Quando l'orologio di Dasmond segnó le tre precise del pomeriggio, Ruston bussó alla nostra porta da bravo soldatino qual era.
<<Capitano, è l'ora.>> disse. E questo bastó perché Dasmond smettesse di prendere appunti sul quadernetto del tesoro e posasse la penna sulla scrivania, con lo sguardo di chi sta per salire al patibolo.
Lo osservai in silenzio mentre iniziava il suo minuzioso rituale di preparazione.
Prima i capelli, legati in una coda poco precisa. Poi il cappello e la cintura con la spada. Infine il pugnale nello stivale. Estrasse anche la pistola dal cassetto della scrivania e l'aprì.
<<È cosa comune, tra voi pirati, saper leggere e scrivere?>> domandai, passando le dita sull'inchiostro asciugatosi.
<<Ci credevi tutti degli stoccafissi ignoranti, dediti solo al mare e alle donne?>>
<<Più o meno.>>
Sì sporse verso di me mentre annodava i lacci sulla manica della camicia.
<<Spiacente di averti deluso, Miss Morgan.>>
<<Avresti il coraggio di dire che la maggior parte dei pirati non é così?>> domandai.
<<La maggior parte dei pirati, dopo aver scoperto che eri una donna, ti avrebbe dato in pasto alla sua ciurma dove ti avrebbero scopata a turno e poi gettata in mare senza più energie.>> rispose e si raddrizzó il cappello. <<Credevo fosse chiaro ormai che non sono come loro.>>
Non ebbi il tempo di rispondere poiché Ruston entró nella stanza. Restó in piedi in un angolo dello studio, osservando in silenzio il suo Capitano mentre finiva di caricare la pistola e la riponeva nella fondina in cuoio.
Quando il suo sguardo si posó su di me, mi si aggroviglió di nuovo lo stomaco. Mi scrutava come un predatore.
<<Qualche messaggio da Monaghan? >>
<<Sì, Signore. Ci aspetta tra dieci minuti alla taverna di Daphne.>> rispose <<Ha mandato un ragazzino a ricordarci l'appuntamento.>> concluse poi, con un tono scontroso.
Non doveva essere facile per lui rivedere Vincent, dopo essersi ammutinato. Una parte di me, forse la più feroce, vibró di felicità al pensiero che forse Monaghan lo avrebbe squartato vivo per quel tradimento e che non avrei più dovuto vedere la sua brutta faccia.
<<Se usciremo vivi da El Matador, saremo i figli di puttana più ricchi e temuti dei sette mari.>> colpì Jack con uno schiaffo scherzoso. <<Occupati di lei, io nel frattempo parlo col vecchio Goose riguardo quei barili di polvere da sparo.>>
Tutto qui.
Occupati di lei.
Nient'altro?
Un intero pomeriggio trascorso a confidarmi segreti sul suo passato e farmi sconcerie che nemmeno saprei ripetere, insultando Jack per i suoi secondi fini con me. E adesso? Mi lasciava sola con lui? Faceva sul serio? Quanto lo detestai in quell'istante!
Quando Dasmond uscì dalla stanza, tutti i miei sensi si misero in allerta. Ero pronta a scattare ed uccidere quella serpe di Ruston appena avesse alzato un dito.
Mi osservó, avvicinandosi lentamente, studiandomi mentre indietreggiavo per la paura. Afferró il mio polso, mi strattonó e fece aderire il mio petto al suo.
<<Ora che il Capitano ha iniziato a giocare con te, non passerà molto prima che si stufi e ti lasci alla sua ciurma.>> sentenzió. Si leccó le labbra ed allentó un poco la presa sul polso prima di voltarsi e trascinarmi sul ponte superiore.Una corrente calda ed umida soffiava da est agitando il mare e la nave, che ormai navigava da quasi quattro ore, oscillava come una fiamma in balia del vento. Il mio cuore agitato batteva sempre più veloce mano a mano che ci avvicinavamo alla terra ferma sulla piccola scialuppa traballante.
Avevo dimenticato quanto fossero stretti e fastidiosi i vestiti di mio marito e in un'altra occasione avrei di certo strappato quel maledetto foulard merlettato che mi stringeva la gola, ma ora non potevo di certo fare i capricci.
Io e Vincent, nonostante le lamentele di Dasmond, avevamo concordato che saremmo entrati a El Matador insieme...E soli.
Ma fare breccia in una fortezza piena di criminali con addosso i miei vestiti era un suicidio annunciato. Ecco perché avevo suggerito a Dasmond di farmi indossare di nuovo i vestiti di mio marito, gli stessi che avevo quando ero capitata sulla sua nave.
Hoacks aveva storto il naso.
<<Se ti ho scoperta io, come pensi di riuscire a farla franca con uno come El Matador?>> aveva domandato.
Ma quali altre possibilità avevamo?
Se volevamo l'oro, dovevamo entrare in quella fortezza e Vincent era l'unico a sapere come uscirne. La sua unica condizione era che io fossi l'unica ad accompagnarlo ed io non potevo presentarmi in un posto del genere con abiti femminili.
