Winter day 6

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«Buongiorno a tutti» saluto la mia famiglia e mi siedo insieme a loro.

«Ciao Lily, hai passato una bella serata ieri?» chiede mia madre facendo un grande sorriso.

«Certo mamma» annuisco innocentemente, ma arrossisco per il ricordo del bacio.

«Chi era quel ragazzo?» ecco mia madre che inizia con il suo interrogatorio.

«Un mio amico» cerco di essere vaga. Non posso dirle che ho lasciato Ryder senza nemmeno dargli una spiegazione per poi, qualche settimana dopo, buttarmi tra le braccia di un altro ragazzo. Lo so, sembra una cosa innocente detta così, ma sono talmente combattuta.

«É davvero un bel ragazzo, Ryder sarà molto geloso» commenta mio padre facendo un occhiolino. Sorrido e butto la testa sul piatto.

«Vado al college, ci vediamo nel pomeriggio» saluto ed esco.

Il vestito vintage rosa antico è troppo leggero per il vento che soffia oggi su Dublino, ma è tardi per cambiarsi.

«Buongiorno Violet» Grania appare alle mie spalle e saluta con il suo solito entusiasmo.

«Buongiorno, pronta per gli esami?» chiedo. Lei annuisce sorridente.

«Ehi guarda, Keeran viene verso di noi. Quanto è sexy, sto bene secondo te?» Gran si sistema nervosamente i capelli e io annuisco con gli occhi sbarrati.

Non riesco a guardare Gran negli occhi e mi limito a fissare Keeran avvicinarsi.

«Ciao Violet» lui saluta me e poi fa un cenno con il capo alla mia migliore amica. «Ciao Keeran» gli sorrido pacatamente.

«Ahm... fra dieci minuti inizia la lezione, meglio avviarsi» mormoro per evitare quella situazione imbarazzante.

Allontanandoci, il mio cuore rallenta il battito e mi rilasso.

«Sono stato bene ieri» sussurra Keeran abbassando la testa.

«Anche io, non mi divertivo così da molto tempo» sorrido cercando di rassicurarlo «Sei un buon amico». "E questa come ti è uscita? La peggior frase della storia".

«Capisco» mormora, non alza lo sguardo. Forse è troppo imbarazzato per farlo. Ricomincia a camminare, ad un passo molto più sostenuto del mio. "Quanto so essere stupida. Lo faccio per Grania. Lo faccio per Gran".

Mi siedo in fondo all'aula e ascolto la lezione di storia della musica con finto interesse. Qualcosa mi distrae.

«Mr. Louis, non mi sento bene, posso uscire?» chiedo sistemando l'orlo del vestito. «Vada signorina Madison, si faccia passare gli appunti quando torna» raccomanda il professore.

Annuisco ed esco a testa bassa. "Seguimi ti prego".

La mia amicizia con Grania dipende da questo, lo so, ma non posso ascoltarla parlare ininterrotamente di quanto sia sexy il ragazzo che ho inavvertitamente baciato ieri sera come se niente fosse.

Ho bisogno di aria. Ho le guance rosse al ricordo delle sue labbra sulle mie, un'emozione che non avevo mai provato con Ryder. Mi aveva fatto battere il cuore, questo è vero, ma non mi aveva mai scatenato emozioni così forti.

«Non stavi male?» sento una voce alle mie spalle. Ecco, il professore mi ha beccato a girovagare per i corridoi come una qualsiasi studentessa svogliata.

Mi volto, pronta a sentire la ramanzina, ma davanti a me c'è Keeran.

«Non è corretto dire bugie» mormora sicuro, severo e come al solito mi sento come una bambina che viene sgridata dopo essere stata colta sul fatto.

«Avevo bisogno di riflettere, la spiegazione disturbava i miei pensieri» bisbiglio con un filo di voce. «Non fa una piega» lui alza le spalle e la sua espressione si ammorbidisce, anche io mi rilasso.

«A cosa pensavi di così importante?» senza accorgermene stiamo passeggiando per le viette tra gli edifici che costituiscono il college.

Arrossisco prima di rispondere «A quello che ho detto» "Nulla in particolare". Mannaggia ho invertito pensiero e parola. Mi schiaffeggio mentalmente e cerco di essere il più disinvolta possibile.

«E?» Keeran mi guarda con un sopracciglio alzato, è dubbioso.

Sono costretta, per altro da me stessa, a dire la verità «Al fatto che sei un buon amico. Sei una persona fantastica, ma forse mi confondo un tantino quando sono con te».

«Che vuoi dire? Non sono tuo amico?» chiede e la sua espressione sembra congelata sul suo viso dai tratti severi.

Deglutisco «No. Sì. No. Voglio dire» non faccio a tempo a finire la frase che mi ritrovo tra il muro e il suo corpo, imprigionata ai lati dalle sue braccia. É molto più alto di me, questo mi da il vantaggio di poter scappare facilmente dalla sua trappola, ma io non voglio.

«Fai una smorfia molto particolare quando sei confusa, è davvero una cosa adorabile» sussurra con un sorriso malizioso stampato in faccia.

«Mi è difficile essere così, capisci. Intrappolare in questo modo una ragazza non è proprio nel mio stile, ma date le circostanze...» fa una piccola pausa e si avvicina pericolosamente al mio viso «Mi fai sentire come se valesse la pena di infrangere le regole» mi guarda intimorito, è un'altra persona rispetto al ragazzo serio e severo di qualche secondo prima.

Sembra quasi che voglia chiedermi il permesso di fare il passo successivo.

«Allora fallo» sussurro, accettando di infrangere le regole con lui.

Ah, quanto mi sono mancate le sue labbra. Ha bisogno di tanto amore, come me d'altronde. Infilo le dita tra i suoi capelli lunghi, inspiro a fondo il suo profumo e mi perdo completamente.

Mi morde delicatamente il labbro emettendo un verso gutturale, virile, stupendo. Aggrotta la fronte e mi lascia andare, per poi ricominciare. Lo guardo per un'istante: è bellissimo. La mascella contratta, le labbra leggermente gonfie e gli occhi socchiusi per godere del momento all'infinito. I capelli sono disordinati a causa mia, ma fortunatamente a tenere tutto insieme c'è il suo immancabile cappello.

Sono totalmente persa in lui, mi si annebbia la mente, non c'è altro. Smetto di sentire il vento, i gabbiani, c'è solo il suo respiro mischiato al mio.

«Violet!» sento una voce chiamarmi, arrabbiatissima.

"Merda".

Violet burns.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora