19.

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Le strade di Nassau, anche a quell'ora della notte, brulicavano di persone. Proseguimmo per la strada principale fin quando Dasmond non si infilò in un vicolo stretto e maleodorante. Passammo di fianco ad un uomo barbuto che mi squadrò da capo a piedi dandomi i brividi e quando arrivammo di fornte ad una donna che era chiaramente una prostituta, Dasmond finalmente si fermò.
<<Che ci fa il Capitano Hoacks da queste parti?>> domandò, imitando una posa seducente. <<Pensavo che preferiste la compagnia delle ragazze di Daphne.>>
<<Lucy è occupata?>>
<<Lucy non scopa con gli uomini di Daphne.>>
Osservai il viso di Dasmond cambiare e diventare più oscuro e quando lo vidi scattare verso la prostituta ed afferrarla per la gola, capii che per quel giorno, aveva decisamente esaurito la pazienza.
<<Che ne dici di quest'altra domanda, allora?>> ringhiò a pochi centimetri dal suo viso. <<Dov'è Monaghan?>>
Il viso della puttana era arrossato e gonfio per la pressione che Dasmond stava esercitando sulla sua gola, così decisi di poggiare una mano sulla sua spalla per riportarlo alla realtà e non fargli perdere del tutto il senno.
Si calmò non appena sentì il mio tocco sulla pelle, quasi avessi fatto una magia.
<<Portatemi da Monaghan. SUBITO.>>
<<Lei non può entrare.>> disse indicandomi con gli occhi.
<<Lei è con me.>> rispose secco.
<<Intendevo...>> provò a correggersi <<Che non è il posto adatto ad una Miss.>> concluse. Poi accennò un inchino e si massaggiò il collo.
<<Vi garantisco che non sono facilmente impressionabile.>> le risposi. E nonostante fosse terrorizzata da Hoacks e visbilmente irritata dalla mia presenza, alzò le spalle, si arrese ed eseguì l'ordine di Hoacks, facendosi seguire all'interno di quello che ipotizzai fosse il bordello rivale di quello di Daphne.
L'enorme stanza all'entrata, dalle pareti ingiallite, era piena di persone che per la maggiorparte erano uomini di ogni età, che si muovevano al ritmo della musica dei due violinisti. Le candele del lampadario e alle pareti erano consumate e la luce nella stanza era poca. Ed avrei voluto che fosse ancora più fioca quando ci muovemmo verso un'altra stanza e vidi che cosa stava succedendo.
Alla nostra sinistra, due donne mulatte e praticamente nude si stavano baciando, mentre un uomo palesemente ubriaco e dall'aria aristocratica si toccava, ricordandomi quello che avevo fatto aa Dasmond poche ore prima.
Più in là, una coppia stava scopando contro la parete emettendo così tanto chiasso che nemmeno il violino riusciva a coprirlo. Una donna, in fondo alla stanza, era inginocchiata di fronte ad un uomo, come se lo stesse pregando. Ma lui non l'ascoltava. Aveva la testa piegata all'indietro, contro il muro sporco ed i denti digrignati, mentre ansimava e diceva cose che- per mie fortuna- non riuscii a sentire.
Mentre seguivamo la prostituta di Lucy, mi alzai in punta di piedi e mi avvicinai all'orecchio di Dasmond:<<Che stanno facendo quei due?>> chiesi, indicando la donna inginocchiata. Alzò un angolo della bocca e si massaggiò il collo.
<<Glielo sta succhiando, Addy.>>
Succhiando? Ma cos...
Poi, quando realizzai, il mio volto andò in fiamme e non fui in grado di pensare a nient'altro.
<<Dio, quanto vorrei che fossimo al loro posto in questo istante.>> disse, prima di passarmi davanti e proseguire. Ringraziai che non potesse vedere quanto fossi diventata rossa e soprattutto che non potesse capire dai miei occhi quanto le sue parole avessero acceso il mio basso ventre come braci ardenti.
Prima di passare alla stanza successiva diedi un ultimo sguardo alla donna in ginocchio e mi si fermò il cuore al pensiero che un giorno avrei fatto la stessa cosa con Dasmond.
La stanza in cui entrammo era vuota, alcune ragazze semi-nude erano sedute sui primi gradini di una scalinata che portava al piano di sopra e si stavano spalmando addosso oli profumati che sapevano di fiori.
<<E' qui sopra.>> disse la donna di Lucy <<Prima porta a destra.>>
<<E' con qualcuno?>> domandò Dasmond.
<<Non ancora. Voleva prima farsi un bagno e cenare.>>
Hoacks non salutò e salì le scale, mentre io, con il cuore in gola, lo seguivo restando qualche passo indietro.
Non sapevo chi fosse questo Monaghan, ma se davvero era l'unico ad essere uscito vivo dall'isola di cui mi aveva parlato Dasmond, di certo non doveva essere una persona piacevole.
Avevo il timore di incontrarlo e soprattutto avevo paura che lo incontrasse Hoacks. Già una volta aveva provato ad ucciderlo e nonostante non conoscessi il motivo del loro astio, provai comunque un'irrefrenabile preoccupazione ed un'irrazionale voglia di difenderlo a qualunque costo.
Arrivati di fronte ad una spessa porta in legno, Dasmond bussò ed entrambi rimanemmo in attesa. La porta si aprì dopo qualche istante.
<<Sbaglio o avevo detto che non volevo essere disturb...>>
Di fronte a noi comparve quello che doveva essere Monaghan ed io rimasi pietrificata per la sorpresa.
Non era affatto come me lo ero immaginata: nella mia testa era basso, robusto, vecchio e viscido. Ma la realtà superava di gran lunga le mie aspettative.
Di fronte a noi c'era la silouette slanciata di un uomo alto e con un fisico asciutto ed atletico, che mise in mostra decidendo di aprire la porta senza camicia e con solo dei pantaloni di pelle scura addosso.
La sua pelle era abbronzata e coperta qua e là da tatuaggi che richiamavano strani disegni tribali. I suoi occhi erano verdi quanto una foresta incontaminata e perfettamente in tono con il colore dei suoi capelli lisci, corti e color tabacco.
La mascella suqadrata, la fronte alta e le labbra sottili gli donavano un viso praticamente perfetto, se non fosse per una cicatrice che partiva dall'angolo del suo sopracciglio e proseguiva in obliquo sul suo volto, passando per il dorso del naso e finiva appena prima del suo zigomo alto e pronunciato. Mai visto un viso così pulito per un pirata.
<<Dasmond Darren Hoacks.>> si limitò a dire, fissandolo in cagnesco, senza degnarmi di un solo sguardo. E così era quello il suo nome completo?
<<Vincent.>>
Ecco un'altra informazione da immagazzinare: il nome dell'attraente pirata di fronte a me era Vincent Monaghan.
<<Che diavolo ci fai alla mia porta?>> domandò. Poi, come per magia si accorse della mia presenza e mi squadrò velocemente da capo a piedi. Uno sguardo così pesante da percepirlo sulla pelle.
<<Pagarmi una puttana non ti farà perdonare, sappilo.>> disse poi, allungando una mano verso la mia spalla. <<Ma è un inizio.>>
Feci un passo indietro prima che potesse toccarmi:<<Siete un maleducato, Signor Mo->>
<<Capitano!>> mi corresse.
<<Capitano Monaghan.>> dissi nuovamente <<E se oserete ancora darmi della puttana, vi strapperò l'uccello e ve lo farò servire da Lucy per colazione.>>
Notai con la coda dell'occhio lo sguardo compiaciuto e tuttavia sorpreso di Dasmond, che di certo non si aspettava che dalla mia bocca uscissero certe volgarità.
D'altra parte era una novità anche per me. Fino a qualche mese fa, non avrei avuto mai il coraggio di parlare così ad un uomo, per altro di quella stazza.
Vincent mi sorrise e si appoggio alla porta a braccia conserte. Ero certa che avrebbe potuto uccidermi con la facilità con cui beveva un bicchiere di vino, ma non fece nulla e nemmeno mi rispose.
<<Che cosa vuoi, Hoacks?>>
<<Abbiamo una proposta da farti, Vincent.>>
<<Abbiamo?>> domandò perprlesso, squadrandomi di nuovo <<E' proprio vero che i tempi sono cambiati allora. Ora si fanno affari anche con le donne?>>
Non dissi nulla per non rovinare l'unica chance che forse avevamo di farci aiutare da lui.
<<Allora?>>
Vincent ci pensò un pò su:<<Nah! Dasmond Hoacks non si disturberebbe a venire a cercarmi solo per propormi qualcosa.>> lo  osservò in volto.
<<Tu hai bisogno di aiuto, non è così?>>
Dasmond sbuffò e mise da parte l'orgoglio per una causa più grande:<<Anche.>>
<<Signorina, giusto?>> chiese Vincent, dopo qualche istante in silenzio. Le labbra incurvate in un sorriso malizioso e tuttavia terrorizzante. <<Sei sua?>> domandò infine, indicando Dasmond con un cenno.
Non sapevo che cosa rispondere. Quella domanda arrivava forse nel migliore e nel peggiore momento di tutti.
Certo, io e Hoacks avevamo condiviso quel momento intimo, la tensione tra noi era cresciuta parecchio ed anche ciò che provavo per lui era mutato notevolmente in quegli ultimi giorni. Ma il cuore di una donna è così ingannevole certe volte, che per il momento non volli sbilanciarmi.
Così decisi di restare sul vago:<<Non sono un oggetto, signor Monaghan. Non mi si può spostare qua e là per la casa, sfoggiandomi di fronte agli ospiti.>>
Stava per dire qualcosa ma Dasmond fu pù svelto:<<Lascia perdere la ragazza, Vincent. Pensiamo agli affari, ti va?>>
Mi osservò qualche secondo, poi tornò da Hoacks:<<L'ultima volta che ti ho visto stavi scappando come un codardo dalla mia nave e adesso pensi davvero che voglia fare affari con te?>>
<<Senti almeno cos'ho da dire!>>
<<Non ci penso nemmeno, Dasmond.>> rispose <<Tuttavia, la ragazza se vuole può entrare.>>
<<Che cosa?>> domandò sorpreso <<Non ho alcuna intenzione di lasciarla da sola con te.>>
<<Quindi è come dicevo.>> affermò, guardandomi <<Sei sua.>>
Si tirò su i pantaloni e si fece da parte:<<Parlerò solo con lei e solo quando saremo soli.>> disse poi.
<<Attento, Vincent. La mia pazienza ha un limite.>>
<<Questi sono i termini, Hoacks. Predere o lasciare.>> ribattè.
<<Vi lascio qualche istante per decidere mentre vado a pisciare.>>
Chiuse la porta alle sue spalle e nonappena rimanemmo soli, afferrai la mano di Dasmond.
<<Si può sapere che diavolo gli avete fatto?>>
<<Non sono affari tuoi, Addy.>>
<<Sì che lo sono.>> risposi <<E' con me che vuole parlare.>>
<<Di questo non devi preoccuparti. Non ti lascerò mai sola con quel ratto di fogna.>>
<<L'avete sentito? E' l'unico modo per fare che ci ascolti.>>
<<E' fuori discussione, Adrianna. Troveremo un altro modo.>>
<<Ma è questo il modo più semplice, Dasmond.>>
Si massaggiò le tempie sudate e sospirò:<<Lo sta facendo apposta, Addy. Ha capito quanto tengo a te e vuole indispettirmi.>>
Quanto tengo a te...
Fu tutto ciò che sentii della sua ultima frase. Senza pensarci troppo, mi spostai di fronte a lui e gli presi il viso tra le mani.
<<Se tenete a me, allora sapete anche il valore che ha questo tesoro per me. Per voi sono rotte verso chili d'oro, ma per me sono un modo per sentire di nuovo mio padre vicino, per finire ciò che aveva iniziato.>>
<<Lo so.>> rispose, posando le sue mani sulle mie <<E so anche che siete tanto testarda che non riuscirò mai ad impedirvi di entrare lì dentro.>> indicò la stanza di Monaghan. <<Ma è proprio per questo che mi piacete. Non siete come le altre donne.>>
Guardai in basso per nascondere il rossore sul mio viso, ma lui posò due dita sotto il mio mento obbligandomi a guardarlo.
<<Non dargli troppi dettagli e se fa domande, rimani vaga. E prendi questo.>> estrasse il suo pugnale dallo stivale e me lo porse.
<<C'è altro, Capitano?>> domandai, nascondendo l'arma ricevuta sotto al vestito.
<<Sì, in effetti.>> rispose. Poi, all'improvviso e con un'urgenza che mi fece tremare le ginocchia, mi baciò. <<Non farti uccidere, con quella tua lingua tagliente.>> aggiunse, quando si staccò dalle mie labbra.
Sentimmo la porta aprirsi ma nessuno dei due si staccò dall'altro.
<<Avete deciso, signori?>> chiese, con un sorrisetto arrogante.
Senza dire nulla gli passai accanto e con una leggera spinta entrai nella sua stanza. Mi voltai e lui sorrise vittorioso.
<<Sarà divertente.>> sussurrò, più a se stesso che a me. Poi si voltò verso Dasmond, si sporse verso la cassettiera dietro la porta, prese il suo vaso da notte e glielo porse.
<<Perchè nel frattempo, non vai a svuotare questo?>>
Dasmond fece un respiro profondo per non cedere all'istinto di afferrarlo per il collo e strangolarlo proprio lì sull'uscio.
Appoggiò il vaso da notte a terra e lanciò a Vincent  uno sguardo che avrebbe potuto uccidere.
Si rivolse a me:<<Sono qui fuori se hai bisogno.>> poi si avvicinò a Vincent e disse qualcosa al suo orecchio, ma abbastanza forte perchè riuscissi a sentirlo anche io.
<<Torcile un capello e ti garantisco che nemmeno Poseidone in persona verrà a riprenderti nel buco profondo in cui getterò il tuo corpo morto.>>
Non potevo vedere l'espressione di Vincent, ma ero quasi certa che stesse sorridendo compiaciuto.
<<Buona serata, Hoacks.>> disse, prima di chiudere la porta a chiave.
Ora ero sola.

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