Tutto tornava. Ma gli occhi di Dasmond erano preoccupati, neri come la pece e scrutavano ogni mossa di Vince.
Fu proprio lui a scendere dalla scialuppa quando finalmente raggiungemmo la spiaggia posta sul retro della fortezza, mentre il sole spariva oltre l'orizzonte.
Quando Vincent fu abbastanza lontano, Dasmond approfittó di quel breve istante da soli.
<<Avrei dovuto bruciarli quei dannati vestiti.>>
<<Questi vestiti probabilmente mi salverannó la vita.>> risposi e lui rise. Uno sbuffo scettico, appena accennato.
<<Non avresti dovuto rivelargli questo segreto. Potrebbe dirlo a qualcuno e se la mia ciurma venisse a sapere quello che abbiamo fatto fini-...>>
<<Finiresti in pasto agli squali dopo un ammutinamento.>> cantilenai con gli occhi al cielo.
Sapevo che stavo sfidando il terribile D. D. Hoacks, ma sapevo anche di avere abbastanza confidenza ormai da potermi permettere certi affronti senza finire annegata.
E poi ero ancora enormemente infastidita da come mi aveva lasciata in balia di quel pezzente di Ruston, come se non valessi più di una ragazza del bordello per lui.
Quel maiale mi aveva spaventata a morte.
<<Si puó sapere che ti prende?>> mi domandó. <<Non mi hai rivolto che poche parole per tutta la traversata e tutte in tono scontroso.>>
Seguì una pausa nel quale pensai bene a cosa dire e come.
<<Occupati di lei? Davvero, Dasmond? Ore passate a dirmi quanto disprezzi gli sguardi che mi lancia quell'aringa secca di Ruston e poi mi lasci sola con lui?>>
Quando finì di ascoltarmi chiuse gli occhi e se li massaggió sospirando.
<<Quindi é questo il problema. Che altro avrei dovuto fare? Scortarti sul ponte sottobraccio e darti un bacetto sulla guancia di fronte alla ciurma?>> chiese sarcastico. <<Delle volte sembra che dimentichi la situazione in cui ci troviamo.>>
<<Fortuna che ci sei tu a ricordarmelo così bene.>> risposi. Forse con più astio del dovuto.
<<Ruston ti ha fatto qualcosa?>> mi sfioró il braccio ma lo ritrassi per alzarmi in piedi.
<<Se ti dicessi di sì? Se ti dicessi che mi ha spaventata a morte e detto cose orribili, cosa cambierebbe? Non toccheresti quella bestia nemmeno se mi sgozzasse di fronte all'intero equipaggio.>>
<<Ma come ti vengono in mente certe boiate?>> chiese.
<<Lascia perdere.>>
Barcollai fino alla prua della scialuppa e feci attenzione a non cadere mentre afferravo la mano di Vincent e mettevo i piedi a terra.
<<Monaghan!>> tuonó Dasmond. <<Se le succede qualcosa...>>
<<Se avessi voluto farle del male, sarebbe già morta...E senza più la sua preziosa virtù.>>
<<Chi vi dice ch'io sia ancora vergine, Capitano?>> domandai, prima che Dasmond potesse infilzarlo con la spada. Avevo la testa alta, cercavo di darmi un tono da donna esperta.
Vincent mi prese il mento tra le dita e mi costrinse a guardarlo.
<<Mia cara, non siate ridicola. Mi basterebbe sfiorarvi il palmo della mano per far arrossire quel bel viso di porcellana e far tremare quelle gambe deliziose.>>
<<Attento a come parli Vincent!>> ringhió Dasmond. Ma prima che potesse aggiungere una parola di più, schiaffeggiai Vincent e gli feci girare il viso dall'altra parte. Ma quando l'ira passó e lui mi guardó imbestialito, mi pentii di aver osato tanto.
Fortunatamente Vincent fece una risata e si massaggió la guancia dolorante.
<<A quanto pare si difende benissimo anche da sola, Dasmond.>> disse all'altro, senza smettere di guardarmi negli occhi. Lo sguardo divertito e due scintille negli occhi che non sapevo decifrare. Mi stimava, voleva uccidermi o voleva approfittare di me?
Quando mi voltai, mi aspettai di trovare Dasmond sorridente e compiaciuto di come avevo messo Monaghan al suo posto. Invece lo trovai turbato. Qualunque cosa ci fosse negli occhi di Vincent, l'aveva vista anche lui e gli faceva paura.
Qualcosa dentro di me, mi obbligó a rassicurarlo. Gli sfiorai il braccio e lo guardai negli occhi.
<<Tornate da me Miss Morgan.>>
Non era un ordine. Era una supplica.
<<Faró il possibile, Capitano.>>
Afferrai la lanterna e seguii Vincent verso i piedi del colle su cui era costruita la prigione.

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ACE OF SPADES - VM18
Chick-LitÈ il 1726 quando il Capitano Dasmond Hoacks decide di abbordare una piccola nave mercantile a largo della Giamaica. Su quella nave sono soltanto in due: Rudolph Morgan e la figlia Adrianna. Dasmond, la desidera dal primo istante e la rapisce per por...