9.

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A.

Era ancora buio pesto quando Ruston infiló i piedi nell'acqua e spinse la nostra scialuppa sulla spiaggia di Black Cape.
La luce della luna illuminava la sabbia bianca e le piccole case abbandonate. Più in là, sulla cima di promontorio non troppo alto, spiccava una fortezza abbandonata che di certo - pensai - era stata la casa di Teach per qualche tempo.
Dasmond scese a terra e mi aiutó a scendere afferrando la mia mano con la sua.
<<Resteró qui ad aspettarvi.>> biascicó quella serpe di Jack <<Se serve, fate un fischio e correró ad aiutarvi.>>
Di certo parlava solo al suo capitano. Dopo il modo in cui lo avevo fatto picchiare da Hoacks, non aveva fatto altro che lanciarmi occhiate piene d'odio e dubitavo mi avrebbe salvato la vita anche se avesse potutopq0.
Dasmond lo ringrazió con lo sguardo, si voltó e la luce della lanterna ad olio che reggeva scosse le nostre ombre sulla sabbia.
<<Sapete dove si trova la statua?>> domandai, mentre camminavamo.
<<Ho parlato con Bates, dice di esserci stato anni fa. Stando ai suoi racconti, il monumento dovrebbe essere al porto, dall'altra parte della baia, oltre questo villaggio.>>
<<Ed é molto distante?>> chiesi.
<<Avete paura?>> domandó, percependo il terrore nella mia voce.
<<È buio.>> diedi un calcio ad un ramo di palma essiccato <<E se qualcuno ci tendesse un'imboscata?>>
<<E chi? Questo posto è disabitato da anni.>>
<<Non lo so…Dei contrabbandieri magari.>>
<<Non preoccupatevi, siete con me.>> mi rispose.
<<Come se la cosa mi facesse stare più tranquilla.>> dissi. La sua mano ferma mi bloccó il polso prima che potessi fare un altro passo, costringendomi a voltarmi verso di lui.
Eravamo vicini. Sentivo l'odore ormai famigliare della sua pelle e del tabacco che era solito masticare. Non riuscivo a vederlo, ma la luce della lanterna proiettó guizzanti fiamme nei suoi occhi, che per un attimo mi parvero brillanti quanto quelli di un diavolo.
<<Ho preso a pugni una delle persone per me più importanti, Miss Morgan e l'ho fatto per voi.>>
<<Lasciatemi il braccio.>>
<<No.>>
<<Lasciatemi, ho detto.>>
<<Sul serio pensate che lascerei che qualcuno vi facesse del male?>>
<<La cosa vi offende, Capitano?>>
<<Parecchio.>> rispose, seccato.
Si avvicinò a me e senza volere schiusi le labbra. Se solo avessi potuto…
<<Continuiamo a cercare la statua.>> risposi. Deglutii ed aspettai che mi lasciasse il braccio, in modo da riprendere il controllo del mio cervello. Ogni volta che si avvicinava in quel modo, sentivo un macigno sul petto che mi impediva di respirare e una scarica elettrica attraversarmi ogni volta che mi toccava.
Avevo il bisogno fisico che mi stesse alla larga.
Alzó la lanterna e fece luce lungo il sentiero che stavamo percorrendo. Ad ogni passo che facevamo, la luce fioca illuminava case diroccate ed ormai invase dalla vegetazione. Una piccola chiesa dal tetto crollato spiccó tra i piccoli edifici fatiscenti e più in là, qualche passo oltre la sua porta socchiusa, un'ombra alta e scura mi fece tremare le gambe. Dasmond mi disse di fermarmi, voleva proseguire da solo ed essere certo che non ci fosse nessun altro oltre noi. Si avvicinó con la lanterna puntata in avanti e fece qualche passo, mentre io lo seguivo in punta di piedi, pronta a scappare o nascondermi al primo segnale di allarme.
Più proseguiva verso quell'ombra  indefinita, più la lanterna la illuminava e ne rivelava i dettagli.
Ben presto, di fronte a noi, comparve la statua di Teach ed io ebbi un fremito per la gioia, che peró tentai di nascondere. Non ero io a dover trovare quel tesoro eppure, non so come, più mi avvicinavo a trovare l'indizio e più sentivo mio padre vicino al cuore.
<<Figlio di puttana, l'hai fatta costruire davvero!>> edclamó all'ipotetico fantasma di Barbanera, come se potesse sentirlo.
<<Il cielo si sta schiarendo.>> osservó guardando in alto <<Tra poco albeggerà, faremmo meglio a sederci qui ed attendere.>>
Si lasció cadere sulla sabbia ed io feci lo stesso. Quando vi infilai le dita la trovai fresca e morbida come farina. Mi misi comoda ed attesi di vedere la luce del sole all'orizzonte. Il silenzio ci inghiottì, mentre il rumore della risacca faceva da padrone.
<<Lasciare il primo indizio sulla sua nave ammiraglia é da lui. Stando a mio padre era un grande stratega.>>
<<Invidio vostro padre per averlo conosciuto, sapete?>> rispose <<Chissà quante storie pazzesche vi ha raccontato.>>
<<Mi ci faceva addormentare con quelle storie.>> confessa con la voce piena di risordi <<Mi raccontava di Pirati, antichi tesori sepolti, duelli e combattimenti tra navi.>> guardai in basso quando il ricordo di mio padre si fece troppo invadente.
<<Volete dirmi come è morto?>> domandó.
<<Non sono nemmeno certa che lo sia, in realtà.>>
<<Che intendete? >>
Presi un respiro, facendomi cullare dal rumore del mare.
<<Partì quasi due anni fa, su un mercantile diretto in Africa, ma dev'esserci stata una terribile tempesta e nessuno ha mai fatto ritorno da quel viaggio.>>
<<Mi dispiace. Era un brav'uomo e vi amava moltissimo.>>
<<Tanto da lasciarvi il suo tesoro.>> conferma, con la voce spezzata.
Grazie al cielo - osservai - le prime luci dell'alba stavano per fare capolino all'orizzonte. Non avrei retto se avessi pensato un minuto in più a mio padre.
Dasmond scattó in piedi e raggiunse la riva, si tolse velocemente gli stivali e fece qualche passo verso il mare. Con i piedi piantati nella sabbia bagnata estrasse il suo cannocchiale e scrutó l'orizzonte, in attesa che la luce del sole illuminassenil punto indicato da Teach.
<<Voi vedete qualcosa?>> domandó.
Mi alzai anch'io e corsi al suo fianco aguzzando la vista, ma non vidi che il piatto orizzonte di sempre.
<<Forse abbiamo sbagliato qualcosa. Qualcosa nell'indovinello.>>
<<E cosa? Mi sembra ovvio il significato di quella filastrocca.>>
<<Sotto la luce di un nuovo inizio.>> ripetei <<Forse parla di qualcos'altro, forse… >>
<<Forse per salvarvi vostro padre sarebbe stato disposto a tutto. Anche a spacciare per un grande tesoro, qualcosa che era solo una perdita di tempo.>>
<<No, é impossibile. Quel quaderno lo ha scritto per un motivo. Per quale ragione avrebbe dovuto mentirvi?>>
<<Perché eravate voi il suo tesoro, Miss Morgan!>> gridó, gettando il cannocchiale nella sabbia in preda alla rabbia. <<E avrebbe fatto di tutto per salvarvi.>> disse infine.
E poi, in un attimo, tutto si fece chiaro…
<<Che avete detto?>> domandai, afferrando il quadernetto di mio padre.
<<Che avrebbe fatto il possibile per salvarvi.>>
<<No, prima.>>
<<Che eravate voi il suo tesoro.>>
Girai convulsamente le pagine finché non trovai ció che cercavo. I disegni di mio padre confermarono la mia teoria e per qualche istante mi sentii così vicina a lui da poterlo toccare come un tempo.
<<Cosa sono questi?>> indicai i disegni di dobloni d'oro intarsiato.
<<Secondo vostro padre, ogni indizio avrebbe portato ad uno di quei dobloni, con incisa una parola. Trovati tutti i dobloni, si comporrebbe una frase che indica il posto in cui é nascosto il tesoro.>>
<<Un doblone… come questo?>> armeggiai con il ciondolo che mi aveva regalato mio padre fino a sfilarmelo e glielo porsi. Lo portó di fretta accanto ai disegni per confrontarlo con gli schizzi di mio padre.
Erano identici. Sul mio  c'era incisa la parola TREASURE.
Ora tutto aveva significato. Mio padre aveva due tesori e voleva che uno proteggesse l'altro.
Per un attimo mi sentii terribilmente in colpa all'idea di aver regalato a Dasmond un segreto tanto importante. Così importante che papà non lo aveva rivelato nemmeno a me.
<<Lo avete avuto voi per tutto questo tempo? >> mi domandó.
<<Me lo regaló anni fa, come dono di nozze. Disse che ero il suo… >> trattenni le lacrime nel ricordare <<Il suo tesoro più grande.>>
Dasmond notó la mia tristezza e forse, in un'altra vita, sarebbe corso da me e mi avrebbe stretta a lui mentre piangevo. Ma in questa, si limitó a strizzarmi una spalla e mi restituì il ciondolo.
<<Non vi serve?>>
<<Mi serve ció che c'é scritto.>> rispose <<A parte questo, appartiene a voi.>>
E lì, capii che forse, in un'altra vita, anche io sarei corsa da lui e lo avrei abbracciato talmente forte da scomparire.
Quante vite servono per poter fare ció che desideriamo davvero?

ACE OF SPADES - VM18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora