'This is the start of something beautiful,
this is the start of something to new.'
This, Ed Sheeran.
A fucking, meaningless, stupid name
«Harold. Che cazzo di nome è Harold?» sbraitò Louis dall'altro capo del telefono.
Alzai gli occhi al cielo e buttai il telefono sul letto, togliendomi l'asciugamano dal corpo e aprendo l'armadio; da quando avevo raccontato cosa mi era accaduto quel pomeriggio al mio amico, quello aveva iniziato a sbraitare sul nome del riccio.
Che poi non capivo cosa ci trovasse di interessante in quel nome, era solo un fottuto nome.
«Louis, perché ti importa tanto?» chiesi, prendendo un paio di mutande gialle e un reggiseno dello stesso colore. Avevo la stupida abitudine di fare sempre qualcosa mentre parlavo al telefono, non mi piaceva rimanere sdraiata oppure seduta sul divano sentendo la voce dell'altro che mi parlava, mi dava noia, quindi ero solita a far sempre qualcosa che mi tenesse occupata, in quel caso mi stavo vestendo dopo una doccia rilassante. Un'altra mia abitudine era quella di rimanere un po' in accappatoio, facendo sì che tutte le goccioline si asciugassero e mi ritrovassi asciutta per mettere dei vestiti puliti.
«Ma perché il nome ti da' un'identità. Se tu non avessi un nome, non saresti nessuno, Cam.»
Serrai la mascella, molte persone non meritavano per niente il nome che avevano, e il mio pensiero andò a mio padre, scossi la testa. Quella era un'altra storia.
Harold. Sembrava un nome di grande riguardo, tutto il contrario di quello che dimostrava il riccio.
Aveva l'aria di un gran conquistatore, di chi sa cosa vuole e sa già in principio come fare a ottenerla.
Il nome ti da' solo l'apparenza di te stesso, non dice chi sei veramente.
«Credimi se ti dico che Harold non si dimostra affatto un Harold.» risposi, infilandomi una camicetta bianca e un paio di bermuda neri.
«Com'è?»
Serrai gli occhi e vidi il contorno del suo viso, «Riccio, occhi verdi, sguardo ammaliatore, sorriso a portata di labbra, un potenziale Don Giovanni.» conclusi.
«Sembra interessante.»
Alzai un sopraciglio, il fatto era che da quando ero uscita dalla libreria, a quando avevo preso la metropolitana, a quando ero entrata in casa, a quando mi ero messa sotto la doccia e lì, luogo dove tutti i miei pensieri se ne andavano per dar posto al benessere e all'acqua che scorreva sulla mia pelle, anche lì e ora, mente ero al telefono con Louis, sentivo sulle labbra il suo respiro.
Un respiro caldo, calmo e penetrante, sensuale.
Un respiro che emetteva il suo nome, un nome che dava molti significati.
Harold non era nessuno di quei significati, non era una buona persona, non era nessuno.
Quel nome non descriveva chi era lui, per niente.
Era solo un fottuto, insignificante, stupido nome.
«Credimi se ti dico che è tutto il contrario.» e mi sistemai sul letto, giocherellando con i capelli.
«Io scommetto che avrà ai suoi piedi molte ragazze.»
Annuii, sembrava il tipo che ci provava con tutte e tutte gli erano ai suoi piedi, tutte, nulla esclusa e se magari una povera, illusa, ragazza avesse provato a rifiutare, il riccio avrebbe dato via a tutte le sue tecniche finché ella non si fosse innamorata di lui.
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ONSET II h.s.
Fanfiction-Capitolo otto. La sua bocca scorreva sul mio collo, fino alla clavicola e ritornava su, lasciando scie di saliva, finché non iniziò ad usare i denti. Morsicava ogni singola parte del mio collo, lasciando segni rossi. Quando cercai di divincolarmi...