25.Forbidden book.

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'This is the start of something beautiful,

this is the start of something to new.'

This, Ed Sheeran.

Forbidden book



Raggelai quando vidi infondo alla via solamente Zayn.

Non me l'aspettavo, immaginavo che sarebbe venuta pure Kimberlee, invece la rossa aveva pensato di lasciarmi sola con il moro.

E qui la situazione si faceva critica, sapevo che con Zayn non avevo mai avuto un rapporto particolare, non si poteva nemmeno definire di amicizia, visto che c'eravamo scambiati solamente qualche saluto e un paio di parole mentre aspettavamo che gli altri finissero di fare il loro giro sui calci in culo, quella sera al parco divertimenti.

E da quella sera sembrava passato molto più tempo che nemmeno un paio di settimane, le cose si erano proprio evolute.

Cercai di rasserenarmi mentre vedevo il moro avvicinarsi, ma l'unica cosa che riuscivo a fare era guardarmi le scarpe, temendo il peggio.

Era come parlare a uno sconosciuto.

Non ero mai stata una gran chiacchierona, per me, parlare a qualcuno era come un miracolo, un'occasione prestigiosa da gustarsela, prima di venire a Sydney faticavo pure a fare un discorso decente con i miei compagni di classe, eccezione Louis, figuriamoci con uno come Zayn, ch'era chiuso in se stesso, ombroso, tagliente.

Mano a mano che si avvicinava potevo scorgere il volto enigmatico del ragazzo, che nemmeno lui sapesse perché c'ero solo io?

Raccolsi i pensieri, Kimberlee m'aveva detto di farmi trovare alle otto di mattina davanti alla biblioteca, non che avrei ricevuto delle risposte.

Mi maledissi e mi diedi della stupida, avrei dovuto spiegare a Zayn il perché fossi lì e sarei stata io a convincere il moro a dirmi la sua storia.

D'un tratto mi sembrò un'impresa talmente impossibile che mi scappò quasi da ridere, e la voglia d'andarmene a gambe levate era alta.

Ma, non costava nulla provare, o sbaglio?

Al massimo mi sarei giocata l'odio di Zayn nei miei confronti.

Il moro s'avvicinò e mi salutò con un sorriso tirato, notai delle occhiaie sotto i suoi occhi ambra, segno che aveva dormito poco e s'era dovuto alzare presto. Mi chiesi cosa mai gli avesse detto Kimberlee per convincerlo a essere lì a quell'ora di mattina.

«Ciao. – Disse mettendosi le mani nei Jeans e spostando il peso sulla gamba destra, – Hai visto Kim?»

Sospirai e gli sorrisi nervosa: «Speravo anch'io che venisse.»

«Pure a te ha detto di venire qui?» domandò alzando un sopraciglio e accendendosi una sigaretta, nella speranza di scacciare quella tensione che fluiva tra di noi.

«Gli ho chiesto io d'organizzare questa cosa.»

«Che intendi?» domandò sorpreso.

Tirai un sospiro profondo e guardandomi le All Star, iniziai a sputare fuori tutto ciò che avevo visto in quel poco tempo.

Partii dal principio, dicendogli che avevo adocchiato suo fratello fuori dalla mia stanza e poi anche al parco giochi, scattandomi svariate foto. Passai poi, al giorno in cui mi picchiarono e gli dissi che suo fratello era rimasto fuori dalla cerchia di Kyle, l'angelo e Natan, il ragazzo pelato.

ONSET II h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora