Mi guardo intorno, ma non capisco da dove venga la voce.
«Mi dispiace» sussurra Keeran abbassando la testa facendosi da parte. Oggi il college sembra stranamente deserto, mi fa rabbrividire.
Noto Grania affacciata ad una finestra. "Fregata con le mie stesse mani". Oltre lei, altri cinquanta studenti si stanno godendo lo spettacolo, giusto quello che mi serviva.
«Gran non è come sembra» esclamo senza avere la più pallida idea di cosa sia più indicato dire in questi casi.
«Che faccia tosta che hai» urla lei sporgendosi ulteriormente.
«Non è come pensi, era solo...» non so cosa dire, la guardo, ma so di averle fatto del male.
«Solo?» sussurra Keeran abbassando leggermente il cappello con la mano. «Voglio dire, lasciatemi spiegare» cerco la loro attenzione, ma Grania chiude la finestra e Keeran si dilegua in qualche secondo. "Era meglio la vita della vecchia Violet".
Il cielo si annuvola e comincia a piovere, capita spesso qui. Mi lascio scivolare la pioggia addosso, ma non ne percepisco il tocco. Mi incammino verso casa a passo lento, su Dame Street alcune persone corrono coprendosi la testa, ma a me non importa, la pioggia non mi da fastidio.
Non so che ore siano, ho vagato per la città per un bel po' di tempo. Ha smesso di piovere, ma ho i capelli bagnati e il vestito lascia cadere delle goccioline dall'orlo.
Questa volta ho superato il limite, ho tradito la fiducia di Grania per l'ultima volta, dato che non mi rivolgerà più la parola.
Non ho mai capito quei patti tra amiche riguardo i ragazzi e non perchè io non sia brava a mantenerli, ma perchè c'è qualcosa che non va. L'opinione di Keeran dove è finita? A lui potrebbe piacere lei, io o un'altra ragazza... sta a lui decidere.
Sembra un'entità inesistente, peccato che sia una persona in carne ed ossa ed ha le sue idee. Certo, Grania fa fatica a comprenderlo se continua a fantasticare su cosa ci sia sotto i jeans attillati.
Giro l'angolo e noto Keeran, fradicio almeno quanto me, seduto sul marciapiede.
«Che ci fai qui?» chiedo con un filo di voce, non capisco che cosa ci faccia davanti a casa mia.
«Devo chiederti una cosa» mormora facendo gocciolare dell'acqua dalla camicia. «Dimmi» sussurro avvicinandomi e sedendomi vicino a lui. Non posso toccarlo, non riesco nemmeno a guardarlo. "Che frustrazione".
«Se non è come sembra, allora che cos'era?» domanda togliendo il cappello. «Non capisco» sussurro torturandomi le mani. Non so cosa dire, non lo so veramente. La testa mi fa male.
«Va bene, non ho bisogno che tu dica altro» mormora minacciando di andarsene. «No, ti prego. Odio quando le persone se ne vanno» afferro il suo polso, senza pensarci. Lui chiude gli occhi come se tutto gli facesse male.
«E cosa vuoi che faccia?» chiede stringendosi nelle spalle. Giocherello con l'orlo del vestito gocciolante, ho la bocca secca.
«Resta» bisbiglio abbassando lo sguardo. Keeran si rimette a sedere sul marciapiede e si porta le mani al viso, i gomiti appoggiati sulle ginocchia. «Sei la ragazza più complicata che conosca» mormora.
Pensare che io mi ritenevo una persona semplice. Forse sono diventata complicata quando è arrivato lui, un fulmine a ciel sereno.
«Anche tu. Sai quanto sia frustrante non riuscire mai a capire cosa pensi o come ti comporterai?» mi porto una mano sulla fronte e mi accascio sul cemento.
«Ti senti bene?» chiede notando la mia espressione sofferente. «Ti porto in casa» sussurra prendendomi in braccio senza darmi l'opportunità di rifiutare «Hai bisogno di vestiti asciutti» aggiunge.
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Violet burns.
RomanceMi piace la pioggia. Qui piove sempre e io sono sempre allegra. Guardo la figura riflessa nello specchio, è sorridente in quel vestito vintage a fiori. Pensare che questa ragazza sono io, non l'avrei mai detto. "Violet Madison in una versione t...