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Giovedì, 26 Marzo 1733 - Da qualche parte a sud della Giamaica

Io e Vincent eravamo seduti su quegli scomodi scranni in legno ormai da mezz'ora e di Hoacks non avevamo ancora visto nemmeno l'ombra. Ruston ci aveva detto che stava discutendo di una cosa importante con Kitt riguardo dei barili mancanti nella stiva e che sarebbe arrivato da noi al più presto. Poi si era seduto alla scrivania del suo capitano a scrivere non si sa cosa sul diario di bordo. Probabilmente, pensai, era un modo come un altro per evitare un contatto di qualsiasi tipo con l'uomo che aveva tradito anni prima.

Sentivo l'agitazione di Vincent mentre lo osservava scrivere con la sua penna, sul suo diario e sulla sua nave. Se avesse potuto - ne ero certa - lo avrebbe preso per il collo e gli avrebbe fatto fare la stessa fine di Guillermo ed Harold. E Dio solo sa quanto mi sarebbe piaciuto gustarmi la scena.
Sentii il tonfo degli stivali di Dasmond a poca distanza e mi irrigidii. Volevo tenerlo a distanza più che potevo dopo quello che Vincent mi aveva rivelato e sapevo che il solo sentire la sua voce mi avrebbe fatto venire voglia di ucciderlo.
Quando Dasmond entrò nella stanza mi voltai verso Vincent e lo trovai stranamente calmo per essere uno che aveva appena ucciso due uomini, tra cui vi era uno dei più temuti pirati dei Caraibi.
<<Perdonatemi. C'era una questione della massima urgenza da risolvere.>>
<<Guai in paradiso, Docks?>> lo punzecchiò.
<<Probabilmente un ladro nella ciurma.>> rispose pigramente, sedendosi.
Vince rise sotto i baffi: <<Come ci si sente ad essere traditi dai propri uomini?>> chiese poi, guardando volutamente verso Jack.
<<Non lo so, Monaghan. Dimmelo tu, sei tu l'esperto.>>
Lo vidi agitarsi sulla sedia ed aprire la bocca per rispondergli a tono ed iniziare una delle loro discussioni. Tirai un colpo di tosse e guardai Vincent, ricordandogli tacitamente l'accordo che avevamo stretto nella galleria.
Era il mio silenzio, in cambio della fine dell'astio con Hoacks.
Vince cercò di calmarsi e non proferì parola.
<<Puoi andare Ruston. Tieni d'occhio gli uomini e dì loro che se nessuno si farà avanti, giustizierò due persone a caso entro l'alba>>
Jack fece come gli era stato ordinato e se ne andò, sotto lo sguardo inquisitore di Vincent che lo seguì fino a quando non chiuse la porta della stanza. Mi chiesi se fosse solo una minaccia o se fosse davvero pronto ad uccidere due dei suoi.
Seguì qualche minuto di silenzio nel quale Hoacks diede un'occhiata a ciò che aveva scritto Ruston e poi, finalmente, ci degnò di attenzione.
<<Avete il medaglione?>>
'Tutto qui?' pensai.
'Avete il medaglione?'
Potevo capire il menefreghismo verso Vincent, ma non verso di me. Non si era nemmeno preoccupato di osservarmi meglio per essere sicuro che stessi bene e che non fossi ferita.
Che fosse arrabbiato per la decisione impulsiva e pericolosa che avevo preso di seguire Vince sull'isola da sola? O che fosse ancora per quella questione che era rimasta in sospeso?
È vero, avevamo discusso prima che scendessi sull'isola con Monaghan, ma questo non avrebbe comunque dovuto cambiare ciò che provava per me. E invece eccolo lì: una lastra di marmo, freddo e distaccato, che nemmeno riusciva a guardarmi negli occhi.
Tanto meglio per me che non avrei dovuto fingere di essere gentile con lui.
<<Ce l'abbiamo.>> rispose Vincent per tutti e due. Lo estrasse dalla cintura in cuoio e lo lanciò sulla scrivania.
Hoacks lo osservò attentamente rigirandoselo tra le dita: <<Protegge.>> lesse poi a bassa voce. Lo infilò in un piccolo scrigno che teneva sulla scrivania e tornò ad osservarci.
<<Dove l'avete trovato?>>
<<Lo teneva il Matador al collo.>> risposi. <<Vincent glielo ha strappato dopo averlo ucciso.>>
Gli occhi di Hoacks si spalancarono:<<Hai ucciso Guillermo?>> gridò.
<<Non ho avuto scelta.>> rispose Vince alzando le spalle. <<Abbiamo giocato ai dadi.>>
Marcò volutamente quell'ultima parola, perchè Hoacks capisse la gravità di ciò che era successo e giustificasse il suo gesto.
<<Oh...>> rispose, quasi provasse pietà di lui. Poi il suo sguardo si fece serio.
<<Perfetto. Ora avremo tutti i suoi uomini alle calcagna fin quando non ci avranno ucciso.>> si lamentò <<Come se non avessi già abbastanza taglie sulla testa.>>
<<Rilassati Hoacks, me ne sono occupato. Nessuno sa che eravamo lì a parte il suo tirapiedi.>>
<<Ha ucciso anche lui, tanto per dire.>> intervenni. Non seppi se avessi fornito quel dettaglio perchè ero ancora arrabbiata con Monaghan per ciò che aveva fatto o perchè mi divertiva vedere Dasmond preoccupato.
Lo guardai rilassarsi: <<Avete comunque corso un rischio enorme.>>
Vincent alzò gli occhi al cielo e si sistemò sulla seduta:<<Adesso volete dirmi che significa quella parola sul medaglione?>>
<<Non sono affari tuoi, Monaghan.>>
<<È una delle parole che compongono l'indizio finale .>> gli rivelai. Solo per infastidirlo.
<<Adrianna!>> mi rimproverò, ma non lo guardai nemmeno.
<<Capisco.>> rifletté Vincent <<E quanto al mio profitto?>>
Dasmond lo guardò irritato: <<Che cosa vuoi, la Ace? Uccidere Ruston? In entrambi i casi sai già qual è la mia risposta.>>
<<È questa la gentilezza riservata a chi salva la donna che ami?>> domandò Vincent. Non guardai Dasmond, ma sentii il suo sguardo su di me, mentre il mio bruciava vivo Monaghan.
<<Che state dicendo? Non mi avete affatto salvata. Ero sana e salva e nel corridoio mentre giocavate ai dadi con Guillermo.>>
<<Come siete ingenua, Adrianna.>> rispose <<Perchè credete che l'abbia ucciso?>>
Io e Dasmond rimanemmo in attesa.
<<Mi ha proposto di scambiare una vita dietro le sbarre con voi.>> confessò. Ed il sangue mi gelò nelle vene. Non poteva essere.
Dunque era quello il vero motivo del gesto orribile di Vincent? Impedire che diventassi una delle donne nelle celle dei sotterranei?
<<E chi mi dice che tu non stia mentendo?>> chiese Hoacks. <<Potrebbe essere un piano per riavere indietro la nave. Per quel che ne so, quel cane del Matador potrebbe essere ancora vivo e vegeto.>>
<<Me ne frego della cazzo da nave, Hoacks!>> esclamò <<Con l'oro che mi darai, ne farò costruire altre dieci di galeoni come questi.>>
<<Oro?>> chiesi. <<Non abbiamo mai parlato di oro.>>
<<Appunto, mia cara. Non pensate sia giunta l'ora di parlare della mia ricompensa?>>
<<È questo che volete? Una quota del tesoro?>> domandai. Mi resi conto solo in quell'istante che non l'avevo ancora ringraziato. Se ciò che diceva era vero, gli dovevo ben più di qualche pezzo d'oro e d'argento.
<<All'inizio, forse.>> rispose <<Ma ora le mie richieste sono cambiate.>>
Un largo sorriso gli si disegnò sul voltò mentre incrociava le braccia ed allungava le gambe, poggiando gli stivali ancora bagnati sulla scrivania di Hoacks. Lui rimase stranamente calmo, si alzò in piedi, fece il giro della scrivania e con poca forza spinse via i piedi di Vincent, che ricaddero a terra con un tonfo.
<<Dimmi cosa vuoi e alla svelta, razza di un cane.>>
Vincent rimase calmo, ancora sorridente: <<Vi aiuterò a cercare il vostro tesoro. E quando lo avremo trovato pretenderò la mia parte.>>
Io rimasi zitta. Dasmond, invece, scoppiò in una risata nervosa:<<Non esiste niente e nessuno, in cielo o in terra, che mi convincerà a condividere di nuovo con te la rotta per un tesoro.>>
Vincent si grattò la nuca: <<Allora, amico mio, temo che nemmeno io condividerò con te quello che so.>>
'Quello che so.' ripetei nella mia testa 'Cosa sa? Riguardo a cosa?'
<<Di cosa diavolo stai parlando?>> domandò Hoacks.

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