17.

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Con poca forza mi spinse a terra, quasi fossi una piuma. Lo guardai dal basso, mentre giocava con i miei capelli.
<<Che cosa state facendo?>>
Mi osservó, mi scrutó da capo a piedi facendo passare il suo sguardo di seta sulla mia pelle.
<<Mi sto solo chiedendo da dove cominciare.>>
Mi adombrai un poco, pensando che forse...
<<Non siete mai stata con una donna senza esperienza?>>
<<Soltanto una volta, tanto tempo fa.>>
<<L'amavate?>>
<<È stata la prima volta anche per me. Eravamo giovani e spericolati.>>
<<Dove successe?>> domandai. Speravo che ascoltare il racconto della sua prima volta, avrebbe mandato via un pó di preoccupazioni.
<<Nel granaio di suo padre.>> sorrise, nel ricordare i tempi andati. Poi si voltó verso di me: <<Avete paura?>>
<<Sono un pó nervosa. Non so cosa fare, io... Nessuno mi ha insegnato e mio mari->> mi interruppe con un bacio deciso e passionale.
Con un gomito si reggeva per non farmi male e l'altra mano giocava con i lacci del corpetto, tirandoli con fretta.
<<Vostro marito non é degno nemmeno di allacciarvi le scarpe.>> sentenzió <<Soltanto un idiota senza occhi si lascerebbe mai scappare un frutto invitante come voi.>>
<<Dovrete insegnarmi, Dasmond.>> dissi, nascondendo il volto dietro le mani.
<<Oh, ne ho tutte le intenzioni. Ma prima ho una cosa da chiedervi.>> disse <<Avete mai... Provato
piacere? >>
<<Pia-piacere?>> balbettai, rossa in volto <<Cosa intendete con 'piacere'? Una gioia immensa?>>
<<Intendo un piacere fisico, un piacere carnale.>>
<<Santo cielo, no!>> mi coprii il volto per la vergogna <<Ve l'ho già detto, il mio matrimonio non é mai stato consumato. Credo...Credo che mio marito preferisce altre donne.>>
<<Bastardo ingrato!>> esclamó <<Se foste stata mia moglie non vi avrei mai fatta alzare dal letto.>>
Quel suo modo di essere diretto mi metteva in imbarazzo e mi eccitava al tempo stesso. Ero paonazza e tra le gambe avevo un incendio indomabile ed avevo bisogno che Dasmond lo spegnesse.
<<E...da sola? Avete mai provato da sola?>>
<<Che assurdità state blaterando? Come diavolo é possibile darsi piacere da soli?>>
<<Con queste.>> afferró le mie dita e se le infiló in bocca, succhiandole, senza mai smettere di guardarmi. E fu lo spettacolo più eccitante che avessi mai visto.
<<Intendete con le dita?>>
<<Mhmh>> rispose, intento nel suo lavoro.
<<È...È quello che voleva farmi Ruston?>>
<<Che cosa?>>
<<Ve lo avevo detto, ricordate? La sera in cui ci incontrammo, mi minacció di... Di farlo con le dita.>>
Lo vidi chiudere lentamente gli occhi, serrare la mandibola e contrarre i muscoli. Non credo che nominare Ruston in quel momento fosse una buona idea.
Dasmond non rispose e tornó a fissarmi, mentre muoveva la sua mano lungo il mio addome. La fece passare sul tessuto del vestito, fino ad arrivare alle caviglie, per poi sollevare gli strati di stoffa quel tanto che bastava per avere libero accesso alla mia verginità.
<<Ch-Che cosa fate?>> balbetta nervosa.
<<Vi scopo con le dita, Miss.>>
Oh...
<<E dimenticate Ruston o qualunque altro uomo non abbia saputo apprezzarvi.>>
Si portó due dita alla bocca e fece la stessa cosa che fece anche alle mie.
Quando le tiró fuori dalla bocca  grondavano di saliva. Le portó sotto la mia gonna ed inizió a toccarmi laggiù, dove sentivo pulsare ogni volta che lui era nei paraggi ed era tanto diretto con me.
E fu come gettare rum su di un incendio. Tutto nel mio corpo prese fuoco, tanto che dovetti aggrapparmi al tessuto del vestito per non gridare.
Era come quando si prova una felicità inaspettata, che cresce e cresce e cresce sempre di più. Mi morsi il labbro inferiore quando sentii entrare un secondo dito.
<<Sei così stretta, Addy!>>
Stretta? Ed era un bene o un male?
<<Guardami.>> ordinó, mentre sentivo le sue dita spingersi sempre più in fondo. Aveva smesso di darmi del Voi e la cosa mi piacque. Mi sentivo più vicina a lui.
<<Ora aumenteró il ritmo.>>
Che cosa? Aumentare?
<<Ci sarà un momento in cui ti sentirai esplodere e non desidererei altro che gridare. E voglio che tu lo faccia.>> disse, con il fiato corto ed uno strano sorriso in volto.
<<Voglio che gridi e che non smetti di guardarmi, hai capito?>>
Con quel poco di razionalità che ancora dimorava in me, capii il suo ordine e feci di sì con la testa.
Aumentó il ritmo delle sue dita, che si spingevano dentro e fuori, mentre la felicità che provavo aumentava di secondo in secondo.
All'improvviso sentii qualcosa muoversi nel mio stomaco, fare il giro del mio petto, sfiorare il cuore e saettare più giù, dove Dasmond mi stava toccando.
Era come aveva detto lui, quella sensazione di piacere era talmente forte e così incontrollabile che mi sembró che il mio basso ventre stesse per esplodere.
Fu impossibile non gridare e non chiudere gli occhi, mentre quell'ondata di benessere attraversava il mio corpo facendolo tremare.
<<Addy, guardami!>> mi ordinó. E allora lo feci: in preda alla più bella emozione che avessi mai provato in vita mia, aprii gli occhi e lo osservai.
La bocca aperta, gli occhi spalancati, lucidi e pieni di fuoco. Quando quella sensazione si affievolì e lui si stacco da me, fu come se i colori si spegnessero e l'ossigeno mancasse di colpo. Mi resi conto che - qualunque cosa fosse ció che avevo appena provato - ne volevo ancora.
Dasmond portó le due dita che aveva usato su di me alla bocca e le succhio con ingordigia, come quando si mangia un frutto maturo, lasciando che il suo nettare ci coli in faccia.
<<Non vedo l'ora di assaggiarti.>> disse poi, sorridendo.
Assaggiarmi?
<<Ch-Che cos'era quella cosa che mi é successa prima?>> domandai, ancora con il fiatone?
<<È piacere, Addy. Incontrai una donna che veniva da oriente anni fa. Lo chiamó orgasmo.>>
<<E succede tutte le volte?>>
<<Se il tuo compagno di giochi non é scadente e non ti tocca fingere, sì. >>
<<Fingere? Una cosa del genere? Impossibile.>>
<<Ti garantisco che molte donne ci riescono bene.>> sorrise e si scostó da me.
<<E voi?>> domandai vergognandomi <<Voi non avete provato questo...Orgasmo?>>
<<Intendi poco fa?>>
Feci sì con la testa.
<<No, Addy, non ancora.>>
<<Ma anche io voglio darvi quel piacere.>> dissi senza ritegno <<Voglio che mi insegniate a farlo.>>
Mi guardó un istante e mi sorrise.
<<Sei sicura? Non voglio obbligarti a fare niente.>>
Feci sì con la testa e guardai la sua mano muoversi verso la mia, afferrarla e portarla al cavallo dei pantaloni. Voleva che lo toccassi.
Avevo già visto un membro maschile, le volte che Stephen si era spogliato di fronte a me. Se per questo sapevo anche come avveniva l'accoppiamento tra uomo e donna: una notte avevo origliato mentre una donna della servitù educava la sua collega più giovane sui doveri di una moglie verso il marito.
Ma non ebbi il tempo di pensarci troppo: Dasmond allentó i lacci dei suoi pantaloni e mi trovai di fronte al suo membro eretto.
Davvero pensava che quell'affare potesse entrarmi dentro senza farmi male?
Dovette leggere la paura nei miei occhi perché mi bació dolcemente, prima di prendere la mia mano nella sua e guidarla fino a chiuderla a pugno attorno alla sua asta calda.
Non avevo idea di cosa fare o di come cominciare. Ma lui continuó a guidarmi ed inizió a muovere il mio pugno avanti e indietro, dal basso verso l'altro.
Lo vidi gettare la testa all'indietro e mordersi il labbro inferiore mentre i muscoli addominali si contraevano.
Feci per levare la mano ma la tenne stretta nella sua e continuó.
<<Vi sto facendo male?>>
<<Mi stai facendo venire.>> ringhió.
<<Ve-venire?>>
<<Quel piacere che hai provato... >> ansimó <<Continua a fare quello che stai facendo e ci arriveró presto.>>
Lasció andare la mia mano e continuai da sola.
<<Vi...Vi sta piacendo, dunque?>>
<<Ho l'aria di uno a cui non piace?>> chiese, con la voce spezzata per il desiderio.
<<Aumenta il ritmo, Addy. Come ho fatto io prima.>>
Lo feci. Senza farmelo ripetere aumentai la velocità di quel movimento e lo guardai mentre inarcava la schiena, con la bocca aperta e ringhiava come una bestia, con gli occhi spalancati verso l'alto.
Il suo seme caldo scivoló sulla mia mano e d'istinto la ritrassi.
Con il fiatone restó a guardarmi qualche istante: <<Leccalo via.>>
Che cosa? Leccarlo?
<<Siete pazzo? Non vorrete che rimanga incinta.>>
Ancora esasperato dall'orgasmo di prima, scoppió a ridere come un pazzo e non capii il motivo.
<<Perché ridete?>>
<<Addy, quella cosa che hai sulla mano é il mio seme.>>
<<So bene cos'é!>> esclamai.
<<Potresti rimanere incinta soltanto se venissi dentro di te.>> disse.
<<Ma se lo assaggiassi... >>
<<Mi renderesti solo più desideroso di te e nient'altro.>> disse. Poi si avvicinó al mio viso: <<Leccalo via, Addy.>>
Mi fidai di lui e feci come mi aveva ordinato, con la lingua leccai il poco liquido che era rimasto sulla mia mano e lo vidi diventare pazzo.
I suoi occhi si accesero di nuovo e mi bació con una ferocia mai vista prima.
<<Ringrazia Dio di essere vergine, Addy.... E che io sia un gentiluomo.>>
Si diede una spinta e si alzó da terra, poi mi porse la mano per aiutare anche me.
<<Rimettiti in ordine.>> mi ordinó <<Quando saremo a bordo credo che ti assaggeró.>>
<<As-Assaggiarmi? Intendete mordermi capitano?>> domandai, mentre stringevo i lacci del corpetto.
<<No, Adrianna.>> sistemó la camicia nei pantaloni <<Intendo leccarti. Leccarti e succhiarti fino a farti perdere l'anima.>>
Ma che...
Non dissi nulla. Non capii che cosa è intendesse e tuttavia non ebbi il coraggio di domandare altro.
Muta come una tomba lo seguii sino alla spiaggia, lo guardai lanciare a Jack il consueto segnale con la fiaccola e salii di nuovo a bordo.

ACE OF SPADES - VM18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora