31.Decision.

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'This is the start of something beautiful,

this is the start of something to new.'

This, Ed Sheeran.

Decision



Mi buttai sul letto con il cuore che batteva a mille e il bavero che mi tremava, ero sul punto di piangere. Avevo tenuto i nervi saldi sino a quel momento, ma ora, ora non riuscivo più a resistere.

Lacrime calde, salate, iniziarono a scendermi dagli occhi. Non singhiozzavo e nemmeno mi degnavo di asciugarle, esse percorrevano il contorno delle mie guance e cadevano alcune sul foglietto, altre lungo il mio collo sino a terminare nello scollo della camicetta bianca.

Cosa voleva Kyle da me? Perché continuava a rompermi l'anima?

Perché voleva fare qualcosa a Met?

Avevo cercato semplicemente d'aiutare un amico, non ero quello che si faceva quando uno chiedeva aiuto? Certo, Zayn non aveva richiesto il mio aiuto, ma urlava da ogni poro della sua pelle che ne aveva bisogno. E io, come una cogliona m'ero fatta avanti.

In quel preciso istante, mi venne in mente la scena di 'Harry Potter e il prigioniero di Azkaban', quando Harry e Hermione tornano indietro nel tempo per salvare Sirius e l'ippogrifo. Mi serviva proprio un bel gira tempo per tornare indietro, forse persino a quando ero arrivata a Sydney, avrei sicuramente evitato la biblioteca.

Harry in quel momento era un pensiero lontano, la mia mente non accennava minimamente ai suoi smeraldi verdi. Lì sul letto, i miei occhi erano pieni di nero, solo nero, un'unica nube ricopriva i miei occhi, e Harry era dietro quella nube, simile a una luce accecante.

Piansi tutte le lacrime che avevo trattenuto sino a quel momento, e come è solito quando si piange, sputai fuori anche le cose stupide che non centravano in quell'istante, ma che m'erano venute in mente.

Successivamente m'asciugai le lacrime e respirai a fondo, fissai il mio braccio.

La frase che avevo tatuato mi saltò all'occhio.

'Tutto alla fine andrà bene. Se non va bene, non è la fine'.

Riposi tutta la mia fiducia in quella frase, al tempo me l'ero tatuata per la questione di mio padre, e ora ricorreva proprio a mio favore.

Sperai che John Lennon, l'autore di essa, avesse pienamente ragione.

Fissai il foglietto, sentendo il magone ritornare, ma lo cacciai serrando gli occhi e imponendomi di non piangere.

Iniziai a ragionare.

Cinque stati: America, Italia, Irlanda, Scozia e Arabia.

Ovviamente l'America non poteva essere che Kyle, quella che alla fine, prevaleva su tutto.

Scartai Italia, Scozia e Irlanda, non sapendo da che punto partire e mi concentrai sull'Arabia.

Zayn aveva tratti arabi, la pelle ambrata così come i capelli scuri, e in più m'aveva detto ch'era d'origine pakistana ed era mussulmano. Quindi, l'Arabia doveva essere di certo Zayn, e non Crew, per il semplice fatto che Kyle non avrebbe mai osato fare del male a un suo amico.

Notai che a differenza dell'altra volta, i componenti su cui dovevo ragionare erano cinque, quattro di cui erano in pericolo.

L'America era esclusa, così come L'Arabia.

Uno di quei componenti dovevo essere io, immaginai che Kyle avesse scelto accuratamente gli stati su cui dovevo ragionare, bastava pensare a Zayn: aveva scelto l'Arabia per i tratti pakistani che il moro possedeva.

ONSET II h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora