Quando aprii completamente la finestra, la brezza pungente mi scompiglió i capelli, mentre l'ingombro del vestito che indossavo mi ostacolava nei movimenti.
Il piano era semplice: levare la biancheria dal letto, legarla con nodi abbastanza stretti ed usarla per calarci di sotto, nel buio della notte.
Nel mentre, dovevamo anche pregare che quel porco di un Fawler restasse lontano dalla nostra stanza e che non si accorgesse dell'assenza del medaglione.
E come dimenticare la nave della marina di Sua Maestà a poche miglia dalla spiaggia?
Osservai Dasmond e notai la paura nei suoi occhi: <<Temete la Corona, Capitano?>>
<<Non é il re che mi preoccupa, Miss>> rispose, lanciando i guanciali a terra. <<Ma il cappio che vuole mettermi al collo.>> disse poi. E fu come andare a sbattere contro la realtà.
Improvvisamente mi resi conto che qualunque cosa stesse facendo Dasmond, in qualunque avventura o guaio si stesse cacciando, io ne facevo parte. E se mai gli uomini di Sua Maestà Re Giorgio lo avessero catturato, io sarei stata sua complice e dunque giustiziata come tale.
<<Un uomo come voi, non dovrebbe essere spaventato dalla morte.>> tentai di incoraggiarlo.
Non rispose e continuò a sfilare le lenzuola dal letto che Fawler ci aveva preparato. Quando furono a terra, inizió ad annodarle assieme.
<<Non lo sono, infatti>> rispose <<Ma preferirei morire nel mio letto. Grasso, ricco e tra le cosce della donna giusta.>>
Arrossii senza volere e se ne accorse, ma fu un gentiluomo e per una volta non me lo fece notare. Lo aiutai a fissare le lenzuola ad uno dei piedi del letto, che spostammo con fatica verso la finestra e quando fu tutto pronto le calammo all’esterno.
Sporgendoci, notammo che il tessuto arrivava a qualche metro dal terreno sabbioso. Sarebbe bastato avere tanto coraggio da saltare e poi avremmo dovuto farci strada tra gli arbusti secchi e correre sino alla spiaggia. Da lì, solo qualche bracciata a nuoto ci avrebbe divisi dalla Ace of Spades.
<<Temete l’altezza, Miss?>> chiese, mentre saliva con i piedi sul davanzale.
Oh, la temevo eccome! Ma non gli avrei dato la soddisfazione.
<<Niente affatto, Capitano.>>
Sorrise mentre si voltava e piantava i piedi contro il muro esterno della casa per poi calarsi in basso, tenendosi alle lenzuola. Osservai il nodo che assicurava la stoffa al letto e quando fui certa che avrebbe retto anche il mio peso, mi calai anche io.
Avevo le mani umidicce ed il sudore provocato dalla paura mi bagnava la fronte. Mi concentrai sulla corda di stoffa ed evitai di guardare in basso o di pensare a cosa sarebbe potuto accadere se King Abe ci avesse scoperti. Continuai a scendere per qualche metro, finchè le mie gambe nude sotto la gonna sentirono che la stoffa era terminata e che da lì avrei solo dovuto saltare.
Indugiai qualche secondo e provai a fare respiri profondi, ascoltando il rumore della risacca.
<<Vi conviene saltare senza pensarci tanto,Miss Morgan.>> consigliò Dasmond <<Ma se volete restare appesa lì, andrò avanti a godermi il panorama.>>
Che cosa? Quel bastardo stava davvero spiando sotto il mio vestito?
Quando mi sporsi di lato per osservarlo, lo ritrovai a fissare il mio sedere con aria compiaciuta. Presi coraggio, lasciai la corda e in un secondo mi ritrovai con le natiche indolenzite per lo schianto con la sabbia.
Dasmond scoppiò a ridere e mi tese subito la mano per aiutarmi.
<<Siete un maiale.>> lo insultai, mentre mi rimettevo in piedi.
Con poca forza mi tiró verso di se e quando fu a poca distanza dal mio viso, sorrise: <<Ma un maiale attraente, spero.>>
Mentre i suoi occhi scrutavano i miei, sentii le gambe tremare ed una scossa attraversare la mia schiena.
Si scostó appena in tempo. Un attimo ancora e…
<<Sarà meglio muoverci.>>
Iniziammo a correre verso la spiaggia, fino a quando Dasmond non fece cenno di fermarci. Ci nascondemmo dietro agli arbusti secchi che ricoprivano una piccola d'una di sabbia ed osservammo ció che accadeva poco lontano.
<<Grazie a Dio!>> esclamai <<La nave del re si sta allontanando.>>
Ed era vero: il fatto che gli uomini del rese ne stessero andando senza aver arrestato me e Dasmond era di certo un'ottima notizia. Ma ora Benedict, stava puntando la torcia infuocata verso Fawler e stava indicando il suo collo con sguardo allarmato. E questo poteva voler dire solo che stavamo per essere di nuovo nei guai.
Fawler si infurió, gesticoló animatamente ed osservó la fortezza.
<<Dannazione, lo ha capito!>> ringhió Dasmond.
Benedict ed il suo Capitano si incamminarono a passo svelto verso l'edificio ed io capii che sarebbe stato questione di pochi minuti prima che salissero nella nostra stanza e scoprissero che eravamo fuggiti.
<<Ci serve un piano.>> osservai.
<<No, ci serve nuotare. E alla svelta!>>
Mi afferró la mano e mi trascinó con sé. Corremmo nella sabbia fino a raggiungere la riva del mare, ancora leggermente mosso. Piantai i piedi a terra e mi fermai: <<Non riusciró mai a nuotare con questo vestito.>>
Dasmond si voltó verso di me, la luce della luna alle mie spalle illuminava il suo volto.
Il suo sguardo si fece serio mentre si chinava in avanti ed estraeva il pugnale dal suo stivale.
Soltanto in quel momento ricordai che, per la fretta, aveva lasciato la sua spada e la sua pistola nella sala da pranzo di Fawler.
<<Che volete fare con quello?>> domandai indietreggiando, mentre lui veniva verso di me.
Mi afferró per un braccio e con un gesto deciso taglió i lacci del mio corsetto.
<<Togliete quest'ingombro, sbrigatevi.>> mi ordinó.
<<Che cosa? Vi aspettate che nuoti fino alla nave con addosso solo una sottoveste?>>
<<Avete paura che i pesci scorgano le vostre grazie?>> scherzó.
<<Congeleró.>>
Tornó ad essere serió e strattonandomi mi attiró di nuovo a se: <<L'alternativa é rimanere qui e diventare la puttana di Fawler. E per quanto quel vostro becco parlante mi dia noia, odierei pensarvi tra le mani di quell'idiota arrogante.>>
Aveva ragione, rimanere su quell'isola era fuori discussione. Diedi due strattoni decisi alle maniche del vestito e lo levai, rimanendo con addosso la mia sottoveste.
Lo sguardo di Dasmond si addolcì mentre mi guardava coprirmi come potevo per la vergogna. Si voltó, come a volermi concedere spazio e si gettó in acqua. Lo seguii e con mia enorme sorpresa, non trovai l'acqua così fredda ed inospitale come pensavo.
Inziai a nuotare come mi aveva insegnato mio padre, seguendo con lo sguardo le fioche luci che arrivavano dalle lanterne sulla nave di Hoacks.
Quando fummo abbastanza vicino, Dasmond inizió a gridare per attirare l'attenzione dei suoi uomini. E quando Martin si accorse di noi, caló velocemente una fune, per permetterci di tornare a bordo.
A piedi nudi e con la stoffa che gocciolava sulle assi in legno, mi sentii improvvisamente esposta, come una torta in vetrina e di fronte a me, una dozzina di uomini affamati mi guardava, con una voglia matta di assaggiarmi.
Mentre io coprivo come meglio potevo le mie forme, Dasmond si strizzó la camicia e corse da Ruston: <<Levate l'àncora più in fretta che potete.>>
Qualche istante più tardi eravamo in mare aperto e Fawler, ormai a miglia di distanza, non era più un pericolo.Nell'alloggio del Capitano ed ormai asciutta, osservai il medaglione che avevamo rubato.
Su di un lato era incisa la parola: 'DELLA' .
<<Siete quasi asciutta.>> la voce profonda di Dasmond risuonó nella stanza. Si chiuse la porta alle spalle e venne verso di me.
<<Domattina attraccheremo e vi compreró un vestito nuovo.>>
<<Grazie.>> risposi. E non solo per la sua promessa, ma anche per la galanteria con la quale evitava accuratamente di guardarmi, sapendo quanto fossi in imbarazzo.
<<Il medaglione dice solo 'DELLA'. >> riferii.
Lo prese dalle mie mani ed il suo tocco mi diede di nuovo un piccolo brivido.
Poggió il gioiello sulla sua scrivania e tornó a guardarmi negli occhi.
La fiamma nella lanterna oscilló un poco.
La nave era silenziosa. Nemmeno il mare sembrava voler interrompere quell'istante.
Prese il mio viso minuto tra le sue mani enormi e si avvicinó.
<<Capitano, io… >> fu tutto quello che riuscii a dire, prima che le sue labbra divorassero le mie.
Mi stava baciando.
Contro ogni aspettativa, quell'uomo mi stava baciando. Ed io - con una passione che non pensavo di avere - stavo baciando lui.
Nonostante non avessi dato che un paio di baci in vita mia, le mie labbra si schiusero in automatico, accogliendo la lingua di Dasmond nella mia bocca.
Le sue mani premevano il mio viso contro il suo, come se desiderasse scomparirci dentro. Come se volesse rubarmi il fiato per respirare.
Mi lasciai trasportare dalla situazione e portai una mano sulla sua guancia, mentre le sue scivolavano lungo i miei fianchi.
Premette il mio bacino contro il suo e nonostante la mia totale inesperienza, capii che stava per esplodere per la voglia che aveva di me.
<<Vostro marito vi tocca così?>> ringhió sul mio collo. E in quell'istante, la dura realtà mi schiaffeggió, svegliandomi da quel bellissimo sogno.
Ero vergine.
Nessun'uomo mi aveva mai sciupata.
<<Io… >> mi allontanai da lui e fu come se mi avessero levato il respiro.
<<Mio marito non mi ha mai toccata, Capitano.>> dissi guardando in basso.
<<Che volete dire?>>
<<Voglio dire… Che il nostro matrimonio non é mai stato consumato.>>
Il suo sguardó cambió.
Come il cielo che si oscura durante un temporale, anche i suoi occhi si fecero cupi.
<<Mi state dicendo che siete… >>
<<Sì, Capitano. Sono ancora vergine.>> confessai piena di imbarazzo.
Anche Dasmond si allontanó da me, si sfioró le labbra con le dita, fissando un punto sul pavimento.
Non riusciva nemmeno a guardarmi in faccia?
Mi avvicinai di poco e feci per toccarlo ma si scostó:<<Dormiró con Ruston questa notte.>> sputó fuori. Camminó verso la porta e prima di uscire si fermó, senza voltarsi.
<<Buonanotte.>> disse freddamente, prima di scomparire e lasciarmi sola con la mia umiliazione.
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ACE OF SPADES - VM18
ChickLitÈ il 1726 quando il Capitano Dasmond Hoacks decide di abbordare una piccola nave mercantile a largo della Giamaica. Su quella nave sono soltanto in due: Rudolph Morgan e la figlia Adrianna. Dasmond, la desidera dal primo istante e la rapisce per por...