'This is the start of something beautiful,
this is the start of something to new.'
This, Ed Sheeran.
The weakest link - Prima parte
Rimasi un po' interdetta a quelle parole, poi non feci altro che sorridere.
Immaginarmi avvinghiata a lui, in un abbraccio d'amore, mentre i nostri corpi si sfioravano e imparavano ad amarsi, era una cosa meravigliosa.
Sublime, oserei dire.
Il riccio s'avvicinò e mi diede un delicato bacio sulle labbra, poi si spostò e sorrise: «C'è una partita di rugby. – Disse alzando un sopraciglio, – E siamo in finale.»
Iniziai a ridacchiare, poi scossi la testa: «D'accordo, di là c'è la televisione.»
Corrugò la fronte, «Posso vederla?» sembrava un bambino all'annuncio del suo regalo di Natale, sorrisi e gli carezzai una guancia: «Certo! Prendo un libro.» e scesi dal tavolo.
Harry se ne andò saltellante in soggiorno, sghignazzai e poi sussurrai tre me e me: «Uomini.»
Andai in camera e afferrai un libro che m'ero portata da casa, poi feci tappa al bagno.
Dopo aver fatto i miei bisogni m'osservai allo specchio.
La prima cosa che mi saltò all'occhio, furono un paio d'iridi verdi, lucenti e brillanti.
Alzai un sopraciglio mentre esaminavo i miei occhi verde scuro, molte volte scambiati per neri, e rimasi interdetta nel costatare che brillavano come stelle nella notte di San Lorenzo.
Amore?
Poi passai lo sguardo al collo, un segno violaceo vicino all'orecchio. Sorrisi e ringhiai allo stesso tempo, infine mi slegai i capelli coprendo il succhiotto.
'Harry, Harry, Harry', pensai immaginandomi mia nonna vedere quel segno, molto probabilmente avrebbe sorriso maliziosa.
Infine, curiosa, m'alzai la maglia e scoprii il seno. Impercettibili segni rossi lo contornavano insieme a piccoli buchi, segno dei denti del riccio, i capezzoli erano leggermente arrossati e notai che mi dolevano un po'.
Nonostante questo, era un'immagine bellissima, implicazione del suo amore nei miei confronti.
Sorridendo come un'ebete andai in soggiorno, dove mi posizionai con la testa sulle gambe del riccio e aprii il libro. Leggevo alternando lo sguardo sopra di me, a dire il vero guardavo per la maggior parte il viso del ragazzo.
La mascella era tesa, gli occhi fissi sul televisore e le labbra, rosse, si muovevano sussurrando parole che non comprendevo, infine i ricci erano tirati all'indietro formando un ciuffo ondulato.
La sua mano era posata sulla mia pancia, e quando la partita procedeva male, le sue dita stringevano il tessuto della maglia, mentre quando andava bene o segnavano, mi dava una leggera pacca.
«TOUCH DOWN!» urlò e s'alzò di botto, facendomi cadere dal divano.
Lanciai un piccolo urlo e poi, iniziai a ridere vedendolo fare una piccola danza davanti al televisore, essa comprendeva un movimento vago del bacino e muovere la mani stile macarena.
Si voltò e non appena mi vide a terra, sussultò: «Oddio, scusa. – Disse avvicinandosi, – E' che cioè... Il campionato, no? – Tentò di spiegare, – Abbiamo vinto, Cameron! Ma... Perché sei lì per terra?»
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ONSET II h.s.
Fanfiction-Capitolo otto. La sua bocca scorreva sul mio collo, fino alla clavicola e ritornava su, lasciando scie di saliva, finché non iniziò ad usare i denti. Morsicava ogni singola parte del mio collo, lasciando segni rossi. Quando cercai di divincolarmi...