33.Louis.

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'This is the start of something beautiful,

this is the start of something to new.'

This, Ed Sheeran.

Louis



M'avvolsi in un morbido asciugamano poggiato sul calorifero, rifeci la cipolla ai capelli e poi uscii dal bagno, lasciando che alcune goccioline cadessero sul pavimento. Sperai vivamente che s'asciugassero prima del risveglio del riccio, sapendo il suo dannato ordine non oserei sapere cosa m'avrebbe detto.

Gettai un'occhiata nella camera da letto, il suo corpo era immobile, solo la schiena si alzava a ritmo del suo respiro. Erano solo le otto e mezza, e la scorsa notte aveva faticato il povero Harry.

Sorridendo come un'ebete mi recai in cucina, frugai tra le dispense sino a trovare latte, tazze, fette biscottate e nutella.

Misi il latte sul fornello, e preparai le fette biscottate.

Mentre mi lavavo avevo scorto sul mio corpo dei segni rossi, marchi del ragazzo.

E ovviamente la mia mente era corsa alla sera precedente, un sorriso mi sfoggiava in volto.

Le sue mani sul mio corpo, le sue labbra che toccavano ogni singola parte di esso, il suo tocco su di me.

Il sentirlo dentro, mi faceva sentire al settimo cielo.

Era come se nella mia testa rivivessi il tutto come se fossi una telecamera, i gemiti, i sussurri, quel 'Cam', i baci.

I sorrisi.

Mi sembrava di rivedere tutto, e mi faceva sentire così unica. La mia felicità non era paragonabile a nulla in quell'istante, in cui i pensieri erano poco casti.

Ma avere la castità in quel momento me ne fregava ben poco, cazzo, avevo fatto l'amore. Non avevo parole.

Mi sentivo come l'arcobaleno che spunta dopo un temporale.

Quella sensazione di benessere, che va tutto bene, la si poteva provare solo in quel frangente.

Versai il latte nelle tazze, e mentre lasciavo che si raffreddava ritornai in camera da letto. Guardai il pavimento: i miei vestiti e quelli di Harry erano sparsi in ogni dove, i Jeans erano addirittura vicino alla porta, li guardai con un'occhiata obliqua, non capivo come avevano fatto a finire lì.

Vidi le mie mutandine bianche che spuntavano da sotto il letto, m'avvicinai e le afferrai, poi catturai il reggiseno, e non trovando la mia maglietta, optai di mettere quella di Harry.

Mi vestivo e intanto andavo in cucina, il profumo di Harry m'entrò nelle narici come il vento in primavera. Sorrisi e poggiai su un vassoio il tutto, poi andai in camera da letto.

Misi il vassoio ai piedi del letto e spalancai le finestre.

«Mmm...» e allungò una mano mettendosi il cuscino in faccia.

M'accucciai sul letto, poi mi misi a cavalcioni sul suo petto. Ammiccai un secondo sui pettorali scolpiti, sulle rondini al centro del petto, e sul succhiotto sulla clavicola.

«Non so lei, signorino Styles, ma io ho fame.» affermai, prendendo tra le mani il cuscino e tirandolo leggermente.

«Sonno.» mugugnò e si tirò il cuscino più sulla fronte.

Aspettai che allentasse le dita, e poi glielo tirai via e lo lanciai dall'altra parte.

Mi piegai e gli lasciai un dolce bacio a stampo, miliardi di brividi mi partirono per la schiena, sentivo le farfalle svolazzare nella mia pancia.

ONSET II h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora