10.The first time.

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'This is the start of something beautiful,

this is the start of something to new.'

This, Ed Sheeran.

The first time


Grugnii aprendo l'armadio e fissando i vestiti, non c'era niente che andasse bene. Nulla. Mi maledissi per non aver portato qualcosa di più carino da casa e di non aver ascoltato Louis quando mi disse di mettere in valigia qualche vestitino in più o qualcos'altro di più decente. Avevo pensato di chiedere qualcosa a mia sorella, tanto avevamo la stessa taglia, ma non se ne parlava, era già tanto che le avevo chiesto di aiutarmi a trovare qualcosa da mettere una settima fa.

Il rossore sul collo era andato via completamente, fortunatamente Met non fece nessun'altra domanda, mia nonna non si accorse di niente e non avevo più visto Harry. Tutti i giorni andavo in biblioteca per il mio turno, parlando con Niall e quando avevo il turno con Benjamin sfogliavo qualche libro. Zayn passava nel negozio quasi tutti i giorni, prendeva per lo più libri piccoli, quindi facili da leggere e, mi sorpresi quando notai che la sua voce era dolce e pimpante, una voce che usciva solo quando ce n'era bisogno e rimasi ancora più basita, quando al secondo giorno entrò e mi rivolse un saluto, finché ieri, a mio inaspettato avviso, mi aveva pure chiamato per nome.

«Niall, cazzo. – Imprecai al biondo, il quale era seduto sul letto e se la rideva, – Non potevi avvisarmi prima, eh?»

Emise uno sbuffo divertito, «L'ho saputo solo oggi pomeriggio, Cam.»

Mi voltai e lo fulminai con lo sguardo, «Potevi avvisarmi quando l'hai saputo! – Presi a gesticolare con le mani, – E se non avevi il tempo, avresti potuto mandarmi un messaggio! – Urlai, rigirandomi verso l'armadio, – E non presentarti a casa mia e dire 'questa sera si esce' a solo un'ora dal ritrovo, cazzo!» conclusi imitando la sua voce.

Sentii Niall trattenersi dal ridere, poi mi voltai e sorrisi. Il biondo si teneva con i denti il labbro inferiore, aveva la guance rosso fuoco e la fronte era corrugata, gli occhi azzurri erano lucidi e le spalle si muovevano su e giù irregolarmente, un gomito era appoggiato al ginocchio e l'altra mano sulla pancia, la quale emetteva degli sbuffi dovuti al non-ridere.

Lo fissai e dissi: «Divertente, davvero divertente.»

A quel punto Niall lasciò con i denti il labbro e emise la sua risata irlandese, provocando, anche a mio disappunto, un mio sorriso.

Lo odiavo quando mi prendeva in giro. In quella settimana avevamo parlato tanto. Io di me e lui di sé, e scoprii che quel lato da diavolo che avevo riscontrato quando ci eravamo conosciuti, era solo una piccola ricerca di attenzione, tipo un sorriso, un saluto, un piccolo abbraccio e quando tu lo accontentavi facendo ciò, Niall, per te, toglieva quella parte da diavoletto e diventava l'angelo che vedevi quando lo guardavi la prima volta.

«Mh, Jeans?» inarcai un labbro.

«Basta che non vieni nuda, Cam.» e scoppiò di nuovo a ridere, sbuffai e afferrai un Jeans alto blu, una canottiera rossa a righe bianche, una giacca senza maniche in Jeans e le solite All Star bianche, buttai sul letto e fissai Niall: «Vanno bene?»

Vidi il biondo squadrare i vestiti e poi scuotere le spalle, «Che ne so.»

Gli diedi una sberla affettuosa sulla guancia e poi uscii dalla porta, andai alla camera di mia sorella.

«Page?» chiamai fuori dalla porta bianca.

«Sì?» rispose.

«Potresti venire un attimo? – Mi morsi un labbro, – Ho un problemino con i vestiti.»

ONSET II h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora