua imperterrita nella mia testa, infuriata e tradita dalle lacrime.

«Josh, smettila» urlo portandomi le mani sulle orecchie. Improvvisamente cala il silenzio.

Mr. Dean stringe nervosamente il bordo della giacca e Josh è definitivamente scoppiato a piangere.

Forse ha ragione lui, forse non potremo mai aspettarci che tornino a casa con il sorriso sulle labbra come se niente fosse stato.

Perchè siete andati via? Cosa non vi piaceva della vostra vita? Ho bisogno di saperlo.

Josh si avvicina a me, si inginocchia «Violet, hanno deciso di lasciarci, sorella» bisbiglia baciando la mia fronte con freddezza. Quello non è il mio fratellino, è un corpo vuoto, un corpo freddo.

Alzo a malapena gli occhi e lo vedo rialzarsi e uscire dalla stanza sbattendo la porta.

«Andiamo a casa, non puoi stare seduta qui per il resto dei tuoi giorni» mormora Keeran porgendomi la mano.

Porto la testa tra le ginocchia e scoppio a piangere, come io abbia fatto a trattenermi fino a quel punto non riesco a capirlo. L'unica cosa che riesco a sentire sono le lacrime che mi rigano le guance, per il resto c'è solo il vuoto.

«Va bene, ho capito» Keeran mi prende in braccio, o meglio raccoglie da terra gli ultimi pezzi del mio corpo. Sono distrutta.

Non riesco a tenere gli occhi gonfi, mi fa male la testa. Mi addormento, la testa appoggiata sulla sua spalla.

«É così bella, ora capisco perchè ti piace» sento appena mi sveglio. Cerco di tenere gli occhi chiusi per poter ascoltare. "Grazie Kia".

«Lo so, è stupenda. Non si merita quello che le sta capitando» la voce di Keeran è un bisbiglio appena accennato.

Mi decido ad aprire gli occhi e lo vedo seduto sulla poltrona, niente cappello, i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

«Buonasera, bella addormentata» Keeran mi sorride. «Mi dispiace, non volevo addormentarmi» mormoro puntando i gomiti sui cuscini del divano.

«Non devi preoccuparti di questo, ti preparo qualcosa da mangiare» non attende una mia risposta, scompare semplicemente in cucina.

«Come stai?» chiede Kia sedendosi vicino a me.

«Leggermente stanca» sospiro «Sei davvero bella, sai. Quella bellezza disarmante, un po' incomprensibile» sussurro e sorrido affettuosamente, non voglio metterla a disagio.

«Proprio come la sua» aggiungo subito prima che Keeran ricompaia con della frutta.

«Di cosa parlate?» chiede lui sedendosi nuovamente. Lancio un'occhiata verso Kia, che prontamente risponde con leggerezza «Argomenti per donne, ti annoieresti».

Violet burns.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora