'This is the start of something beautiful,
this is the start of something to new.'
This, Ed Sheeran.
Answers, too many
Scesi dalla macchina dopo aver tirato il freno a mano, e m'incamminai verso l'appartamento di Harry. Erano quattro giorni che non lo vedevo; io perché avevo voluto recuperare le varie ore perse in biblioteca, quindi per quei giorni avevo fatto doppio turno, e Harry perché, a detta sua, aveva delle cose da fare. Quella mattina, però, m'aveva chiesto di passare da lui e così accettai, perché fondamentalmente mi mancava.
Spedii un messaggio a Niall ringraziandolo per avermi spiegato la via per la casa di Harry, visto che non mi ricordavo dove fosse il suo appartamento.
L'ultima volta che l'avevo lasciato a casa sua era tarda sera, e non avevo avuto la possibilità di guardare l'appartamento di Harry, ma ora vedevo davanti ai miei occhi un condomino bianco dove ad alternanza si trovavano dei balconi e delle finestre, entrambi con gli infissi neri. La porta nera si trovava al centro dell'edificio, che era tra un negozio di salumeria e uno d'abbigliamento.
Il luogo era angusto e vuoto, metteva quasi terrore, ma non m'abbattei ed entrai attraverso il portone. Rimasi stupita nel sentire un buon profumo di pino invadere il corridoio, prima d'entrare avevo pensato che non so per quale motivo, quel luogo puzzasse di qualcosa.
Mi resi conto solo in quel frangente che non sapevo quale fosse l'appartamento di Harry, così iniziai a guardare sui cartellini fuori dalle porte, alcuni avevano scritto il cognome, mentre in altri vi era solamente un foglio bianco.
Stavo per rassegnarmi quando una canzone dei Guns'n'Roses saltò alle mie orecchie, proveniva da sopra, così mi precipitai sulle scale e una volta giunta al primo piano, salii una seconda rampa, dato che la musica si faceva più forte. Il secondo piano doveva essere l'ultimo dell'appartamento, visto che una piccola scala a chiocciola doveva condurre al terrazzo. M'avvicinai alla porta dove proveniva 'Nightrain' e sorrisi vedendovi scritto 'Styles'.
Appoggiai la mano sulla maniglia, e come se fossi a casa mia, aprii, ma quella non si mosse nemmeno.
Sbuffai e presi il telefono per chiamare il riccio, ma Harry non rispose, molto probabilmente perché la musica si sentiva sino a fuori con un rumore lancinante.
Allora optai per bussare forsennatamente, ma ottenni solamente il mio palmo rosso. Quindi, esausta, abbassai il capo e vidi lo zerbino. Sperai tra me e me che sotto ci fossero delle chiavi di scorta, ma non trovai niente.
Imprecai non potendo entrare e gettai lo sguardo alla mia destra, vi era una pianta. Così, m'avvicinai e bestemmiai quasi dalla felicità sentendo sotto il tatto un paio di chiavi. Le afferrai e le infilai nella toppa, girando un paio di volte, la porta s'aprì.
Prima di chiudermela alle spalle, rilanciai le chiavi nella pianta e poi entrai. Mi trovai davanti a me un piccolo corridoio che si apriva in una sala, dove potei notare tutti i mobili accumulati tra loro, e su quello che pareva essere un tavolo, c'era Harry di spalle.
M'avvicinai cercando di capire cosa stesse facendo, e mi sentii leggermente stordita, sia per la musica che dominava la casa, sia perché il ragazzo si trovava a dorso nudo e l'immagine della sua schiena nuda, m'aveva presa alla sprovvista. I muscoli intorno alle scapole si sforzavano per il lavoro che stava facendo, il quale comprendeva nel togliere un lampadario dal soffitto.
Mi soffermai sui muscoli tesi e forti delle braccia, per poi posare l'occhio sulla zona lombare, dove similmente a due fossette di Venere, vi erano due buchi che andavano a finire nei calzoni della tuta e inconsapevolmente, pensai che gli facessero davvero un bel culo.
STAI LEGGENDO
ONSET II h.s.
Fanfiction-Capitolo otto. La sua bocca scorreva sul mio collo, fino alla clavicola e ritornava su, lasciando scie di saliva, finché non iniziò ad usare i denti. Morsicava ogni singola parte del mio collo, lasciando segni rossi. Quando cercai di divincolarmi...