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Paradossalmente, nell'alloggio del capitano il clima era di poco più fresco, ma non per questo meno umido.
Era buffo: avevo fatto di tutto per scappare dalle grinfie di mio marito, ed ora mi ritrovavo messa di nuovo in un angolo, ma sta volta da un intera ciurma di uomini viscidi e schifosi.
La stanza era spaziosa ed ordinata, per essere di un uomo, di un pirata. Fiocamente illuminata da qualche candela e piena di strani oggetti ornamentali, probabilmente frutto del suo depredare ed abbordare.
Ero seduta di fronte alla sua scrivania ed avevo i polsi legati ai braccioli della sedia. Il cuore mi galoppava nel petto ed il respiro mi veniva meno ogni volta che sentivo dei passi avvicinarsi.
Non era la prima volta che venivo presa in ostaggio, legata e minacciata da un gruppo di pirati. Parecchi anni prima, mi avevano fatta prigioniera, sulla nave di mio padre ed ancor prima su di un galeone della marina, mi ero ritrovata sola ed inerme durante una battaglia con una nave che batteva bandiera nera. Si poteva dire che avevo affrontato parecchie avventure, per essere una donna, eppure ne ero sempre uscita indenne. Ora invece, tremavo alla sola idea di quello che avrebbero potuto farmi, se mi avessero scoperta.
Avevo sentito solo nominare questo Docks e nonostante non sapessi nulla di lui, mi incuteva timore già il solo modo in cui la gente lo venerava. Era ovvio che fosse un uomo famoso tra i pirati - perché quelli ERANO pirati -  e che molti lo temessero, oltre ad idolatrarlo.
Avvertii dei passi e deglutii nervosamente. Ero riuscita per grazia ricevuta a prendere in giro i due tizi di colore, ma non sarei riuscita a far fesso il capitano.
<<È lui?>> chiese una voce alle mie spalle, riferendosi palesemente a me. Non ebbi il coraggio di voltarmi.
'Resta calma, Morgan!'
<<Si, Capitano>> rispose <<Lo abbiamo trovato nella stiva, ha ferito il vecchio Guck alla testa.>>
<<È la verità?>> mi chiese. Fui felice che fosse dietro di me, non dovendolo guardare in faccia, sarebbe stato più semplice mentire.
<<Mi sono solo difeso>> risposi a voce bassa <<Ma gran parte del danno lo aveva già fatto lui con il rum.>>
Arrivati a quel punto potevo solo essere onesta...Più o meno.
<<Quanti anni avete?>>
<<Ventotto.>> mentii.
<<Sapete che si rischia l'esecuzione, quando si sale su una nave senza permesso?>>
Non risposi. Meno avrei parlato e meno avrei rischiato di essere beccata. Il cuore mi martellava talmente forte nel petto che per un attimo pensai potesse udirlo.
<<Chi vi manda? Fintch? Bounts? Chi?>>
Chi diavolo era tutta quella gente? Ce l'avevano tutti con lui? Non doveva essere molto simpatico allora.
<<Cosa stavate cercando sulla mia nave?>>
Che cosa avrei potuto dire se non la verità?
<<Non conosco nessuna di queste persone, Capitano.>>
<<E vi aspettate che ci creda?>>
Lo sentii girarmi attorno, poi passarmi da parte ed infine lo ebbi davanti.
'Merda!'
Più che un uomo sembrava un armadio per quanto era alto e la sua voce cupa e roca, rispecchiava esattamente il suo aspetto.
Aveva un viso famigliare, dai lineamenti marcati e mascolini. Due occhi azzurri e sottili, un filo di barba e lunghi capelli scuri, semi raccolti, con ciocche intrecciate qua e la.
Il cappotto, gli stava quasi stretto ed anche sotto il cuoio, riuscii ad intravedere un fisico asciutto e scolpito. Nonostante la vita da pirata gli conferisse più anni di quelli che aveva davvero, capii che non doveva avere più di trent'anni. Nel complesso, se non fosse che mi teneva in pugno e che probabilmente mi avrebbe uccisa entro l'alba, lo avrei trovato un uomo affascinante e di bell'aspetto.
I suoi occhi azzurri mi squadrarono da capo a piedi ed io smisi per qualche secondo di respirare, come se la cosa potesse rendermi più maschio.
Piegò la testa di lato:<<Perchè siete qui allora?>>
<<Io…>>
'Coraggio Morgan...Inventa!'
<<Stavo scappando.>>
<<Scappavate? Da cosa?>>
<<Vedete, io ero alla taverna due sere fa e...Ho scommesso ai dadi più del dovuto.>>
'Non ce l'avevi una migliore, Addy?'
<<E quando è arrivata l'ora di pagare, mi sono trovato in difficoltà e sono scappato.>>
<<E siete finito proprio sulla mia nave?>>
<<La vostra o un'altra non faceva differenza, Signore...L'importante era nascondermi.>> abbassai la testa perché il cappello nascondesse di più il viso.
<<Non sapevo steste partendo. Avevo bevuto troppo rum e mi sono addormentato. Quando ho aperto gli occhi, eravamo già in rotta.>>
<<In rotta.>> ripeté il capitano, enigmatico, poggiando la punta delle dita alla scrivania <<Senti, senti...Qui qualcuno conosce il linguaggio di mare.>>
<<Sei un marinaio?>> mi chiese uno dei dei tirapiedi dietro di me, spintonandomi.
<<Io...Lo sono stato per qualche anno.>> continuai con le mie mezze verità. <<Potrei forse tornarvi utile in qualche modo?>>
<<Come vedete ho già una ciurma.>> rispose Docks <<Sempre se non seguiterete ad infortunare i miei uomini.>>
<<Vi prego, Capitano...So di aver sbagliato, ma lasciatemi rimediare in qualche maniera. Scenderò al primo attracco, ve lo prometto.>>
Docks mi lanciò uno sguardo glaciale. Poi si ammansì un poco e si sedette.
<<Ebbene…>> si schiarì la voce <<Sei fortunato ragazzo. Sei capitato in un buon momento e mi sento buono. Ma sia chiaro: quando partiremo da Nassau dovrai esserti dileguato.>>
<<Certamente>> sorrisi senza mostrare i denti troppo curati per un uomo di mare.
<<E dovrai scusarti con il povero Guck.>>
<<Consideratelo già fatto.>>
Tirai un sospiro di sollievo e notai un cenno diretto ai due scimmioni.
<<Lasciateci soli, parleremo dei compiti che lo attendono.>>
<<Ne è sicuro, Signore?>>
Il capitano mi fissò incurvando le labbra:<<Oh, sono sicuro di poterlo gestire.>> rispose, gli occhi una fessura tagliente <<È tutto, potete andare.>>
Non mi voltai nemmeno. Un pò impaurita ed un pò ferita nell'orgoglio, mantenni lo sguardo basso. Sapevo battermi bene con al spada, mio padre mi aveva insegnato ogni trucco o mossa per vincere un duello al meglio. Il fatto che mi sottovalutasse in quel modo mi irritò parecchio, ma ovviamente dovetti placare l'orgoglio e mantenere le distanze.
Quando fummo soli Docks si alzò di nuovo, si tolse il cappotto e lo poggio allo schienale. Poi iniziò a vagare per la stanza, alla ricerca di chissà cosa.
Cercò un pò tra i suoi libri e poi in un vecchio baule accanto alla scrivania.
<<E così conosci il mare.>> disse assorto <<E racconti bugie.>>
Si accovacciò a cercare in un cassetto chiuso a chiave.
<<Saresti un pirata perfetto.>>
Feci per rispondergli, ma le parole mi morirono in gola quando mi precedette.
<<Se non fosse che sei una donna.>>
'Una donna...'
Ogni minuscola, lontana, cellula del mio corpo andò in panico ed il mio cervello si spense, senza più essere di aiuto.
Mi aveva beccata.
Mi aveva beccata ed ora non avrei più avuto alcuna possibilità di uscire viva da li.
In pochi secondi mi passarono per la testa miliardi di idee e possibili soluzioni, ma nemmeno una che fosse degna di nota.
Doveva averlo capito sin dall’inizio, quando mi aveva squadrata. Eppure non aveva detto nulla, poteva essere un buon segno? Piantai le unghie nel legno dei braccioli per non piangere.
'O forse non ha detto nulla perchè non vuole dividermi con altri'
Improvvisamente, la sedia alla quale ero legata iniziò quasi a scottare, ma se c'era una cosa che avevo imparato da mio padre, era mantenere la calma anche nei momenti più brutti.
'Nega, Morgan, continua a negare!'
<<Perdonate, cosa avete detto?>>
<<Vuoi ancora giocare? Ti diverti?>> chiese assorto, mentre poggiava la spada sulla scrivania e tirava fuori dei fogli di carta dal cassetto.
Aveva senso negare ancora? Volere a tutti i costi andare avanti a mentire? Si, se volevo vivere.
<<Capitano, non so di cosa stiate par…>>
Fu questione di un attimo. Afferrò la spada che aveva riposto e me la puntò alla gola.
<<Statemi a sentire ragazzina, io sono un uomo paziente, molto paziente>> strinse le dita attorno all'impugnatura. <<Ma non sopporto quando la gente pensa di fottermi.>>
Era finita. Mentire oltre sarebbe stato inutile.
<<Perciò ora avete due possibilità: dirmi la verità e sperare di uscire viva da qui, oppure continuare la vostra ridicola scenetta...E uscire di qui a fettine.>>
Sospirai rassegnata.
<<È vero.>> gettai la spugna <<Sono una donna.>>
<<Questo l'ho capito da un pò. Continuate. Perchè siete qui?>>
<<Quando ho detto che stavo scappando, dicevo la verità>> guardai in basso imbarazzata <<Ma scappo da mio marito, a dirla tutta.>>
<<Da vostro marito? E perchè mai?>> mi si avvicinò ed estrasse un piccolo coltello dallo stivale. Mi irrigidii all'istante.
<<Calmatevi, voglio solo liberarvi i polsi.>>
'Oh...'
<<Allora? Volete dirmi che vi ha fatto vostro marito?>>
<<Lui...Mi piacchiava.>> mi massaggiai i polsi <<Tutti i giorni, fino quasi a farmi perdere i sensi.>>
<<Bhe, non è di certo un uomo per bene.>> rispose lui <<Posso chiedervi per quale ragione?>>
<<Esiste forse una buona ragione per prendere una donna a schiaffi, Capitano?>>
Fece il giro di nuovo e si sedette appoggiando gli stivali sporchi alla scrivania. Le sue iridi azzurre cercarono le mie.
<<Ci sono parecchie situazioni in cui qualche schiaffo può rivelarsi...Eccitante>> disse sornione.
Faceva sul serio?
'Che schifo!'
<<Bhe, posso garantirvi che i suoi scopi non erano quelli e che non troverei mai eccitante una cosa del genere.>>
<<Ebbene, avete ragione su vostro marito. Se davvero vi tratta in questo modo, è un uomo ignobile.>> rimise i piedi a terra e si sporse in avanti, poggiando i gomiti al legno.
<<Quanto alla questione degli schiaffi, sono disposto a farvi cambiare idea quando volete.>> mi strizzò l'occhio e sorrise viscido.
<<Come vi chiamate?>>
<<Charlotte>> sapevo che mentire era sbagliato, ma meno gli avrei detto sul mio conto e meglio sarebbe stato.
<<Bene Charlotte, ecco cosa faremo>> venne verso di me afferrando la pistola dalla sua cintura.
<<Ora sparerò un colpo in aria e quando i due gorilla di prima mi chiederanno dell'accaduto, dirò di avervi ucciso e di aver gettato il vostro corpo in mare.>>
<<M-Ma...Non lo farete sul serio, giusto?>>
<<Vi terrò nascosta qui per le prossime ventiquattro ore.>> osservo la mia espressione preoccupata <<Non preoccupatevi, vi porterò cibo ed acqua e vi garantisco che nessuno della mia ciurma vi toccherà con un dito.>>
Davvero lo avrebbe fatto? Era un brav'uomo, dunque?
<<Tra un giorno attraccheremo a Nassau. Come ho detto al vostro alter ego maschile, vi voglio fuori dalla mia nave per quando riparto.>>
<<E così...Mi lascerete andare? Senza punirmi?>>
<<Se preferite posso sempre tenervi qui>> una ciocca di capelli scivolò lungo il suo zigomo tagliente <<Sono certo che i lunghi mesi in mare, sarebbero meno noiosi, tra le cosce della donna giusta.>> sorrise, viscido e trasognato.
Il suo fare sgrezzo e per nulla di buon gusto mi irritarono. Tuttavia, non potei negare, che ad una piccola e remota parte del mio cervello, quelle parole suonarono quasi invitanti.
<<Ma ritengo che un marito come il vostro, sia già una punizione sufficiente.>> scostò i capelli dal viso <<Come vi ho detto sono di buon umore, sto per partire per un avventura che spero mi farà diventare più ricco di sua maestà e non voglio donne a bordo.>> rimise il coltello nello stivale <<I miei uomini devono restare concentrati.>>
<<Vi ringrazio, dunque.>> mi alzai e mi avvicinai a lui, tendendogli la mano <<Siete un brav'uomo, Capitano.>>
Mi guardò piegando la testa di lato, enigmatico, come se stesso cercando di ricordare qualcosa.
<<Me l'hanno già detto, in passato.>> disse con malinconia <<Ma non ci ho mai creduto.>>
<<E' la verità.>> lo vidi fissare il pavimento, incerto <<Lo siete davvero.>>aggiunsi poi.
Mi afferrò per un braccio e mi costrinse ad ascoltarlo, avvicinando le labbra al mio orecchio:<< Ve lo ripeto Miss...Non sono solito fare questo genere di favori.>> il suo fiato caldo mi solleticò l’orecchio <<In un'altra occasione vi avrei già trovato uno scopo più che degno nel mio alloggio. State zitta adesso.>> sentenziò. Poi alzò in aria la pistola e sparò un colpo. La pistola fumò e tutta la nave tacque.
<<Ecco fatto, Miss...Ora siete ufficialmente un uomo morto.>>

ACE OF SPADES - VM18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora